Il silenzio delle onde
Posted on December 26th, 2004 at 9:30 PM | Tags: Esperienze | 0 CommentsCi sono momenti in cui il mondo sembra fermarsi, ma non è mai così.
Le onde si muovono, anche quando non le guardiamo #
Poche ore fa ho visto un’immagine che non mi abbandonerà mai. Un’onda colossale, come un’ombra vivente, ha divorato la costa della Thailandia. La chiamano tsunami, ma per chi lo vive è un nome vuoto. È dolore puro, acqua che distrugge, acqua che non perdona.
Mentre guardo il telegiornale, una tazza di camomilla si raffredda accanto a me. Non la bevo. L’aroma dolce che prima sembrava accogliente ora stride con ciò che vedo: bambini trascinati via, case trasformate in legna. È strano, no? Come un profumo possa diventare sgradevole quando la realtà lo contraddice.
La stanza è calda, ma mi sembra di sentire il gelo di quella costa devastata. Osservo la luce che filtra dalla finestra. Fuori c’è pace. Ma dentro di me si agita una domanda: è davvero pace, o solo l’indifferenza di chi non è stato colpito? Penso ai sopravvissuti. Chi si salva, si porta dietro più di un corpo intero: porta cicatrici invisibili, frammenti di ricordi che non si lavano via. E noi, da questa parte del mondo, cosa possiamo fare? Guardiamo. Doniamo. Parliamo. Ma è abbastanza?
Scelgo di immergermi in ciò che posso fare. Prendo carta e penna, scrivo alla Croce Rossa per offrire un aiuto, anche se piccolo. Ma, mentre scrivo, non posso fare a meno di chiedermi: questo gesto cambierà qualcosa, o è solo un modo per placare il mio senso di colpa? Quando mi affaccio alla finestra, vedo un lampione acceso. La luce è tremolante, quasi soffocata dalla nebbia. È un simbolo perfetto, penso: siamo luce in mezzo al caos, ma siamo anche fragili.
Non voglio concludere con una risposta. Non credo che ce ne sia una. Ti chiedo solo questo: cosa faresti, se un’onda spazzasse via tutto ciò che conosci? Quale sarebbe la prima cosa che vorresti ricostruire? Un’onda distrugge. Un’altra porta speranza. Quale scegliamo di cavalcare?
• Remember me,
Alice •