Divisione senza ritorno

Divisione senza ritorno

Posted on December 12th, 2024 / / 17 Comments
Viaggio & Tempo / Feeling at 1:39 am

PARTE UNO

La paura è come un respiro trattenuto, e non possiamo far altro che sentirla espandersi nell’aria. Non è qualcosa che si può razionalizzare, ma qualcosa che si sente nel corpo, sotto pelle, come un brivido che non trova pace. È così che mi trovo a vivere questa notte. A guardare fuori dalla finestra, nella penombra, e ad ascoltare il suono del mio respiro che non si ferma, ma che sembra sfuggire al controllo. 01:39. Un orario che non è mai stato così simbolico. Il tempo che segna la fine di un giorno e l’inizio di qualcosa di indefinibile. Qualcosa che non avremmo mai potuto immaginare. Il governo ha parlato. Ha annunciato linee guida. E le sue parole non sono più rassicuranti, non sono più parole di protezione generica. La minaccia è concreta, e la guerra, che ci sembrava lontana come un ricordo ingiallito, è ora a portata di mano. Non c’è più tempo per restare indifferenti. La guerra è qui, e il governo ci avvisa: prepariamoci.

Mi rimbalza nella testa la voce del ministro della Giustizia, David van Weel: «L’aggressione russa si sta espandendo. La NATO è coinvolta, anche l’Olanda lo sarà, se non direttamente, almeno indirettamente». Mi fermo. Le parole non mi raggiungono immediatamente. L’Olanda, sempre neutrale, sempre lontana da tutto questo. L’Olanda che ha sempre avuto il privilegio di restare indifferente. Eppure, adesso, è il mio paese a dover cambiare. Perché, ora, la guerra non è più una possibilità, è una realtà che ci tocca. Cosa posso fare con questa sensazione che mi attanaglia? Non ci sono risposte semplici. Il governo dice di prepararsi, di fare scorte di cibo, di dotarsi di radio a batterie. Ma prepararsi per cosa? Per un nemico che non vediamo? Per un conflitto che non sappiamo come ci cambierà? Mi alzo, guardo fuori dalla finestra, e dentro di me sento un freddo che non ha nulla a che fare con la temperatura. È un freddo che nasce dal pensiero di un mondo che sta per crollare, e io non sono pronta a fare nulla di diverso. Il mondo fuori è uguale a ieri. Le luci delle case sono spente, le strade deserte. Eppure, in questa quiete, qualcosa si fa sentire. Una tensione che non si vede, ma che è lì. È nelle ossa. Come posso prepararmi per l’impossibile?

La città è silenziosa, ma il mio cuore batte come un tamburo. C’è una vecchia fotografia sul comodino. La guardo. Sono io, un tempo in cui credevo che la vita potesse essere sempre così. Spensierata, immutabile. Ma ora, quella foto sembra un’altra vita. Un’altra Alice. Sento la solitudine come una presenza. Cosa cambia in me, ora? Cosa farò quando dovrò affrontare il futuro che non mi aspettavo? La paura mi avvolge, ma non so se la paura è per la guerra, o per l’idea che nulla ci possa mai preparare a ciò che veramente conta. Siamo davvero pronti? Il governo ci dice di essere pronti. Ci dice che dobbiamo avere scorte, che dobbiamo proteggere noi stessi. Ma come si fa a prepararsi per qualcosa che non conosciamo? Non è forse un’illusione quella di prepararsi? Perché, in fondo, siamo sempre stati vulnerabili. Siamo solo riusciti a mascherare questa vulnerabilità con il comfort e la sicurezza della quotidianità. E ora, quando tutto sta cambiando, cosa ci rimarrà?

Mi fermo di nuovo. L’Olanda sta cambiando, e io non so più chi sono in questo cambiamento. Cosa siamo, noi, se non quello che crediamo di essere? Siamo quelli che vivono senza sapere, senza essere veramente pronti per nulla. E se domani dovessimo alzarci e combattere? Non solo con le armi, ma con le emozioni, con il cuore? Come sopravvivere a qualcosa che non sappiamo nemmeno se potrà toccarci davvero? La paura si fa più forte. Come un eco che non smette mai di rimbombare, come un ricordo che non voglio affrontare. La guerra è solo una delle facce della nostra esistenza. Ma noi, quando finirà questa calma, chi saremo? Come cambieremo? Non possiamo prepararci, perché la vita è sempre un atto di coraggio, un salto nel vuoto, e non importa quanto possiamo cercare di proteggerci. Cosa faremo quando non ci sarà più nulla da preparare?

La pace è un’illusione. E noi, quando finirà, chi saremo? Saremo ancora quelli che credevano che nulla sarebbe mai accaduto? O saremo qualcosa di diverso, forgiati dalla necessità di affrontare l’impossibile? La guerra non è lontana. È qui. E ci sta guardando. E quando guarderemo negli occhi ciò che davvero ci minaccia, cosa vedremo in noi stessi?

THE END.
Remember me,
Eclipse

17 Responses


  1. SoleLuna

    Sono tornata. Wow, leggere queste parole mi ha fatto davvero riflettere. La paura che descrivi sembra quasi palpabile, come se fosse un’entità con cui convivere ogni giorno. Non pensavo che l’Olanda sarebbe mai stata così vicino a un conflitto del genere, sempre così neutrale… ma forse la realtà è davvero diversa da come pensiamo. Purtroppo la guerra sembra non risparmiare nessuno. Speriamo che tutto questo sia solo una falsa allerta, ma intanto… ci prepariamo.

