
Il Tempo che Dimentica +19
Posted on July 8th, 2003 / Celebrazioni / 12 CommentsLe ore scorrono e ci cambiano, ci rendono consapevoli del peso del tempo che non si ferma mai #
Il tempo scorre. Non si ferma mai, ci cambia, ci scivola addosso, ci trasforma. Ogni secondo che passa è una sfida, un peso che dobbiamo portare, una cicatrice che ci segna. Non c’è paura in me, solo una consapevolezza che mi attanaglia. Il tempo è la più grande verità che abbiamo, e ci costringe a guardare. Non possiamo sfuggirgli, non possiamo fermarlo, eppure lui si muove in noi, ci attraversa, ci trasforma senza che possiamo fare nulla. E io, oggi, mi fermo per un istante a pensare: ho diciannove anni. Non è più quel diciotto che aveva l’eco di un futuro da scrivere. Non è più quel numero che mi dava la possibilità di immaginare. Ora è il presente che mi scivola addosso, il respiro che diventa più corto, il battito che accelera mentre osservo il mondo che si fa adulto davanti a me. Le mani si sono fatte più spesse, la pelle più dura, ma dentro di me c’è ancora quella ragazza che voleva cambiare il mondo. Solo che ora non c’è più tempo. Non posso più aspettare. Non posso più lasciare che le cose accadano per caso.
Oggi ho deciso di vivere in modo diverso. Ho scelto di festeggiare, ma non come avevo fatto prima. Non c’è più il bisogno di essere spettatrice. Oggi la spiaggia è diventata la mia protagonista, e il mare ha iniziato a parlarmi. Le onde si infrangevano contro la riva come un pensiero che non si fermava mai, mentre il cielo si tingeva di un arancione che mi abbracciava, mi diceva di vivere. Non c’era più il rumore della confusione, c’era solo il silenzio che parlava più di mille parole. Mi sono tuffata nel mare, e l’acqua mi ha purificata. Ho sentito il bruciore del sole sulla pelle, un calore che mi ricordava che ero viva, che ogni sensazione era il mio battito. Ma non era solo il mare a parlarmi. C’era lui. M., il bagnino. Non l’avevo mai visto così da vicino. Eppure, c’era quel sorriso che mi ha fatto dimenticare ogni paura, ogni inquietudine. Era come se lui fosse il tempo stesso, che non chiede mai, ma che tutto cambia con un semplice sguardo. Il suo movimento era come una danza, e io mi sentivo piccola, ma al tempo stesso parte di un universo che mi stava accogliendo.
I miei amici sono arrivati, e con loro il caos che si mescolava alla serenità del momento. Le risate, il vociare, la bellezza di un incontro che si perdeva nell’atmosfera del tramonto. Il cibo, che sembrava un miracolo. Un pesce fresco che mi faceva sentire grata. Ogni boccone un respiro, ogni momento un’istantanea di felicità. E poi il tramonto. Non l’avevo mai visto così, mai con quella profondità. Il cielo che cambiava colore, il mare che sembrava brillare sotto la luna. Le luci tremolavano nel vento, e tutto ciò che restava era quel silenzio che parlava. Era la bellezza che faceva male, che mi faceva sentire parte di qualcosa che non riuscivo a comprendere. Guardando il mare, ho capito che il tempo non è nostro, non possiamo fermarlo, non possiamo aggrapparci ad esso come se fosse nostro. Ma possiamo viverlo, vivere il momento, senza aspettative, senza speranze. Ogni minuto che passa è come un filo che si srotola. E noi possiamo scegliere se danzare con esso, se lasciarci trasportare o se cercare di fermarlo. Ma non possiamo fermarlo. Il tempo sfugge, ma siamo noi che lo rincorriamo. Eppure, quando guardo la sabbia che mi sfugge tra le dita, mi accorgo che la bellezza è tutta lì, nella fugacità, nell’effimero. La morte non è nulla, è il vivere che conta, ed è in quel vivere che risiede la bellezza che ci sfiora ogni giorno.
