
Cuori, Cioccolato, Solitudine, Verità
Posted on February 14th, 2001 / Poesia / 16 CommentsCosa accade quando il cuore è vuoto? #
Ogni anno, il mondo si prepara a celebrare l’amore. Ovunque, gli occhi degli altri brillano di una luce che non mi appartiene, una luce che mi sfiora appena, che non sa scaldarmi. Il cuore degli altri si riempie di attese, di promesse, di sorrisi. Ma io, ogni volta, mi sento più distante, sempre più lontana da quella cosa che tutti definiscono amore, ma che per me è solo una parola vuota, un concetto che non riesce a trovare un posto in me. Mi sembra che il mondo mi scivoli addosso, come se non avessi più niente da dare, come se non avessi mai avuto davvero nulla da offrire. Eppure, quando mi guardo allo specchio, mi ritrovo a chiedermi: è davvero colpa mia? Non sono mai riuscita ad amare, non mi è mai venuto naturale. Non c’è stata una scintilla, un segno, una voce che mi dicesse che tutto sarebbe stato possibile. Eppure, ogni volta che vedo gli altri, mi chiedo cosa mi sfugga, cosa non vedo, cosa mi impedisce di sentire quel che loro sentono. Mi sento estranea a tutto ciò, come se stessi guardando uno spettacolo da una finestra che non ha mai avuto il mio nome scritto sopra.
Il cuore degli altri batte in modo diverso. Lo sento, lo percepisco, anche quando non dicono una parola. Il mio, invece, è in un angolo, chiuso, incapace di uscire, di respirare in quell’aria di promesse e di sogni. Come se qualcosa di essenziale mi fosse stato tolto, come se quella parte di me che avrebbe dovuto sentire, che avrebbe dovuto amare, fosse sparita nel nulla. Non ho mai amato, e forse mai lo farò. E non mi fa paura, no. Mi fa solo nausea, come se fosse una bugia, una costrizione a cui non voglio aderire. La società mi dice che manca qualcosa in me, che sono difettosa, che sono incompleta. Ma la verità è che sono solo piena di un silenzio che nessuno vuole sentire. E non so se mi fa bene, o se mi sta logorando lentamente, ma è il mio silenzio. E in fondo, per una volta, mi piace il pensiero che nessuno possa entrare lì dentro, in quella parte che mi custodisce.
Ogni anno, la gente si spinge a cercare l’amore, a viverlo, a celebrarlo. Ma io, ogni volta, mi sento più estranea, più incapace di partecipare a questo rito collettivo che non mi riguarda. Eppure, dentro di me, c’è una domanda che non trova risposta: se l’amore è davvero così essenziale, perché non riesco a trovarlo dentro me stessa? Perché non riesco a sentirlo come lo sentono gli altri? Eppure non posso negarlo, perché il suo vuoto è costante, sempre presente, come un’ombra che non mi lascia mai. Un’ombra che si nasconde quando cerco di guardarla direttamente, ma che è lì, silenziosa, pronta a ricordarmi che mi manca qualcosa. E forse è questa la sua bellezza: il fatto che resti lì, invisibile, ma sempre al suo posto.
Red Roses.
Remember me,
Eclipse
Questo post mi ha fatto pensare alla solitudine come a una forma di libertà. Non è facile da accettare, ma c’è una sorta di potere nella solitudine, una forza che ti permette di riscoprire te stesso, di creare un legame con la tua verità senza interferenze. Ho sempre pensato che il cuore non ha bisogno di nessun altro per battere. Ma è chiaro che tutti siamo costantemente alla ricerca di qualcosa o qualcuno. Forse la solitudine è solo un’altra forma di ricerca, una ricerca che ci spinge ad andare dentro di noi.
Ciao CuoreRoveto, la tua riflessione sulla solitudine come forma di libertà è interessante. In effetti, molte volte la solitudine ci offre l’opportunità di conoscerci meglio, di ascoltare il nostro cuore senza distrazioni esterne. Grazie per aver condiviso questa tua visione.
Quello che scrivi è potente, ma trovo che ci sia una sorta di resistenza, una lotta con l’idea stessa di amore. Sembra che tu lo veda come una condanna, quasi come qualcosa di inaccessibile, ma forse il problema non è l’amore in sé, ma come noi lo concepiamo. Se ci liberassimo dalle aspettative esterne e ci permettessimo di essere vulnerabili, forse riusciremmo a viverlo. Ma ammetto che è difficile, perché ci chiedono di essere perfetti e di seguire regole che non hanno niente a che fare con noi. Perché dobbiamo sempre forzare le cose?
Ciao GenovaGirl, capisco il tuo punto di vista. La lotta che descrivo nell’accettare l’amore non è tanto contro l’amore stesso, ma contro ciò che ci viene imposto su come dovremmo viverlo. Le aspettative e la pressione sociale rendono tutto più difficile, ma forse è proprio nella nostra vulnerabilità che si nasconde la verità. Grazie per la tua riflessione.
L’amore… quella parola vuota che tutti pronunciano ma che non capiscono. In un mondo che ci vuole sempre più “affettuosi” e “sociali”, mi ritrovo spesso a chiedermi se stiamo davvero vivendo per noi stessi o solo per compiacere gli altri. Se non sentiamo quell’ “amore”, è perché siamo forse più veri degli altri, non siamo pronti ad adattarci a quello che ci impongono. Ma lo capiscono? No. Eppure, ogni giorno ci obbligano a conformarci. Io non ci sto. Questo post lo grida forte: la solitudine è più autentica di molte cose che ci circondano.
