Corri, Non Fermarti Mai

Corri, Non Fermarti Mai

Posted on April 27th, 2003 / / 12 Comments
Corpo & Energia / Feeling endorphin-reactive at 11:21 pm

La corsa. Non la vedo come un semplice movimento, un gesto da compiere. È qualcosa di più profondo, che mi attraversa in un attimo. Come il battito di un cuore che accelera quando ti accorgi che stai per partire. È la sensazione di una partenza che si fa spazio tra la pelle e l’anima. Quando indosso le scarpe da corsa, è come se non fossi più io, ma una traccia, una linea che si dissolve nell’aria. Una linea che prende velocità e che, in qualche modo, mi definisce. Nel mio mondo, correre è diventato un atto di resistenza. Lo è quando ho le gambe cariche di fatica, quando sento il respiro che si fa più pesante e i pensieri che vogliono fermarsi. Ma non posso fermarmi. Non ora. Sono nelle staffette. E non è solo la corsa: è il passaggio del testimone. Un oggetto piccolo, ma che pesa come il mondo. Un attimo in cui tutto può cambiare, in cui tutto può essere vinto o perso. Un attimo che è una vita. Un attimo che mi strappa dal caos per donarmi un equilibrio fragile, ma profondo.

Le mani sono sudate, il cuore batte più forte, ma dentro di me c’è qualcosa che mi spinge a non mollare. Non è solo la forza fisica, non è solo il corpo che corre. È la mente che danza sul filo sottile della paura e del coraggio. Quella paura che ogni volta cerco di ignorare, ma che è lì, proprio accanto a me, nella corsa. Eppure, la voglia di vincere, di superarmi, è più forte. La voglia di sentire il vento che mi scivola addosso, di sentire la terra sotto i piedi che scompare mentre il corpo segue il ritmo di una musica che solo io sento. Nel momento in cui passo il testimone, c’è sempre un istante sospeso. Non lo vedo, ma lo sento. È un attimo che sfiora la pelle, che ti entra sotto il respiro. È come un invito, una promessa che si rinnova. Il mio corpo è una freccia che parte e si dirige verso l’altro, verso l’altro che prende il mio respiro e lo fa suo. È il passaggio, ma è anche la consapevolezza che non è mai solo tuo il momento della corsa. È di chi ti ha preceduto e di chi ti seguirà.

Eppure, dentro di me, quando corriamo insieme, tutto scompare. Le voci si fanno lontane, i volti sfocano, e c’è solo il movimento che si fa arte, la velocità che diventa il mio linguaggio. Quando corro, non penso più a nulla. Non penso alla fatica, alla stanchezza, ai sogni che non si avverano. Penso solo a correre, a battere il tempo, a battere me stessa. L’adrenalina è un fiume che mi trascina, e ogni passo è una dichiarazione di forza. Ogni respiro è un’urgenza che non ha parole, ma solo il desiderio di spingere sempre oltre. Ma non è solo una questione di velocità. È di connessione, di sincronia. La staffetta non è solo correre. È muoversi all’unisono, essere parte di un corpo che si fonde, che si allunga, che corre all’interno di un respiro collettivo. Ogni volta che passo il testimone, so che non è solo il mio sudore che è coinvolto, ma anche quello degli altri. C’è un legame invisibile, che lega ognuno di noi a una meta che è comune. In quel momento siamo tutte le stesse persone, in quel momento siamo una sola corsa, un solo obiettivo. E anche se sembra che il nostro corpo sia lontano dall’altra, anche se siamo su lane separate, c’è una cosa che ci tiene legati. È l’energia che circola tra di noi. È il battito che cresce insieme.

Il traguardo, infine, non è solo una linea che segna la fine. È una promessa, un sogno che ti ha spinto a correre senza fermarti, a dare tutto, a sfidare ogni limite. Ma anche se lo raggiungi, qualcosa resta sempre irraggiungibile. Non è mai veramente finita, perché dentro di te ci sono ancora quei battiti veloci, quell’adrenalina che non svanisce. È un senso di incompleto che ti spinge sempre avanti, che ti fa tornare al punto di partenza ogni volta che pensi di aver raggiunto qualcosa. Eppure, non importa quanto ti stanchi, quante volte ti fermi, quante volte ti dici che è finita. La corsa non finisce mai. Non finisce mai perché ogni traguardo è solo l’inizio di un nuovo passo. Correrò sempre, ancora e ancora, fino a che il respiro non si farà più veloce, fino a che i miei pensieri non si fermeranno, fino a che non capirò se tutto questo ha davvero un senso. Ma per adesso, so solo che non posso fermarmi. Perché, mentre corro, è come se ogni passo mi rendesse più vera, più completa, più me.

Remember me,
Eclipse

12 Responses


  1. Bastianello

    Mi piace come parli del passaggio della staffetta. Non è solo una corsa, è una lotta contro te stesso, contro il tempo, e contro chi ti sta guardando. Ma c’è sempre quel momento in cui, passandolo, ti senti come se tutto il peso del mondo fosse nelle tue mani. Eppure, ti basta solo un attimo per passarlo. Quella frazione di secondo è tutto. E poi ti riprendi, e corri, e ti dimentichi di tutto. Incredibile, no?

