La Serratura Della Speranza
Posted on January 17th, 2009 at 1:17 AM | Tags: Rivelazioni | 0 CommentsCi sono momenti in cui il dolore ti imprigiona,
e ogni via d’uscita è sigillata da una porta invisibile che non si apre mai #
Il dolore è una bestia che non dorme mai. Non ti lascia, ti aggrappa, ti stringe e, quando pensi di essere libero, ti ritrovi di nuovo a lottare contro il suo peso. Ogni tentativo di fuggire sembra vano. È come cercare di forzare una porta che non ha serratura visibile. La speranza ti inganna, ti fa credere che ogni chiave che troverai, ogni piccolo sollievo che immagini, possa essere l’ingresso alla pace, ma quella porta rimane lì. Solida, indifferente. Ogni volta che ci provi, sembra solo di battere contro un muro invisibile.
La porta del dolore non si apre con una chiave qualunque. Non c’è un trucco che possa svuotarla. Non ci sono risposte semplici, né scorciatoie. La serratura, costruita con il tempo, con ogni ferita non guarita, non è fatta per cedere facilmente. La chiave giusta forse non è una soluzione, ma un cambiamento profondo dentro di me. Un’illuminazione che ancora non ho trovato. Un passo che non ho fatto. Perché in fondo, tutto il dolore che provo non è solo la sofferenza del corpo, ma una creazione mentale, un labirinto che mi sono costruita da sola, per sfuggire a qualcosa che non voglio affrontare.
Oggi, come ogni giorno, è una battaglia silenziosa. Una lotta che nessuno vede. Cammino tra le ombre di una casa che mi sembra estranea, il profumo pungente del legno appena tagliato si mescola con l’aroma di un tè che mi porto a labbra senza gusto. Il rumore della mia cucina è stranamente lontano, come se il tempo stesso avesse smesso di fluire. Le pareti, troppo bianche, troppo vuote, mi danno la sensazione di essere intrappolata in uno spazio che non è più mio. Il tè brucia un po’ sulla lingua, ma è il calore che cerco, è il contrasto tra il mio corpo e l’ambiente esterno, una sensazione di lotta. Tutto intorno sembra immobile, ma dentro di me c’è un incendio che non si spegne. Quello che sento è il silenzio della mia mente, che rifiuta di affrontare la verità che c’è dietro ogni respiro. E’ questo il posto dove dovrei essere? O è solo una prigione che mi sono costruita? Mi guardo intorno e vedo il riflesso di me stessa negli oggetti. Il tappeto, le sedie, la finestra che dà su una strada silenziosa. Tutto è troppo calmo, troppo perfetto, ma io non riesco a calmarmi. Ogni dettaglio sembra esistere solo per mettere in evidenza quanto io stia cercando di evitare la verità. La verità che nessuna porta, nessuna serratura, nessuna chiave mi salverà da ciò che devo affrontare. Eppure continuo a cercare. Non posso smettere di cercare.
Perché forse non è la chiave che manca, ma la volontà di cambiare. E se la risposta non fosse trovare quella chiave, ma capire che la porta è stata chiusa da me? Che la serratura non è altro che una creazione della mia mente, che ha paura di affrontare il dolore per ciò che è veramente? E cosa accadrebbe se, una volta aperta quella porta, dovessi scoprire che il dolore che temo è solo una parte di me, che lo sto trattenendo più di quanto pensi?
Rimanere qui, con il tè che continua a riscaldarsi e il silenzio che mi avvolge, è solo un altro modo per rimandare l’ineluttabile. Eppure, dentro, so che non c’è via d’uscita se non quella di affrontarlo. Perché non esistono porte che possano essere chiuse per sempre. La domanda, ora, non è se la porta si aprirà, ma quando sarò pronta ad affrontare ciò che c’è dietro. Quando saremo finalmente pronti ad affrontare il nostro dolore? E se il dolore che temiamo non fosse altro che una finestra, non una porta chiusa?