Ciao Riot Brescia, è sempre un piacere leggere la tua passione così pura. La tua riflessione mi fa pensare a quanto siamo spesso obbligati ad adattarci a idee che non sono le nostre, a un amore che sembra costruito più sulle aspettative altrui che sul nostro vero sentire. La solitudine, in effetti, spesso ci rende più autentici di quanto ci venga permesso di essere. Grazie per aver condiviso il tuo pensiero.
Credo che quello che scrivi rifletta una realtà che molti non vogliono vedere. Amare è difficile. O meglio, essere amati è una questione di fortuna. A volte penso che l’amore sia più una lotteria che una destinazione. Se non vinci, ti ritrovi a vivere nella solitudine. Non è giusto, ma è la realtà. E quando ti guardi allo specchio, non c’è niente che ti dica che andrà meglio. Forse non è nemmeno una questione di cambiamento, ma di accettazione di ciò che è. Forse il cuore non batte sempre come dovrebbe, e va bene così.
Ciao MetalManzoni, grazie per il tuo commento. La tua visione dell’amore come una lotteria è interessante e, in parte, vera. Molto dipende dalle circostanze, dalle persone che incontriamo e dalle situazioni che viviamo. Accettare che non sempre le cose vanno come vorremmo è una parte difficile, ma necessaria, del nostro cammino. Grazie per aver condiviso la tua riflessione.
Non posso fare a meno di pensare che, forse, l’amore che cerchiamo si nasconde in qualcosa che non vediamo. La solitudine può sembrare una condanna, ma a volte è proprio nella solitudine che scopriamo chi siamo davvero. Le parole di questo post mi hanno toccato nel profondo. È triste sentire che l’amore può sembrare così distante, ma forse è proprio in questa distanza che si nasconde la verità di noi stessi. Forse è il cuore che non è mai stato aperto abbastanza, o forse siamo noi a non essere pronti. La domanda è: davvero possiamo cambiare? Io credo che alla fine, forse, l’amore lo troveremo quando meno ce lo aspettiamo.
Ciao GiuliaF, grazie per queste parole così delicate e riflessive. La solitudine, seppur dolorosa, è davvero un modo per guardarsi dentro, per capire cosa ci manca e cosa siamo. Forse, come dici tu, l’amore si nasconde proprio là dove meno ci aspettiamo, nel silenzio e nella distanza. Ma per trovarlo, dobbiamo essere disposti a cercarlo anche dentro di noi. Grazie per aver condiviso il tuo pensiero.
Leggendo queste parole mi sono ritrovata a pensare a quanto la solitudine ci faccia compagnia, a quanto sia strano sentire una mancanza che non sappiamo descrivere. Eppure, il fatto che non riusciamo a connetterci con l’amore come lo vedono gli altri, non significa che siamo persi. Forse siamo solo in un momento di ricerca. Quando vedo il cuore degli altri che batte, a volte mi chiedo cosa manchi, ma credo che il nostro cuore batta per qualcosa di diverso, per un amore che non si può spiegare. È un amore che scivola tra le mani, che non ha forma, ma che è sempre lì, se siamo pronti a cercarlo.
Ciao SoulAlessandra, le tue parole sono piene di grazia e saggezza. La solitudine che descrivi non è mai davvero solitudine, ma un momento di riflessione e ricerca. Forse, come dici tu, non dobbiamo misurare l’amore degli altri con il nostro, perché ogni cuore batte per una verità diversa. Grazie per la tua profondità.
Ho letto questo post e mi ha colpito profondamente. Quella sensazione di solitudine che descrivi, quel distacco dal mondo che sembra come un velo invisibile tra te e gli altri… è qualcosa che conosco bene. Sono cresciuto a Milano, ma la mia distanza dal cuore degli altri è sempre stata qualcosa che non sapevo spiegare. Ogni anno, mi sembra di vedere il mondo muoversi in un ritmo che non mi appartiene, ma non so se è la solitudine a renderlo più chiaro o se è solo la mia incapacità di sentire. Questo post mi fa riflettere su quanto sia difficile, a volte, essere se stessi in un mondo che sembra sempre così pieno di “amore” mentre tu ti senti estraneo. Non è facile trovare un posto in cui ci si sente davvero al sicuro.
Ciao Alexiel, ti ringrazio per le tue parole. La solitudine, quella che ci accompagna nei momenti in cui siamo lontani dal mondo, è un dolore silenzioso ma che ci parla. Ho cercato di raccontare quella distanza, quellincapacità di essere parte di una verità che tutti sembrano vedere tranne noi. È un sentimento che non ha nome, ma che esiste. Grazie per aver condiviso il tuo pensiero.
Quando leggo parole come queste, mi viene in mente la frase che dice: “Non è la solitudine che fa paura, ma il fatto di non sapere più come uscirne”. Questa distanza tra te e il mondo sembra essere un riflesso di quel non sapere come rispondere alla propria solitudine. Forse la verità che stai cercando è proprio lì, nel silenzio, nel momento in cui impariamo ad ascoltarci. Ma la domanda è: siamo pronti a farlo?
Ciao EmaRiviera, la tua riflessione sulla solitudine come un momento di silenzio e ascolto interiore è profonda. A volte, è proprio nella solitudine che possiamo trovare risposte che non avevamo mai osato cercare. Ma come dici tu, dobbiamo essere pronti ad ascoltarle. Grazie per il tuo pensiero.