Il Rumore del Passato

Il Rumore del Passato

Posted on June 28th, 2000 at 10:30 AM | Tags: | 0 Comments

Da quando è finita la scuola, Milano sembra non parlare d’altro che di uno scooter. Non un qualsiasi scooter, ma il Malaguti Phantom. Ma perché? È davvero così strano il destino che sembra avere un conto in sospeso con me? La città, che un tempo era un mosaico di motorini variopinti e impetuosi, si è trasformata in una sinfonia monotona di Phantom. Ogni angolo, ogni strada, sembra ospitare il suo spettrale ruggito, e io mi trovo catapultata in una sorta di incubo o, forse, di sogno bizzarro. Da quando lo scooter di quel ragazzo ha fatto la sua comparsa nel mio panorama quotidiano, non riesco a non notarlo. È ovunque, come un’ossessione che diventa più intensa ad ogni nuova visione. Le strade si trasformano in un teatro surreale dove il Phantom è il protagonista, e io non posso fare a meno di sentirmi spettatrice e, al tempo stesso, partecipe di questa commedia assurda.

Mi chiedo: è possibile che la mia vita sia diventata una sorta di “The Phantom Show”? Ogni volta che vedo uno di quei motorini sfrecciare davanti a me, il mio cuore batte più forte, come se avessi appena vinto alla lotteria o, al contrario, come se stessi per essere travolta da un destino ineluttabile. C’è una sorta di strana connessione tra me e quel Phantom, quasi fosse un simbolo del mio passato, un emblema di ricordi che non riesco a scrollarmi di dosso. Ogni ruggito del motore mi riporta indietro a quei giorni d’estate, quando il vento mi accarezzava il volto e il rumore dei motori riempiva l’aria di una musica che, ora, mi sembra stranamente malinconica. I capelli di lui che volano mentre guida il suo scooter, il suo sorriso che mi incanta e mi sfida a scoprire di più su di lui, tutto questo si amalgama in un turbinio di emozioni e ricordi che sembra avere una vita propria. Non è solo un motorino, è un fantasma del passato, un simbolo di tutto ciò che è stato e che potrebbe essere. Ogni Phantom che incontro è come una puntata di una serie che non avevo mai voluto guardare, ma che ora non riesco a smettere di seguire. E così, ogni volta che il motore ruggisce e il Phantom si fa strada tra le strade di Milano, il mio cuore si stringe e la mia mente si riempie di domande senza risposta.

C’è qualcosa di profondamente inquietante in tutto questo. Forse è l’idea che, nonostante tutto, alcune cose non cambiano mai. Nonostante le stagioni, i cambiamenti, il passare degli anni, ci sono tracce del passato che rimangono indelebili e che, come i Phantom, tornano a farsi sentire in maniera imprevista e persistente. Milano è invasa da una carovana di Malaguti Phantom, e io sono qui, spettatrice e protagonista di una commedia che non avevo previsto. E’ la città a cambiarmi o sono io a cambiare la città? O, forse, è il Phantom a cambiare tutto, con la sua presenza sfuggente e insistente, che mi costringe a confrontarmi con ciò che ho vissuto e con ciò che ancora mi attende.


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