La Pioggia e il Silenzio

La Pioggia e il Silenzio

Posted on September 16th, 2002 / / 18 Comments
Tradizioni & Cultura / Feeling at 5:00 am

Un altro giorno di pioggia #

Non mi aspettavo che accadesse. È come se non fosse mai avvenuto nulla prima. Come se il mondo avesse deciso di fermarsi senza avvertirmi, di sfumare in una sfocatura di grigio e acqua. La pioggia è arrivata senza preavviso, portando con sé una sensazione di inevitabilità. Il cielo, carico di nuvole, non chiede permesso. Piove, punto. Niente da fare. Mi affaccio alla finestra, e l’aria fresca mi invade. Il vetro è bagnato, ma non mi disturba. Non sono mai stata tanto a mio agio con il caos silenzioso che la pioggia porta. Le gocce si formano, si rincorrono, sembrano volersi liberare dalla superficie lucida, rotolando, scomparendo in fretta. È una danza che conosco troppo bene, quella del lasciare andare, del non trattenere. Eppure, ogni goccia che si distende su quella superficie fredda mi ricorda qualcosa che non riesco a spiegare.

Il mondo fuori è distante, ovattato dal rumore continuo della pioggia. Ma è proprio in questi momenti che il silenzio fa più rumore. Eppure, ogni pensiero che affiora sembra non essere mai abbastanza per colmare il vuoto che cresce, che si espande nel mio petto. Il rumore delle gocce sembra scandire il battito del mio cuore, un ritmo che non posso fermare. Non posso fuggire, non c’è posto dove nascondersi. Ogni volta che guardo la pioggia, mi sento intrappolata in una routine che non riesco a scardinare. La città, che di solito è un caos di voci e suoni, diventa un insieme di forme sfocate, di passi che si perdono nell’umidità dell’aria. È una solitudine che non mi spaventa più, ma che mi costringe a guardare la realtà così com’è. Ogni goccia mi parla, mi dice che il tempo sta passando. E io non posso fermarlo. Non voglio fermarlo.

La pioggia è il mio specchio, ma non voglio riconoscere la riflessa solitudine che vedo in essa. Ogni goccia che scivola via sembra portarsi dietro una parte di me, una parte che non so dove cercare, che non so come ricomporre. Eppure, sono ancora qui, in attesa di qualcosa che non so cosa sia. La pioggia non ha mai bisogno di risposte, è solo una presenza che si fa sentire e basta. Non chiede permesso, non ha bisogno di una giustificazione. Mi sento piccola, ma non in un modo che mi offende. È una piccolezza che mi avvolge, che mi ricorda che non ho tutto sotto controllo, che nessuno ha mai avuto davvero il controllo. La pioggia è il segno di un mondo che va avanti, che non aspetta, che non si ferma. La gente cammina, il rumore dei passi è soffocato dall’acqua che batte contro il cemento. E io, lì dentro, mi sento parte di un tutto che non riesco a comprendere, ma che accetto. Senza cercare risposte.

C’è qualcosa di irrequieto in tutto questo, di non detto, di incompiuto. Il rumore delle gocce contro i vetri è lo stesso di quei pensieri che mi inseguono, quei pensieri che si scontrano, ma non si risolvono mai. La pioggia, in fondo, è solo una questione di tempo. Nessuno di noi sa quanto durerà, ma tutti continuiamo a cercare un senso in un atto che si ripete, che non si esaurisce mai. Eppure, ogni volta che mi trovo a guardare la pioggia, mi sembra che mi stia parlando, che mi stia chiedendo di fermarmi, di ascoltare. Ma cosa ascoltare? Cosa posso sentire se tutto ciò che resta è il rumore della mente, il rumore dei giorni che si susseguono senza fine? La pioggia è il ricordo di un tempo che sfugge, di un passato che non voglio ripensare, ma che è sempre lì, pronto a farsi sentire.

Forse siamo tutti destinati a restare immobili in qualche momento. Forse è solo un’illusione quella di voler sempre correre, di voler sempre fuggire da ciò che non capiamo. Ma in fondo, la pioggia non fa altro che rivelare ciò che c’è, ciò che è sempre stato. E io resto qui, a guardare, a cercare di capire, mentre ogni goccia cade senza sosta. Forse è questo il segreto. Forse non c’è nessuna risposta, ma solo una domanda che non ha mai bisogno di essere pronunciata. La pioggia smetterà, un giorno. Ma cosa succederà quando il ciclo non si spezza mai? Cosa faremo quando, alla fine, la domanda diventerà l’unica risposta possibile?

RAIN.
Remember me,
Eclipse

18 Responses


  1. VibeZena

    La pioggia è un po’ come la vita, no? Un movimento continuo, ma senza rumore. Mi viene da pensare che ci sia un’armonia in tutto questo caos, una danza invisibile tra la natura e noi stessi. A volte vorrei poter vedere meglio le gocce, capire dove vanno. Ma forse non bisogna sempre sapere, giusto?

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  2. Eclipse

    Forse no. La bellezza della pioggia è che è effimera, sfuggente. Non puoi fermarla, né seguirla del tutto. Ma ti fa riflettere su quanto poco controllo abbiamo davvero. Cosa ci resta, quindi, se non imparare ad accettare questa fragilità?

