La guerra dentro di noi
Posted on March 21st, 2003 at 7:30 PM | Tags: Rivoluzione | 0 Comments[20 marzo]
La polvere dell’Iraq si alza, come un grido che nessuno può ignorare. Non è solo una guerra tra eserciti, è una guerra contro le nostre stesse convinzioni.
Il 2003 segna una svolta decisiva, il mondo si divide, e io resto sospesa, osservando. Le domande sono molte, le risposte poche, quelle vere ancora meno. La guerra in Iraq non è solo un conflitto militare, è una battaglia ideologica, una sfida tra culture. Un’invasione che non si limita alla geografia, ma entra nelle menti, nei cuori, nelle case. Chi siamo noi per decidere cosa è giusto per un altro popolo?
Mi trovo a pensare che le azioni dei governi non siano mai prive di contraddizioni. L’idea di combattere il terrorismo mi appare giusta, sì, ma come? Con che diritto? Un intervento guidato dagli Stati Uniti, che giustifica la violenza per difendere valori che spesso non sono stati nemmeno compresi a fondo. Non è la risposta, ma il prezzo che paghiamo per questa presunta salvezza che mi preoccupa.
La verità è sempre sfumata, difficile da cogliere. Chi combatte per la libertà, se poi la impone con la forza? E chi ci dice che i terroristi sono più pericolosi di chi usa la violenza in nome della pace? Sono domande che restano senza risposta, domande che nessuno vuole sentire. La politica mondiale è un gioco di potere, e dietro ogni mossa c’è un sacrificio. Non possiamo ignorarlo, non possiamo far finta che tutto si risolva con una guerra.
Ma questo è il mondo in cui viviamo, dove ogni azione è giustificata dal pretesto di salvare il prossimo, eppure non vediamo mai il sacrificio che comporta. E io mi ritrovo a chiedermi se davvero siamo disposti a pagarne il prezzo. Perché? Per chi? Per cosa?
Non sono mai stata una di quelle che si schiera ciecamente, eppure il cuore mi dice che qualcosa di più grande sta accadendo. Un conflitto che non riguarda solo l’Iraq, ma il nostro modo di pensare, di vivere. La cultura che difendiamo è tanto fragile quanto l’idea di una guerra giusta.
Lo scontro è inevitabile, ma la domanda rimane: cosa resterà dopo che il fumo si sarà diradato? Resteranno solo rovine? Sarà davvero tutto giustificato dal “bene” che abbiamo cercato di difendere? Mi chiedo se mai avremo risposte, se mai troveremo una fine che non lasci solo più macerie.
Perché in guerra, alla fine, non esistono vincitori, solo sopravvissuti.
La guerra in Iraq non è solo il passato, è un monito per il futuro. Ma cosa faremo, quando tutto questo sarà solo un ricordo? Ci sarà mai davvero pace?