G8: Voci e Ombre

G8: Voci e Ombre

Posted on July 21st, 2001 at 6:52 AM | Tags: | 0 Comments

PARTE UNO. PARTE DUE. PARTE TRE.

Le strade di Genova sono distrutte. I manifestanti hanno dato fuoco a tutto. Non hanno lasciato nulla di intatto. C’è polvere, fumo, l’odore della rivolta nell’aria. È la fine del G8, un vertice internazionale che doveva segnare il passo verso una nuova era. Un incontro tra leader mondiali per discutere di economia, povertà, guerra. Doveva portare una speranza, ma ha lasciato solo macerie.

Il G8 è stato concepito come una possibilità di dialogo. Un’opportunità per affrontare insieme le sfide globali. Ma tutto è sfociato nella violenza. La violenza dei manifestanti, sì, ma anche quella delle forze dell’ordine. Entrambe hanno contribuito a creare un’atmosfera irrespirabile. Cosa ne è rimasto?

Mi chiedo, davvero, se ci sia mai stato un reale interesse per la causa che si diceva di voler difendere. Quante vite sono state sacrificate? Per cosa? Per una protesta che ha preso il sopravvento sull’idea di cambiamento? Quanti di noi hanno visto un mondo diverso nascere dalle ceneri di Genova?

I giorni che hanno preceduto questa distruzione erano pieni di attese, speranze. Parole pronunciate da chi aveva in mano le redini del mondo. Ma la realtà è un’altra. I potenti si sono incontrati, hanno discusso su come continuare a dominare un mondo sempre più in crisi, eppure nulla è cambiato. Una sensazione di impotenza mi avvolge, come se fossimo tutti intrappolati in un circolo vizioso.

Le immagini che sono arrivate nelle case degli italiani non sono quelle che ci aspettavamo. Non sono quelle di un mondo che avanza verso un futuro migliore, ma quelle di un conflitto che ci divide. Proteste, urla, la violenza che non fa distinzione tra colpevoli e innocenti. Una follia che ha preso piede e che nessuno è riuscito a fermare.

È la fine di un sogno. È la fine di una speranza di cambiamento che forse non è mai esistita. Genova diventa il simbolo di una lotta che non sa più dove andare. Cosa è rimasto dopo questo inferno? Forse nulla. O forse un punto di partenza. Un invito a riflettere su cosa siamo diventati, su dove stiamo andando.

Eppure, guardando questa devastazione, mi chiedo se davvero la violenza sia l’unica strada per far sentire la propria voce. Ma c’è una risposta a questo? E se fosse proprio la violenza che ci impedisce di ascoltare?
Non sono sicura di voler sapere la risposta, ma non posso fare a meno di chiedermi dove ci porterà tutto questo.

Forse, il cambiamento non nasce dalla distruzione, ma dalla consapevolezza. Quella consapevolezza che nasce solo quando smettiamo di cercare colpevoli e cominciamo a chiederci cosa fare per evitare che si ripeta.
Chissà se Genova ci ha davvero insegnato qualcosa. O se è solo un altro capitolo di una storia che non abbiamo mai imparato a raccontare davvero.

Come vivremo questo futuro che ci si prospetta?
E quando impareremo, finalmente, a prenderci la responsabilità di ciò che siamo?

Remember me,
Eclipse


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