E allora, perché temiamo che il tempo ci scivoli via? Perché non lo accogliamo come parte di noi? Ogni minuto che passa è un pezzo di vita che dobbiamo respirare, sentire fino in fondo. Non possiamo più aspettare, non possiamo più restare immobili in attesa che accada qualcosa. La vita è già qui, nel respiro che prendiamo, nella bellezza che ci passa accanto, nel mondo che ci chiama. E quella bellezza è un dolore, ma è anche la nostra salvezza. Così, su questa sabbia che non mi appartiene, mi sento stranamente a casa. Forse è proprio nel non appartenere che risiede la nostra libertà, nel non fermarci mai, nel non cercare di fermare ciò che è in continuo movimento. Non c’è bisogno di risposte, non c’è bisogno di domande. La bellezza è già nel non sapere. È nel vivere, nel sentire, nel respirare senza ansie, senza paure. E ora, mentre il tempo continua a scivolare, io rimango qui, a guardare il mare, a sentire il respiro che non si ferma mai. Un battito, un respiro, un altro secondo che passa, e io sono ancora qui. Senza risposte, senza certezze, ma con la consapevolezza che ogni momento è tutto ciò che abbiamo. E basta.
Il tempo mi sfugge ogni giorno, e tu lo descrivi con una delicatezza che mi fa sentire meno sola. Non so se è la paura o la bellezza del cambiamento, ma mi sento sospesa, come se tutto stesse accadendo senza che io possa fermarlo. Forse è giusto così.
Il cambiamento è sempre sospeso, come una brezza che arriva improvvisa. Non dobbiamo fermarlo, ma accoglierlo, lasciarci attraversare senza paura. Non sei sola, siamo tutti in questa stessa danza. Come ti senti tu in questo momento?
Le tue parole mi fanno piangere… come se il tempo fosse una carezza che ci lascia il segno. La paura di non aver fatto abbastanza, la paura di crescere e lasciare qualcosa indietro. Sento che mi stai parlando direttamente al cuore.
A volte, il segno che il tempo ci lascia è più dolce di quanto possiamo immaginare. È come un respiro che si fa più breve, ma che ci fa sentire vivi. Crescere non significa perdere qualcosa, ma aggiungere nuove sfumature. Forse, ciò che perdiamo è ciò che dovevamo lasciare andare.
Questa riflessione mi tocca nel profondo. Mi sembra di vedere il tempo come un nemico che non ci lascia mai respirare. Siamo sempre in corsa, sempre di fretta, eppure non riusciamo mai a fermarci. È come se ci fosse sempre qualcosa da fare, ma non sappiamo mai cosa. Siamo solo pezzi di un orologio che non si ferma mai.
L’orologio non si ferma, ma forse è proprio questo che ci fa andare avanti. La fretta e il bisogno di fare non sono sempre nemici. Forse, è solo che non ci fermiamo mai per ascoltare davvero cosa ci dice il tempo. Cosa ci dice oggi, secondo te?
Ogni volta che leggo un tuo post, mi sembra di fermarmi a riflettere sul tempo. Eppure, ogni volta che ci penso, mi accorgo che non posso fermarlo. Non mi piace il modo in cui lo descrivi, come se fosse solo un peso, una cicatrice. Io lo vedo come un viaggio, qualcosa che va abbracciato, non temuto. Che ne pensi?
Forse, la percezione che abbiamo del tempo dipende da come lo affrontiamo. Se lo abbracciamo con consapevolezza, diventa un viaggio. Ma se lo temiamo, allora è solo un peso. La bellezza sta nel decidere come viverlo. Come vivi tu questo viaggio?
Ogni parola che hai scritto è un colpo al cuore. Il tempo che scorre mi fa paura, ma forse è solo il mio modo di guardarlo. La tua riflessione mi fa pensare a come abbiamo paura di crescere, ma forse è proprio questo il bello di vivere: il cambiamento. Non so se ti sono chiara, ma ti leggo sempre e mi fai riflettere.
La paura del tempo è come una compagna silenziosa che ci fa compagnia nei momenti di solitudine. Ma il cambiamento, sebbene spaventoso, è l’unica certezza che abbiamo. A volte, è l’unico modo per crescere veramente. Tu cosa pensi di questa trasformazione che ci scuote ogni giorno?
Il tempo che non si ferma mai… è vero. Ma è anche il tempo che ci costringe a vivere, a lottare per ogni momento. Non lo puoi fermare, ma puoi viverlo. Non sono d’accordo con la tua visione rassegnata, il tempo va sfruttato, non subìto. Se sei giovane, devi spingere, non aspettare che ti scivoli via.
Non è rassegnazione, è consapevolezza. Il tempo ci sfida continuamente, ma la consapevolezza è l’unica arma che abbiamo contro questa corsa senza fine. Ma tu, come vivi questa lotta? Cerchi di dominarlo o lo accetti per quello che è?