Il Vento della Toscana

Il Vento della Toscana

Posted on August 31st, 2006 at 2:14 PM | Tags: | 0 Comments

Non è la bellezza di un paesaggio che mi colpisce, ma il suo potere di risvegliare il mio spirito,
di rivelarmi ciò che avevo dimenticato di essere #

Il sole di agosto è un fuoco che brucia senza pietà. Sento la sua presenza ogni volta che esco, ogni volta che la mia pelle si scontra con l’aria calda. Oggi, il mio corpo si è stancato di questa calura incessante, eppure, trovo un piacere sordo nel lasciare che il caldo mi attraversi, come un segno di vitalità che non posso ignorare. Non è solo il caldo che brucia, è la terra sotto di me, che mi richiama. Sono in Toscana, una terra che, per qualche misteriosa ragione, mi ha sempre parlato di un tempo che non ho vissuto, di un mondo che non conoscevo.

Mi aggiro tra le colline verdi, i vigneti che si stendono a perdita d’occhio, e il silenzio che mi avvolge come una coperta troppo calda, ma che non riesco a scostare. Il silenzio è denso, palpabile. Ogni passo che faccio sulla terra battuta sembra risvegliare una memoria che non è la mia, ma che in qualche modo mi appartiene. Un paesaggio antico mi osserva e mi giudica. Non c’è una sola anima che incontri lungo queste strade. Gli alberi, però, sembrano vivi, eppure in eterno riposo. L’odore della terra mista al rosmarino, alla lavanda, al timo che cresce selvaggio in ogni angolo, è un’infusione di profumi che mi penetra dentro, che mi fa sentire come se ogni respiro fosse in sintonia con qualcosa di più grande.

Il vento della Toscana si insinua tra i rami degli ulivi e sfiora la mia pelle. È un vento caldo, ma secco, che non offre sollievo. Tuttavia, trovo una sorta di pace nel suo abbraccio ruvido. Non mi accontento più di cercare risposte. La sensazione di vuoto che mi ha accompagnata per anni, quella sensazione di non sapere dove stavo andando, è stata sostituita dalla consapevolezza che non ci sono risposte facili. In questa terra non ci sono risposte. Solo un continuo, incessante ritorno alla radice, al cuore della vita, all’essenza di ciò che siamo.

Cammino tra le rovine di un vecchio castello, le pietre lisce mi sfiorano i piedi. Mi fermo per un istante, chiudo gli occhi. L’odore della polvere si mischia con quello del muschio e del legno secco. Tutto mi sembra privo di tempo, senza passato né futuro. L’aria è come una tela vuota, pronta a dipingersi con il suono delle campane che rintoccano lontano, il fruscio delle foglie mosse dal vento. Sento il mio corpo come un’entità separata dalla mente, come se il mio spirito avesse deciso di fermarsi qui, tra le rovine, nel presente che non è mai completamente mio, ma che io cerco di trattenere come se fosse l’unica cosa che conta davvero.

Mi sono persa. Eppure, è qui che mi ritrovo. A cosa serve viaggiare se non per scoprire un frammento di sé che non si sapeva di aver perso? Nel frattempo, il profumo del pane appena sfornato arriva dalla piazza del paese, mescolato a quello del vino che fermenta nelle cantine. La miscela di odori è così intensa che mi fa venire voglia di sedermi, di fermarmi, di godermi questo piccolo grande momento. Ogni angolo della Toscana racconta una storia, ma quella che più mi ha colpita è la sensazione di come ogni storia si intrecci con la mia. Ogni pietra, ogni villa, ogni sentiero, sembrano nascondere un segreto che, se solo osassi fermarmi abbastanza a lungo, potrebbe rivelarsi.

Mi siedo su una panchina di legno, la stessa che vedo da giorni, consumata dal tempo. Guardo il tramonto. La luce che filtra tra le colline sembra dipingere di rosso l’orizzonte. Una tavolozza di colori che riflette ciò che sento dentro, una fusione di rabbia, passione, e quella strana nostalgia che provo, pur essendo lontana da casa. Non c’è nulla di facile nel vivere questo momento. Ma è proprio questa la sua bellezza. È un momento che non durerà, che finirà, e proprio per questo è imperdibile. Come può un attimo diventare eterno? Ogni dettaglio sembra intriso di una verità che non ha bisogno di parole. Eppure, sono qui a cercare di darvi un senso. La domanda rimane sospesa. Chi siamo veramente quando ci fermiamo a guardare il mondo?

Penso di aver trovato una risposta, ma non sono certa che sia quella giusta. E forse, alla fine, nessuna risposta è davvero definitiva. In ogni caso, sono qui, nel cuore di una terra che mi chiede solo di essere ascoltata. E io ascolto.

• Remember me,
Eclipse •


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