Disastro in Diretta: September 11, 2001
Posted on September 11th, 2001 at 5:30 PM | Tags: Rivoluzione | 0 CommentsNon è un film, non è uno scherzo. È il mondo che esplode.
Sono qui, seduta sul divano, la sera che si avvicina. La televisione trasmette come al solito la mia serie preferita, la mia mente è leggera, lontana da pensieri pesanti. Poi, un’improvvisa interruzione: un’edizione straordinaria, urgente. L’inquietudine mi coglie in un attimo. Il volto del conduttore, impassibile, mi rivela subito che qualcosa non va. E inizia a mostrarsi il terrore.
Le torri gemelle di New York sono sotto attacco.
Le immagini scorrono in diretta. Le fiamme che ingoiano una delle torri, un boato che squarcia l’aria.
Il mio cuore accelera, i battiti sono nel petto e nel collo, le mani sudano. Non posso credere a ciò che vedo.
Il mondo cambia in un battito di ciglia.
Non ci sono parole per descrivere quello che sento. Ogni dettaglio è impossibile da metabolizzare. Un aereo di linea è appena colpito dalla torre, e il fumo nero che si alza come un mostro che inghiotte la città è il primo segno di una tragedia che non posso ancora capire. Lo schermo è insopportabile. Una seconda esplosione, l’ennesima scarica elettrica per la mia mente che non riesce a mantenere la calma. Il secondo aereo si schianta contro la seconda torre. Incredibile. L’impossibile è accaduto.
Lì, sul divano, lo so. Siamo davanti a una delle più grandi tragedie della storia. La sensazione è di impotenza, un senso di vertigine che mi strappa il respiro. E il conduttore, con una voce incrinata e tremante, ci informa senza sapere cosa stia veramente succedendo. Non ha parole. Nemmeno lui sa cosa dire. E io rimango lì, sospesa, a chiedermi: Perché?
Poi, il caos. Le strade di New York sono invase da persone in fuga. I grattacieli tremano, la polvere si alza come una nebbia funesta. Urla, sirene, grida. Il mondo sta impazzendo. Ogni movimento sullo schermo è una ferita che si infligge al cuore. La confusione dilaga, ma io non riesco a staccare lo sguardo. Il conduttore si agita, non sa come fermare il dolore che stiamo vedendo. E ancora il terzo aereo. Questa volta si schianta contro il Pentagono. Un altro colpo, uno più potente di tutti gli altri. La città non è più quella che conoscevamo. La civiltà, quella che ci sembrava eterna, è messa in discussione in un batter d’occhio.
Cosa fare davanti all’impotenza? Il conduttore resta fermo, il suo sguardo è vuoto, perso. Le sue parole sono un rumore sordo, che non tocca più nessuno. Inizia a tremare, come se il peso di ciò che sta accadendo fosse troppo per un uomo solo. La sua voce non regge più. La sua determinazione è svanita, travolta dalla tragedia. Non c’è altro da fare. L’incredulità è la sola risposta.
Le immagini continuano. La mia mente corre a casa, a quelli che conoscono, ai volti, alle vite. Eppure sono qui, lontana, impotente. Non posso fare nulla. La distanza fra me e tutto questo è un abisso che non riesco a colmare.
Quanto deve accadere ancora perché il mondo cambi?
Le notizie non si fermano. Un aereo, un altro, e il caos che dilaga. I corpi, le vite che si scontrano con l’infinita tristezza del destino.
Perché non si può fare nulla? I voli sono stati abbattuti, le torri sono crollate, ma noi siamo qui, a guardare, incapaci di fermare il flusso di questa tragedia mondiale. Eppure la domanda rimane:
Che cosa possiamo fare ora? Come si può trovare un senso a tutto questo?
Background: What’s Going On – Marvin Gaye
Cos’è la verità in mezzo al caos? E chi, alla fine, porterà giustizia?