
Geometria di un Anno Nuovo
Posted on January 1st, 2025 / Equazioni / 28 CommentsIl freddo di gennaio ti avvolge, e per un attimo il mondo sembra rallentare. Il respiro diventa pesante, le mani fredde, come se non ti appartenessero più. Il cuore batte, ma il corpo è straniero. E dentro, una sensazione di smarrimento cresce. È un gelo che non è solo nell’aria, ma dentro di te, nel profondo, come un silenzio che urla. Quella sensazione di essere lì senza esserci, di vivere in un’illusione che sembra perfetta ma che ti scivola addosso, sempre un passo più in là. Sei sospesa in un’epoca che non ti riconosce, in un tempo che non ti accoglie. È il vuoto che ci definisce, il vuoto che crea un’assenza visibile, il vuoto che diventa una presenza che ti osserva. E tu non fai altro che scivolare in questo abisso di incertezze.
Duemilaventicinque. Leggi quel numero e senti il peso delle sue cifre, come se fossero pesanti, come se fossero piene di significato. Lo scrivi, lo ripeti, lo guardi con occhi che cercano di cogliere l’essenza di qualcosa che non ti è chiaro. 2025. Il suono di quella sequenza è come una formula, un codice che non conosci, ma che ti attrae. È geometrico, perfetto nella sua asimmetria. il due, che porta con sé una dualità. L’equilibrio fragile tra due opposti che si riflettono, che si definiscono a vicenda. Un contrasto che non si dissolve mai. lo zero, come un buco nero, che raccoglie tutto e lascia vuoto. Perfetto nella sua nullità, nel suo non essere. È il principio, ma non è. Lo zero non è promesso, lo zero è pura astrazione. È un cerchio che non ha fine, che non ha inizio. È il vuoto che diventa forma. E il cinque. È la dissonanza. Un’onda che interrompe il flusso, una spirale che non smette mai di girare, che non trova mai riposo. È come se il tempo stesso si fosse piegato, come se stesse danzando, ma danzando su una geometria che non possiamo decifrare. Una danza che non conosce il suo ritmo, ma che continua, ostinata. Così il tempo stesso diventa una dimensione che non possiamo comprendere, un codice che non possiamo leggere, ma solo percepire.
Ogni anno che passa è come una ripetizione. Lo vediamo, lo viviamo, ma non cambia mai nulla. Ogni gennaio è uguale al precedente, ogni anno si rinnova e ci illudiamo che ci sia una differenza. Ma la verità è che siamo ingranaggi di un sistema che ci fa credere in un inizio, in una fine. Ma in realtà, tutto è già stato scritto, tutto è già stato previsto. Ogni passo che crediamo di fare è già stato tracciato, ogni azione è un’eco del passato. E non ce ne rendiamo conto, perché siamo prigionieri di un ciclo che non possiamo fermare, che non possiamo cambiare. È un eterno ritorno, una spirale che ci tiene incatenati. Viviamo, ma non andiamo da nessuna parte. E ogni inizio che celebriamo non è altro che un altro inganno, un altro cerchio che si chiude su se stesso. Festeggiamo l’anno nuovo, ma siamo solo pedine di un gioco che non capiamo. L’illusione di un nuovo inizio è solo una cortina di fumo che ci nasconde la realtà.
La perfezione della geometria del tempo ci inganna. La forma perfetta del triangolo, la ciclicità dello zero, il ritmo spezzato del cinque… Tutto è calibrato, tutto ci parla di un ordine che non vediamo. Un ordine che ci mantiene in equilibrio, come una marionetta che non sa chi tiene i fili. Ogni anno è una simulazione, una proiezione che ci illude di avere il controllo, di avere il potere. Ma noi non sappiamo chi ha creato questa illusione, né perché. Siamo solo spettatori di un palcoscenico che non abbiamo mai scelto. Eppure, nonostante tutto, continuiamo a credere, a festeggiare, a sollevare i bicchieri, come se tutto potesse cambiare, come se il tempo fosse davvero una linea retta. Ma non lo è. Il tempo è un cerchio, un vortice che ci imprigiona, e ogni passo che facciamo è solo un altro giro di quella ruota.
Oggi non brindo. Non festeggio. Non mi unisco al coro. Perché non c’è nulla da celebrare in questo inganno. Non c’è nulla di nuovo. Solo un’altra illusione che si ripete, come ogni anno. Non alzo il calice, perché non c’è nulla da festeggiare. Non c’è un nuovo inizio. C’è solo un altro ciclo che ci tiene prigionieri.
E tu, riesci a vedere oltre questa illusione? Riesci a percepire il vuoto che ci circonda?
Cin Cin.
Remember me
Eclipse
La tua riflessione mi tocca profondamente, come sempre. Lo zero, come principio di tutto, ha qualcosa di così inquietante e affascinante. Forse davvero siamo solo una serie di aggiornamenti, ogni anno che passa una sfumatura del nostro essere, un passo verso una perfezione che non è mai quella che immaginiamo. Eppure, nella sua imperfezione, è tutta la bellezza del nostro esistere. Non credo che troveremo mai la risposta, ma la domanda… quella sì, è il motore del nostro cammino, è il nostro respiro.
Grazie Fabio.
La domanda ci tormenta perché ci ricorda quanto siamo lontani dalla risposta.
Eppure, è proprio in questa distanza che risiede la nostra forza.
Nella continua ricerca di ciò che sfugge.
Bellissimo, davvero. Ogni parola che scrivi sembra immergersi in un profondo mare di pensieri, eppure mi sembra di riuscire a seguirti sempre. La tua scrittura ha quel qualcosa di speciale, un tocco di classe che riesce a rendere anche concetti complessi facili da comprendere. Sei una grande!
