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Genova un respiro profondo

E poi, in un attimo, il mare. La vista si srotola, lenta come un respiro, e la città ti accoglie con la sua freschezza salata. Genova, così vicina eppure così lontana. C’è qualcosa nei suoi vicoli che ti scivola sotto la pelle, non chiedi di capirlo, non ti serve. È una sensazione che viene da dentro, che ti attraversa e basta. Il suo ritmo non ha mai fretta, ma tutto sembra comunque essere già scritto, come un’onda che ti porta senza che tu possa fare altro che seguirla. Lo so, state pensando alla sua bellezza spigolosa, alla sua incertezza. Ma c’è un’altra Genova, la mia Genova. La città che si vede dalla parte opposta, quella che mi ha accolta come una madre che non fa domande. E la Sampdoria, ah, quella è il cuore pulsante, il battito di una passione che si respira in ogni angolo. Non importa chi sei, cosa fai, da dove vieni: entrare nel Marassi, sentire il rumore della gente che si mischia, è come entrare in un altro mondo. La stessa città, ma trasformata. Genova non è solo il mare, non è solo il porto. È l’urlo di chi vive per un sogno, per una squadra che ti entra dentro senza chiedere permesso.

La luce si abbassa sulla città mentre cammino tra le strade, il profumo di pizza, il suono di un’auto che passa, e tutto si fonde. È la voce di una vecchia signora che mi dice qualcosa, una parola che mi sfiora, mi resta dentro. Non posso togliermela, così come non posso scollarmi l’immagine di quelle bandiere che sventolano, quella folla che si accende, che batte il cuore all’unisono. Quella sensazione che ti fa sentire parte di qualcosa che è più grande, che va oltre la partita, oltre la città. E mentre la Sampdoria gioca, il mondo fuori sparisce, e tutto si concentra su un istante che non dura mai abbastanza. Nel silenzio che segue il fischio finale, mi ritrovo a pensare. È strano come certe emozioni non abbiano bisogno di parole. Come se, per un istante, si fosse aperto un varco nel tempo, un respiro che ha attraversato tutto e poi si è fermato. Genova non è solo una città. È un abbraccio di contrasti, una lotta tra il caos e la calma. E la Sampdoria, come una fiamma che brucia dentro, non è solo un club: è l’essenza di tutto ciò che mi lega a questa terra. La mia Genova. La mia squadra.

Ogni passo che faccio qui, ogni angolo che vedo, ogni respiro che prendo, mi ricorda che non ci sono risposte complete, solo domande che continuano a farsi strada. Perché? Perché la Sampdoria mi scorre nelle vene? Perché Genova ha questo potere di afferrarti senza preavviso? Non c’è mai una risposta definitiva, eppure la domanda rimane. La domanda che ritorna, che ti attraversa, che non trova mai una conclusione. Perché tutto ciò che accade qui sembra avere un senso solo nel momento in cui succede, senza spiegazioni. Eppure, quella sensazione, quella meraviglia, non ti lascia mai. È qualcosa che ti segna e basta, come la città che mi porto dentro ogni giorno.

Zena.
Remember Me,
Eclipse

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