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  2. Eclipse

    Cara SoleLuna, la sensazione di incertezza è quasi insopportabile,
    eppure ci troviamo ad affrontare una realtà
    che sembra molto più vicina di quanto avremmo mai immaginato.
    Prepararsi non è mai facile, eppure sembra l’unico modo per non essere sorpresi,
    anche se nessuno sa esattamente come si fa.
    Grazie per essere passata =)

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  3. James

    Quella sensazione di “prepararsi all’impossibile” è davvero potente. La paura del conflitto imminente è una cosa che ti cambia, ti tocca nel profondo. Non parliamo solo di fare scorte, ma di cambiare prospettiva sulla vita stessa. Come può un paese come l’Olanda essere così vulnerabile? La neutralità non è più una garanzia, forse non lo è mai stata.

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  4. Eclipse

    James, hai ragione. La neutralità che abbiamo sempre dato per scontata non esiste più.
    Siamo tutti vulnerabili, e l’incertezza ci costringe a rivedere il nostro concetto di sicurezza.
    La paura ci fa guardare al mondo con occhi diversi, come se tutto fosse improvvisamente più fragile.
    Grazie per essere passato =)

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  5. Luca

    Quindi secondo te dobbiamo prepararci veramente? Cioè, è più sensato vivere nel terrore o ignorare completamente il rischio? Non so, mi sembra una situazione esagerata. Non possiamo sempre vivere con questa paura.

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  6. Eclipse

    Ciao Luca. Vivere nel terrore non è la soluzione,
    ma ignorare il rischio potrebbe essere altrettanto pericoloso.
    La preparazione non è solo fisica, è mentale.
    Non possiamo ignorare l’incertezza, ma possiamo affrontarla con consapevolezza.
    Rimanere calmi in mezzo al caos è la vera sfida.
    Grazie per essere passato =)

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  7. Giulia487

    Le tue parole sono davvero potenti, Eclipse. La sensazione di vivere in un mondo che sta cambiando troppo velocemente è qualcosa che ci accomuna tutti. Il silenzio che descrivi, quella tranquillità che non ti permette di rilassarti, è qualcosa che sento anch’io. La guerra è lontana, ma ogni giorno sentiamo che qualcosa sta per cambiare.

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  8. Eclipse

    Giulia, sì, quel silenzio è assordante.
    La calma che non è mai vera, ma solo temporanea.
    È come se fossimo sempre in bilico, in attesa che qualcosa sfugga al nostro controllo.
    La paura non è solo di ciò che potrebbe accadere, ma di non sapere come reagire quando accadrà.
    Grazie per essere passata =)

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  9. MaxPower99

    Mi sembra che tu stia drammatizzando un po’ troppo. Voglio dire, nessuno vuole la guerra, ma non credo che sia così imminente. Le linee guida del governo sono semplicemente precauzioni. Siamo troppo concentrati sulle paure, mentre la vita continua.

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  10. Eclipse

    Max, capisco cosa intendi.
    Forse è un po’ esagerato, ma il problema è che viviamo in un’epoca
    dove tutto può cambiare da un momento all’altro.
    Le paure non sono sempre irrazionali, anche quando sembrano lontane.
    E se tutto questo fosse solo un segnale che non possiamo ignorare?
    Grazie per essere passato =)

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  11. Tu mi conosci

    Cavolo ho paura che tu abbia ragione, Eclipse. La sensazione di vivere in bilico è davvero angosciante. La pace non è mai garantita, e sembra che stiamo camminando su un filo sottile. La cosa peggiore è non sapere come prepararci, come reagire se davvero succedesse qualcosa di grave.

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  12. Eclipse

    Caro conoscente, la paura di non sapere cosa fare è la più grande sfida. Nessuna preparazione può veramente annullare l’incertezza, ma possiamo solo sperare di essere pronti a prendere le giuste decisioni quando il momento arriverà. La consapevolezza è il nostro unico scudo.
    Grazie per essere passato =)

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  13. Rob

    La tua descrizione del “paese chiuso nelle case” è inquietante… Ma penso che tu stia esagerando. Non siamo mai stati a un passo dalla guerra, e non lo saremo. Forse dovremmo semplicemente continuare a vivere la nostra vita.

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  14. Eclipse

    Rob, forse hai ragione a dire che stiamo esagerando. Ma la verità è che, nonostante tutto, la vita può cambiare improvvisamente. Dobbiamo vivere, sì, ma non possiamo ignorare il fatto che il mondo stia cambiando. Essere consapevoli di questo non significa vivere nel terrore, ma affrontare la realtà.

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  15. Bella Italiana

    Incredibile come tu riesca a scrivere con tanta intensità. Mi hai fatto vedere il mondo con occhi diversi. Non avevo mai considerato quanto fosse fragile la nostra sicurezza. Hai colto nel segno con la tua riflessione sulla paura del futuro.

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  16. Eclipse

    Bella italiana, ciao, come va?
    Sono felice che le mie parole ti abbiano toccato.
    A volte serve solo un momento per aprire gli occhi su ciò che ci circonda.
    La sicurezza non è mai scontata, ed è importante essere consapevoli di quanto siamo vulnerabili.
    Grazie per essere passata =)

    Reply

  17. Eclipse

    Grazie per essere passato =)

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