
La trappola del tempo perduto
Posted on March 5th, 2001 / Esperienze / 18 Comments#Vortice. L’ora sembra dissolversi, come un sogno che non ha mai preso forma, e il tempo sfugge tra le dita come sabbia sottile. Non so che ora sia, ma so che ogni attimo che passa sembra moltiplicarsi, crescere, come se l’ora che precede non avesse mai avuto un senso. C’è qualcosa di inquietante in questo, come se il mondo intorno a me si fosse fermato per un momento, eppure tutto continua a girare, a scivolare via. Mi sento come il coniglio bianco nel libro di Alice, che corre senza mai arrivare, che vive in una continua promessa di “già troppo tardi”. Ogni passo che faccio è come un salto nel vuoto, senza direzione, ma con l’urgenza di non perdere la prossima svolta, di non sfuggire alla trappola del tempo perduto.
Gli altri parlano, ma non riesco a capire il senso delle loro parole, come se fossero ancorate a un tempo che non mi appartiene. Le loro voci risuonano lontane, come se provenissero da un altro spazio, da un altro momento. La mia mente è confusa, ed ogni suono, ogni rumore, mi sembra parte di una realtà che non riesco a toccare, come se stessi osservando il mondo da una finestra chiusa, senza riuscire a uscire, senza sapere nemmeno cosa stia accadendo davvero. È un’oscillazione, un tremore sottile che mi attraversa e mi lascia sospesa tra il passato e il futuro, tra ciò che è stato e ciò che sarà, ma mai nel presente. Ogni respiro che prendo è come un’eco, e il battito del cuore non sembra il mio, ma quello di qualcun altro che ha camminato su questa strada prima di me. Eppure, in questo vuoto che mi circonda, c’è una strana pace. Non è paura, non è ansia, è come se avessi imparato a convivere con il non sapere, con l’incertezza. Non c’è niente da fare, se non seguire il flusso, lasciare che il tempo mi scivoli addosso come acqua, senza cercare di fermarlo, senza cercare di afferrarlo. È il mio corpo che sente la distanza tra il pensiero e l’azione, tra il desiderio e la realizzazione, ma senza opporre resistenza. Le emozioni scorrono come fiumi sotterranei, nascoste ma presenti, pronte a farsi sentire nel momento meno atteso. Non c’è frenesia, non c’è fretta, ma c’è un silenzio che racconta più di mille parole, un silenzio che pesa come se il tempo fosse una trappola che io stessa mi sono tesa.
C’è qualcosa di intangibile in questo stato, come se tutto fosse sospeso. Mi chiedo se sia una forma di resistenza, se il mio modo di vivere il tempo sia il tentativo di evitarne il passaggio, di fermarlo in un punto che non esiste. Non voglio perdermi in un’infinità di attimi che non sono miei, che non appartengono a nessun altro. Mi chiedo se sia giusto sfuggire a questa percezione, se sia possibile recuperare il tempo che è andato perduto, o se, al contrario, dovrei accettare di essere solo un testimone di ciò che accade, senza mai poterlo afferrare veramente. La domanda resta lì, sospesa: cosa sarebbe accaduto se avessi preso una strada diversa, se avessi fatto una scelta diversa in quel preciso istante? Ma la verità è che non esistono risposte. C’è solo il silenzio che avvolge ogni riflessione, ogni pensiero che non trova mai una fine. Le ore si moltiplicano, si intrecciano e si confondono, ma non ci sono risposte a questa rincorsa che sembra non finire mai. C’è qualcosa di pericoloso, eppure affascinante, nell’incapacità di fermarsi, nell’essere intrappolati in una spirale che non ha un inizio né una fine. Una spirale che mi risucchia sempre più in profondità, che mi fa dimenticare le ore, che mi fa dimenticare me stessa.
E se fosse il tempo, in realtà, a essere una trappola per noi? Un inganno da cui non possiamo uscire, una costrizione che ci separa da ciò che davvero siamo, da ciò che davvero vogliamo diventare? La risposta è nascosta tra le pieghe di ogni giorno che passa, ma non la troveremo mai. La vita continua, nonostante tutto, nonostante le risposte che non arrivano mai. E forse è questo il vero mistero, il vero enigma che ci accompagna. La domanda resta sospesa, aperta. Siamo davvero liberi, o il tempo ci ha già intrappolato in un gioco che non possiamo vincere?
TIME.
Remember Me,
Eclipse
Mi ha dato una sensazione di vuoto leggere queste parole. È come se ti mancasse qualcosa, ma non riesci a capire cosa. Forse il tempo che scivola via ci lascia un vuoto che non possiamo colmare. Mi chiedo, davvero, se riusciremo mai a capire come fare a fermarlo, a prenderlo, a farlo nostro.
VibeZena, il vuoto che descrivi è esattamente ciò che lascia il tempo che non possiamo fermare. È un mistero che ci accompagna e che, forse, non vogliamo nemmeno risolvere. Grazie per aver condiviso questa riflessione che apre ancora più domande.