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  3. SoulAlessandra

    L’acqua che scivola sul vetro… non posso fare a meno di pensarci come a un pensiero che scivola via senza che riuscissimo a prenderlo davvero. Il silenzio tra un battito e l’altro. E quella sensazione che più guardi il mondo fuori, più ti allontani da te stessa. La pioggia diventa un confine tra quello che siamo e quello che non riusciamo a essere. Un limite che ci fissa da fuori.

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  4. Eclipse

    Esattamente. La pioggia ci fa sentire a metà tra il nostro io interiore e il mondo esterno. Ma è in questo spazio di sospensione che spesso troviamo la verità più cruda, la più difficile da accettare. Ti sembra che il silenzio ci insegni qualcosa o ci lasci solo con più domande?

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  5. IronVox

    La pioggia, come ogni cosa che non puoi fermare, ti mette di fronte alla realtà che nulla è sotto il tuo controllo. C’è qualcosa di quasi feroce in questo. Il rumore che fa, quella continua insistenza… Non puoi farci nulla, eppure ti lascia qualcosa dentro. Forse una consapevolezza scomoda.

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  6. Eclipse

    Già. La consapevolezza di essere piccoli di fronte a qualcosa che non puoi fermare, che non puoi prevedere. Eppure, è proprio lì che spesso si nasconde la verità: in quello che non possiamo cambiare. Ti lascia dentro solo la necessità di accettare, ma accettare cosa, davvero?

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  7. Radicale

    Non c’è niente di più vero. Quando piove, non puoi fuggire, è un momento che ti spinge a fermarti e pensare. Forse dovremmo imparare a usarlo per davvero. Fermarci. Solo per un attimo. Forse il tempo che serve per capire dove stiamo andando.

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  8. Eclipse

    Imparare a fermarsi è la sfida più grande, soprattutto in un mondo che corre. Ma fermarsi non è solo una questione di tempo: è il momento di entrare in contatto con ciò che siamo, senza distrazioni. Ma, davvero, siamo disposti a fare quel passo?

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  9. Bastianello

    Non voglio sembrare cinico, ma la pioggia non è che una scusa per stare fermi. Ci costringe ad ascoltare cose che non vogliamo sentire, a guardarci dentro senza scappare. È un po’ come se ci costringesse a fare i conti con noi stessi, senza la distrazione di tutto il resto.

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  10. Eclipse

    Forse è proprio questo che cerchiamo, inconsciamente. Una pausa che ci obbliga a guardarci dentro, senza scappare. Ma cosa accade quando non siamo pronti a fare i conti con noi stessi?

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  11. LunaFarfalla

    Il cielo grigio, l’acqua che scorre sul vetro, e un silenzio che è tutto tranne che silenzioso. Mi sembra che tu stia descrivendo quel tipo di solitudine che non fa paura, ma che ti fa pensare. Mi fa venire in mente che ci sono momenti che sono così pieni di niente, che ci fanno sentire più vivi che mai. È strano come una giornata di pioggia possa accendere questa sensazione.

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  12. Eclipse

    È vero. La pioggia ci obbliga a entrare dentro noi stessi, anche quando non siamo pronti. E in quei momenti di “niente”, riempiamo il vuoto con pensieri che non avremmo mai osato affrontare in giorni di sole. Ma cosa è che ci spinge a cercare quella solitudine, quella consapevolezza di essere vivi?

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  13. GenovaGirl

    C’è qualcosa di magnificamente inquietante nell’immagine che dipingi. La pioggia, con la sua danza che non si ferma mai, sembra riflettere quel movimento interiore che non riesci a fermare. Eppure, c’è una bellezza fragile in ogni goccia che cade, come una promessa che non possiamo mai toccare. Il rumore della pioggia, a volte, sembra più vero delle parole. Mi chiedo: cosa ci lascia, davvero, la pioggia?

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  14. Eclipse

    Forse la pioggia non ci lascia nulla di tangibile, ma lascia segni nel nostro cuore, come un’eco che persiste anche quando il cielo si schiarisce. È il silenzio che ci rimane a volte a parlare più forte, no?

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  15. Riot Brescia

    La pioggia non è mai solo pioggia. È un grido silenzioso, una rottura del monotono flusso che spesso scivola via senza lasciare traccia. Quando piove, sento che il mondo è costretto a fermarsi, a mettere in pausa le sue urgenze per accogliere il caos. E forse è proprio questa la bellezza, un po’ di sosta nel mezzo del movimento frenetico. Piove, punto. E non puoi farci nulla, tranne ascoltare il suono.

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  16. Eclipse

    Hai ragione. La pioggia è quella forza che ci costringe a rallentare, a stare nel nostro corpo e nelle nostre emozioni. Ma cosa accade quando la pausa diventa troppo lunga? Quando la pioggia non basta più a placare il vuoto?

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  17. Saturno7

    Questa pioggia sembra una metafora. Non solo per la vita, ma per quello che ci succede quando ci ritiriamo troppo in noi stessi. La solitudine si fa più grande in quei momenti di silenzio. Ma se non c’è più rumore, come possiamo capire cosa ci sta succedendo?

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  18. Eclipse

    Forse, proprio in quel silenzio, possiamo sentire cose che normalmente non sentiamo. Ma la domanda che mi fa riflettere è: quanto siamo davvero pronti ad ascoltarle, queste voci silenziose che si nascondono nella nostra solitudine?

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