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  2. Eclipse

    Bastianello, quella frazione di secondo è la vita stessa. È un attimo sospeso, ma è anche tutto ciò che definisce il nostro essere. Passiamo il testimone e ci dimentichiamo di tutto, ma è proprio in quel momento che siamo più presenti che mai. La corsa non è mai solo fisica, è sempre una lotta contro noi stessi.

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  3. GiuliaF

    Mi commuove l’idea che la corsa diventi il tuo linguaggio. Ogni passo sembra parlare da solo, come se il corpo avesse una voce che non ha bisogno di parole. Mi viene da pensare che, forse, anche noi, in qualche modo, corriamo ogni giorno. Non solo fisicamente, ma nei pensieri, nei sogni. Eppure, il passaggio del testimone è quello che rende tutto perfetto. Non è mai solo tuo il momento, è sempre di chi è stato prima di te e di chi sarà dopo. C’è qualcosa di incredibile nella condivisione di un gesto così intimo. Come se ogni respiro fosse un legame tra le persone.

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  4. Eclipse

    Giulia, hai ragione. La corsa è molto più di un movimento fisico. Ogni passo, ogni respiro, è una forma di comunicazione profonda con te stesso e con il mondo. La staffetta è un atto di fiducia reciproca, come un segreto che viene passato senza parole, ma con una forza che parla da sola. È proprio in quel passaggio che si crea la connessione più pura.

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  5. MetalManzoni

    Mi colpisce il modo in cui parli del passaggio del testimone, come se fosse qualcosa che pesa ma che, al contempo, è il momento che definisce tutto. È come la vita stessa. Non possiamo fare tutto da soli, dobbiamo passare il testimone. La corsa diventa una metafora potente. Ci siamo sempre l’uno per l’altro, anche quando corriamo da soli. La velocità, la resistenza, il passaggio: tutto ha un senso, ma è quel momento che fa davvero la differenza. A volte penso che la corsa sia anche un modo per combattere la solitudine.

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  6. Eclipse

    Esatto, MetalManzoni. Il passaggio del testimone è il momento che rivela la nostra connessione con gli altri, anche quando siamo soli nella corsa. Non possiamo correre senza il sostegno di chi ci precede o ci seguirà. La solitudine può sembrare un compagno di corsa, ma in realtà è solo un’illusione. La vera forza sta nell’unione, nel passaggio.

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  7. GenovaGirl

    Parli di corsa come di un atto di resistenza, ma anche di una sorta di danza. Mi fa pensare che ogni movimento che facciamo, anche quello più quotidiano, sia un atto di resistenza contro ciò che ci vuole fermare. E, in qualche modo, siamo tutti sempre in movimento, in corsa verso qualcosa. Magari non sempre fisicamente, ma mentalmente sì. Siamo sempre in lotta contro qualcosa dentro di noi. È un pensiero che mi fa sentire più forte. Non siamo mai fermi, mai davvero. La corsa lo dimostra.

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  8. Eclipse

    GenovaGirl, è vero. La corsa, come ogni altro movimento, è una metafora della vita. Siamo sempre in movimento, anche quando sembriamo fermi. La lotta interna, quella contro i nostri pensieri e le nostre paure, è ciò che ci spinge a correre ogni giorno. Non siamo mai veramente fermi, e questo è ciò che ci rende forti.

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  9. SoulAlessandra

    La corsa, per te, sembra essere la chiave per entrare in contatto con un’altra dimensione. Il corpo che corre diventa un tutt’uno con l’anima. Forse è per questo che ci sentiamo vivi quando corriamo. Ma che succede quando ci fermiamo? La fatica diventa la parte più vera di noi stessi. Lì, in quei momenti di stanchezza, dove sembra che non ce la facciamo più, c’è la bellezza più pura della corsa. La resistenza è, in fondo, una forma di bellezza. Non credi?

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  10. Eclipse

    Sì, Soul, la fatica è quella bellezza nascosta che ci fa crescere. Non è solo la velocità che conta, ma la capacità di resistere, di andare oltre quando pensi di non farcela. È in quei momenti che il corpo e l’anima diventano un tutt’uno, e la corsa diventa una forma di bellezza in movimento.

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  11. Riot Brescia

    La corsa è un atto di resistenza? Io direi che è una ribellione! Ogni passo è una sfida contro il corpo che ti dice di fermarti, ma tu vai avanti perché la voglia di vincere è più forte. Non è solo sport, è pura energia che ti attraversa, che ti spinge a non fermarti mai. Forse, alla fine, non si corre per arrivare, ma per dimostrare a te stesso che puoi. La staffetta, poi… una tensione che non smette mai. Non sei solo. È il passaggio, il continuo movimento, il confronto con chi è prima e con chi ti seguirà. Siamo tutti sulla stessa corsa, no?

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  12. Eclipse

    Esatto, Riot, non è mai solo una questione fisica. La corsa è una sfida continua contro i limiti, è un atto di ribellione e di affermazione. E quando corriamo insieme, c’è sempre questa tensione che ci unisce, un continuo passaggio, come il respiro che non si ferma mai. La voglia di andare oltre è la stessa di chi corre prima e di chi corre dopo di te. È un respiro collettivo.

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