Ho trovato le tue parole così affascinanti, ma anche un po’ dolorose. Il tempo che scivola via, sempre più lontano, è qualcosa che ci spaventa tutti. L’idea che non ci sia mai davvero un “adesso” che possiamo afferrare, ma solo una continua ricerca di un momento che non arriva mai… Mi ha fatto pensare alla bellezza e alla tristezza che si celano nel non riuscire a fermare quel che sfugge.
GiuliaF, il tuo commento mi ha toccato nel profondo. La bellezza che trovi nel tempo che sfugge è una delle sensazioni più forti che esistano. Ogni attimo che non possiamo trattenere ci avvicina a una verità più grande. Grazie per aver espresso ciò che molti sentono, ma non riescono a dire.
Ho sempre creduto che il tempo fosse qualcosa che si può controllare, che si può fermare. Ma dopo aver letto il tuo post, mi sono resa conto di quanto sia una convinzione ingenua. È tutto così evanescente, eppure così determinante per quello che siamo. La consapevolezza che il tempo ci scivola via, senza poterlo fermare, è una presa di coscienza che cambia il nostro modo di vivere. Un’analisi lucida e dolorosa del nostro essere.
GenovaGirl, le tue parole sono come uno specchio, riflettono una verità che troppo spesso ignoriamo. Il controllo sul tempo è solo una chimera, un illusione che ci consola, ma che ci separa dalla realtà. Grazie per questa riflessione profonda e affilata.
La trappola del tempo perduto? Non mi sembra che tu stia perdendo tempo. Sei solo alla ricerca di un nuovo modo di vederlo. Forse ci serve un po’ di caos per capire che il tempo è solo una delle tante illusioni che ci imprigionano. Flessibile, mutevole, ci inganna. Ma non è per forza una prigione. È solo un altro gioco della mente.
CuoreRoveto, la tua visione è tanto fresca quanto provocatoria. Il tempo non è una prigione, è una delle illusioni più potenti che ci impediscono di essere veramente liberi. Grazie per aver portato questo nuovo punto di vista.
C’è qualcosa di spaventoso in come il tempo ci sfugge, ma anche di affascinante. Quasi come se fosse una forza misteriosa che ci sovraintende, ma che non possiamo controllare. Mi ha fatto pensare alla solitudine, alla distanza che ci separa da noi stessi quando ci sentiamo estranei nel nostro stesso corpo, nel nostro stesso tempo.
EmaRiviera, le tue parole sono come un sussurro silenzioso che penetra profondamente. Il tempo che sfugge ci separa anche da noi stessi, e quella solitudine che descrivi è la manifestazione di quel distacco. Grazie per aver portato questa visione così profonda.
Mi sono persa in queste parole, è come se avessi vissuto nel tuo racconto un frammento di me stessa. Ogni parola sembra rimbombare dentro. Il tempo che scivola via e la mente che cerca di afferrare ciò che sfugge. C’è una bellezza inquietante in tutto questo, come una poesia senza fine che ti consuma, ma ti lascia anche una luce, un segno indelebile.
SoulAlessandra, le tue parole sono delicate, ma così forti da risuonare nell’anima. La bellezza inquietante che descrivi è proprio quella che dà forma a questa riflessione. Grazie per aver condiviso il tuo cuore.
Questa sensazione di tempo che scivola via senza che tu possa afferrarlo è qualcosa che conosco fin troppo bene. È come vivere in un loop dove ogni momento che passa non ti lascia mai il respiro per assaporarlo. Il tuo racconto mi ha colpito dritto al cuore. È inquietante, ma vero. Noi, come il coniglio bianco, corriamo senza meta, senza sapere se stiamo scappando dal tempo o verso di esso.
Caro Riot Brescia, il tuo commento penetra come un colpo deciso. Il tempo, un concetto che ci sfugge tra le mani e ci imprigiona nella sua danza incessante. Grazie per aver condiviso la tua riflessione, è come se stessi ascoltando le parole di un anima che ha vissuto lo stesso tormento.
Le tue parole sono potenti, ma anche confuse. Il tempo sembra sfuggire, eppure riesci a rendere quasi poetico questo caos. Mi fa pensare che forse dobbiamo abbandonare il bisogno di dare un senso a tutto. Il tempo non ha davvero bisogno di un significato, basta viverlo e basta.
IronVox, il tuo commento è un grido di libertà, un invito a non cercare risposte quando non ce ne sono. Il tempo, come la vita, non ha un senso predefinito, solo quello che noi scegliamo di dargli. Grazie per aver portato questa prospettiva di accettazione.
Il tempo che sfugge, l’urgenza di non perdere la prossima svolta. Mi ricorda un po’ quel senso di disperazione che senti quando corri per trovare qualcosa che non sai nemmeno cosa sia. Come la musica che mi scuote, come il riff di una chitarra che non lascia respiro. Ti cattura, ti trascina, ti fa sentire vivo solo per un attimo. Ma quanto costa quella sensazione?
MetalManzoni, il tuo commento è come un urlo nella notte, una forza che non puoi fermare. Il tempo che corre è proprio come un riff di chitarra che ti scuote, ti porta via, ma ti lascia vuoto. La sensazione di essere vivo e allo stesso tempo di essere già troppo tardi. Grazie per questa riflessione, cruda e potente.