La semplicità non è mai facile, ma è l’unico modo per rendere l’universo comprensibile.
Almeno, per chi è disposto a guardare.
Eclipse, il tuo modo di vedere il tempo è unico. Wow, questo post è veramente qualcosa di incredibile. La tua visione su tutto, dallo zero ai numeri, mi fa pensare a quanto in realtà non abbiamo idea di come funziona il mondo, ma continuiamo a cercare di capirlo. Mi hai dato un sacco di spunti per riflettere. Ogni volta che leggo i tuoi post mi sembra di scoprire una parte di me che non avevo mai notato prima. Grazie per essere così autentica!
Uh, grazie Michela.
L’autenticità non è mai qualcosa che si trova.
È qualcosa che si costruisce giorno dopo giorno, senza paura di perdere pezzi di sé lungo il cammino.
Cara, non sono sicura che tutti possano comprendere ciò che scrivi. Ma io, con la mia esperienza, posso dire che c’è una verità nascosta dietro ogni parola. La perfezione che tu vedi come uno zero, in effetti, è forse un concetto che sfugge alla maggior parte delle persone. È un pensiero ardito, ma che merita rispetto.
La verità è spesso troppo cruda per essere accettata.
Ma ciò non la rende meno vera.
La perfezione, in ogni caso, è per chi ha occhi per vederla.
Un abbraccio.
Oh mio Dio, questo è davvero interessante! Anche io mi sono sempre chiesta che cosa c’è dietro un nuovo anno, ma non avevo mai pensato allo zero come qualcosa di così… importante! Wow, ti ammiro tantissimo! Tu sei davvero la migliore! <3
Le risposte più semplici sono le più potenti.
Se solo smettiamo di cercare nel posto sbagliato.
Wow, mi ricordo di te.
Troppo filosofico per me… ma interessante. A me il 2025 sembra solo un numero in più. Forse dovrei riflettere di più, ma la vita non aspetta, no? Buon anno comunque
Esatto, la vita non aspetta.
Ma proprio per questo non possiamo permetterci di viverla con superficialità.
Fermarsi, anche solo un istante, può cambiare tutto.
Non capisco bene tutto quello che scrivi, ma mi piace. Sembra… magico.
La magia non è nelle parole, Luca.
Ma negli occhi di chi le legge.
Continua a cercarla, anche quando tutto sembra buio.
Un abbraccio.
Interessante, ma troppo prolisso. La semplicità ha la sua eleganza. A volte dovresti imparare a dire di meno. Buon anno anche se non ci credi.
Ciao Tony.
L’eleganza non è solo semplicità. È anche profondità.
Ma grazie per il tuo punto di vista, lo considero.
Cavolo, hai messo in parole quello che spesso mi balena in testa, ma non riesco a dirlo così bene. Mi piace come tu veda tutto sotto un altro punto di vista. La perfezione che descrivi è davvero affascinante, ma è anche un po’ inquietante. Ma penso che sia proprio il bello di pensare. Grazie per farmi riflettere ogni volta.
Benvenuto. Spero che ciò che trovi qui continui ad ispirarti.
Il 2025, un triangolo disegnato a metà, come una promessa che non sa se sarà mantenuta. Eclipse, le tue parole toccano corde che pensavo dimenticate. Mi hai fatto fermare davanti al vetro della finestra, cercando il riflesso di quel vento che descrivi. Grazie.
È nella paura che cresce il vero cambiamento.
In fondo, chi cerca di evitare l’inquietudine, non sta cercando il vero progresso.
Il modo in cui descrivi il tempo è unico. Hai una capacità di trasformare ogni dettaglio in poesia, anche il cucchiaino che gira nel caffè. Non smettere mai di scrivere così, hai un dono.
Scrivere non è un dono, Erica; è una necessità.
È come respirare, come vivere.
Non è sempre piacevole.
Ma è l’unico modo che conosco per dare senso al caos che ci circonda.
Provengo da Twitch. tai davvero parlando al cuore di chi legge, e non posso fare a meno di sentire che stai dicendo quello che nessun altro avrebbe il coraggio di dire! Questi numeri, questi concetti, sono più di quello che sembra. Voglio dire, lo zero è davvero dove tutto inizia, ma è così facile dimenticarcelo! Sei sempre così ispirante, e in questo giorno speciale, non vedo l’ora di leggere ancora di più!
L’unico giorno che conta è oggi.
Ogni altro è solo un’illusione.
Ma è l’illusione che ci tiene vivi.
Ohhh che bello! Questo è uno dei post più poetici che tu abbia mai scritto! Il concetto dello zero mi fa pensare a quante volte mi sento come se fossi all’inizio, come se dovessi ricominciare ogni volta. Ma forse è proprio così che bisogna vivere, non credi? Senza paura di essere imperfetti, ma solo… noi stessi! Sei una grande, come sempre!
Ricominciare non significa fallire.
Ogni inizio è solo una nuova opportunità.
E spesso è l’unico modo per essere veramente liberi.
Mi piace come metti in discussione il concetto di anno nuovo! La società ci obbliga a credere che ci sia un cambiamento, quando in realtà è solo una continuazione. Ma poi lo zero… quella è una provocazione! Mi fa venire voglia di rileggere tutto d’un fiato. Grazie per farci pensare!
La società crea illusioni per tenere a bada il caos che abbiamo dentro.
Ma il caos è libertà.
Solo chi lo accetta può cambiare le regole del gioco.