
Il Destino Oscuro d’America
Posted on January 20th, 2001 / Rivoluzione / 10 Comments20 gennaio 2001 C’è un’aria fredda, ma non troppo, una sensazione di qualcosa che sta per accadere. Il silenzio è denso, eppure non è pesante. La luce è morbida, ma l’ombra di ciò che sta arrivando è inconfondibile. Non c’è nessun rumore che interrompa la quiete della stanza, se non il battito del mio cuore, che si fa più forte. Non lo sento davvero, ma lo so, come se fosse un eco che sta diventando sempre più presente. Il mondo ha appena cambiato il suo corso. Non è un cambiamento che sento come una novità, ma piuttosto come una lunga attesa che finalmente si conclude, senza clamore. George W. Bush è il nuovo presidente degli Stati Uniti. Un passo importante. Un passaggio che porta con sé tante domande. Come sempre, quando il destino ci costringe a voltare pagina, non c’è un chiaro motivo per cui, ma solo una sensazione che cresce senza chiedere permesso. Non c’è nulla di davvero straordinario nella sua elezione, se non l’effetto di un ciclo che si ripete. Forse è questo il punto. Le cose accadono perché devono accadere. Eppure, come ogni cosa che non può essere fermata, questo nuovo inizio mi lascia una sensazione vuota, che non posso definire. Il mio sguardo si perde per un momento, e sento l’eco di una domanda che mi attraversa: “Cosa cambierà davvero?”
C’è una parte di me che non si fida di nessun cambiamento. Non è che non li voglia, è che preferirei che arrivassero con una verità più cristallina. Invece, tutto appare sempre avvolto in una nebbia sottile, che ci inganna e ci guida in direzioni che non comprendiamo mai pienamente fino a che non siamo già troppo lontani per tornare indietro. Eppure, ogni nuova mossa, ogni nuovo nome, porta con sé una promessa: cambiare. E mi domando, davvero possiamo cambiare? L’odore della stanza, il profumo di carta e inchiostro, mi avvolge. Le pareti non parlano, ma sento che ci sono. Ogni pensiero che mi attraversa è soppesato, ma anche un po’ perduto, come se ogni riflessione stesse cercando un posto dove radicarsi, ma non lo trovasse mai. Ci sono momenti in cui tutto ciò che resta è una domanda che non può trovare risposta, ma che rimane. Un pensiero che non si dissolve. Come un respiro trattenuto nel cuore della notte.
Ma non c’è risposta. Non adesso. E forse non mai. La verità è che siamo tutti un po’ in attesa di qualcosa che non arriverà mai. La nuova presidenza è solo una fase, uno stadio di un viaggio che non ha fine. È uno di quei momenti in cui sentiamo che tutto è già stato scritto, eppure nessuno sa davvero cosa succederà dopo. Non è paura, è una sorta di consapevolezza che ciò che viene, viene. È il flusso. Il cambiamento è inevitabile. Eppure, c’è un vuoto. È sempre lì, come una lacuna che non può essere riempita, e non si può fare altro che guardarlo. L’idea di un mondo che sta cambiando, ma non nell’orientamento che vorremmo, mi lascia inquieta. Non so spiegare perché, ma è come se il cambiamento non fosse mai davvero quello che immaginiamo. La promessa di un futuro migliore è sempre intrisa di incertezze. C’è qualcosa che non si vede, qualcosa che sfugge, ma che si fa sentire. Forse è la paura. O forse è solo il pensiero di una nuova era, che si sta formando senza che nessuno sappia davvero dove ci porterà.
Alla fine, la verità è che il cambiamento ci sfiora, ma non ci appartiene mai completamente. È sempre un passo avanti, sempre in movimento, ma mai veramente nostro. Ogni nuovo inizio è una promessa che non può essere mantenuta, perché ciò che desideriamo davvero, rimane sempre oltre la nostra portata.
NEW PRESIDENT.
Remember me,
Eclipse
La politica è fatta di promesse, ma la storia ci insegna che è difficile mantenere le parole. Il vero cambiamento è difficile da realizzare, soprattutto quando si parte da così lontano.
Ciao GenovaGirl, la tua riflessione è molto interessante. La difficoltà di mantenere le promesse è una costante nella politica. Grazie per aver condiviso il tuo pensiero.
L’America ha sempre avuto questa visione di superiorità, ma quante sfide sono veramente in grado di affrontare?
Ciao Gabberina83, grazie per il tuo commento. La questione della superiorità americana è davvero complessa, e sicuramente non tutte le sfide sono state affrontate come avrebbero dovuto. Il cambiamento di Bush rappresenta più una speranza per alcuni che una certezza per tutti.
Un discorso che suona come tutti gli altri, una promessa dietro l’altra. Ma cosa cambia veramente? Politica fatta di parole vuote. Non ci credo, ho visto troppe promesse non mantenute.
Ciao MetalManzoni, capisco il tuo scetticismo. Le promesse spesso sono più facili da fare che da mantenere. Grazie per aver espresso il tuo pensiero con tanta sincerità.
Un altro giuramento, un altro discorso. Ma poi, cosa cambierà davvero? Ogni presidente arriva con promesse che spesso non si avverano. Come possiamo fidarci delle parole?
Ciao Marcolino, è facile essere scettici, ma la storia ci ha anche mostrato che qualche cambiamento avviene, anche se in modi inaspettati. Grazie per il tuo intervento.
Ci sono momenti in cui le parole contano, e altri in cui restano solo parole vuote. Bush dovrà dimostrare che le sue sono più di un gesto simbolico. Solo allora sapremo se è davvero il momento di cambiare.
Ciao NoxLeone, la domanda è legittima. Le parole devono sempre essere supportate da azioni concrete. Grazie per il tuo pensiero.