Oggi compio 18 anni. La mente mi scivola su questa verità come se fosse un filo sottile, difficile da tenere tra le dita. È come una porta che si spalanca, ma non ti viene detto cosa ci sia dall’altra parte. La libertà, quella che tutti promettono, quella che sembra un sogno e che adesso ti scivola addosso come una nuova pelle. È un numero, un’età, ma è anche un mondo che si riempie di regole, di aspettative, di cose che ora si devono fare. Perché il mondo ti cambia quando arrivi a quel punto. E non ti viene nemmeno chiesto se lo vuoi. Le 18 primavere, l’equilibrio sottile tra essere giovane e diventare adulto, con una serie di scelte che non avevi mai considerato prima. Non è nemmeno una festa, non è un grande evento. È il passo che fai dentro una nuova dimensione, che si aggiunge, si sovrappone a quella che conoscevi.
Sono a Loano, dove il mare sfiora la riva con un respiro che non si ferma mai. Il sole è già alto, la sabbia è ancora fresca. È un posto che conosco da sempre, ma oggi sembra diverso. Ogni angolo di questa città mi parla, e io non riesco a smettere di ascoltare. C’è una festa che si prepara, ma non mi sembra il centro del mondo. La festa, le luci, le risate… Sì, tutto ci sarà. Ma qualcosa di più grande si sta facendo strada in me, e non si può ignorare. Mi fermo un momento, guardo il mare e penso che è come la vita: infinita eppure sempre pronta a darti una nuova svolta. Così come il mio numero, così come l’età che si porta dietro un peso che non sai ancora cosa sia. Mi rendo conto che compiere 18 anni non è solo un traguardo, è una promessa. Una promessa che il mondo ti fa, ma anche una che tu fai a te stessa. Diventi responsabile di ciò che scegli, di quello che vuoi e non vuoi. E c’è qualcosa di strano, di confuso in tutto questo. Come se tutto fosse ancora sospeso, come se non potessi davvero decidere se affrontare tutto con un sorriso o con paura. La festa che mi aspetta sarà piena di risate, di abbracci, di baci di congratulazioni. Ma dietro ogni sorriso ci sarà un pensiero, un pensiero che cresce, che chiede a se stesso: e adesso, cosa farò con tutto questo?
Mi ritrovo a pensare a come la libertà sembra arrivare con il suo carico di indecisione. Perché, a 18 anni, ti trovi a fare il passo, ma non ti dicono mai che non sarà mai chiaro dove ti porterà. Nessuno ti dice che in fondo, ciò che cambia non è solo il numero, ma l’infinito silenzio che precede ogni scelta. E c’è qualcosa di spaventoso in quel silenzio, qualcosa che ti urla dal profondo, ma non riesci a sentire. La festa? Sì, ci sarà. Ma la verità è che io sono sola con questi pensieri, con questa sensazione di incompiuto che mi assale. Quasi come se il passo verso l’età adulta fosse un salto nel buio, senza che nessuno ti possa dire se c’è un abisso o un trampolino ad aspettarti.
Il mare resta lì, immutabile, come il tempo che scivola via. Non c’è una risposta. C’è solo un cammino che comincia, con il peso delle scelte, delle regole, dei sogni. E ora che sono adulta, posso scegliere. Ma cosa farò con tutto questo? Non è la festa a rispondere. È solo la promessa di una nuova vita che mi aspetta, ma non so se sono pronta a viverla. Cosa succederà oggi, cosa succederà domani? L’incertezza è una compagna che ti cammina accanto, che non ti lascia mai. Eppure, c’è qualcosa di affascinante in questo, un mistero che ti spinge a guardare avanti, senza paura, ma con un vuoto dentro che nessuno può colmare. E mentre il giorno inizia, io rimango sospesa. In attesa. Di cosa, non lo so ancora.
EIGHTEEN.
Remember me,
Eclipse