Archive for the ‘Storia & Luoghi’ Category
Posted on March 14th, 2001 at 2:00 PM | Tags: Esperienze | 24 Comments
Sono seduta davanti a questa grande finestra, un angolo di silenzio e luce nella casa di mio padre a Genova. Ogni volta che vengo qui nei week-end, è come se mi ritrovassi nel mezzo di un dramma, una pièce teatrale in cui il palcoscenico cambia continuamente, e io sono sempre un po’ in ritardo, un po’ fuori posto. Ma oggi, i raggi del sole primaverile si posano sulla mia pelle con una delicatezza quasi inquietante, come a cercare di dirmi qualcosa che, forse, ancora non comprendo. Il rumore del mare che arriva da lontano, ovattato dalla distanza, mi riempie le orecchie e mi fa sentire come se fossi nel cuore di una tempesta silenziosa. C’è qualcosa nell’aria, nell’odore di salsedine che entra dalla finestra, che mi parla di una verità che sfugge. Come se, in qualche modo, la realtà stesse cercando di avvolgermi, di prendermi per mano, ma senza voler svelarsi completamente. Non so cosa mi stia accadendo, ma ogni volta che sono qui, tutto sembra rallentare, ogni pensiero diventa più denso, come se il tempo stesso si facesse più solido, più difficile da attraversare. Le ombre che si allungano sul pavimento di legno chiaro sembrano fare il loro gioco,...
Posted on January 15th, 2001 at 7:00 PM | Tags: Celebrazioni | 22 Comments
Siamo seduti a terra, circondati da cuscini che sembrano essere stati buttati lì a caso, come frammenti di un caos che ci somiglia. Le luci sono soffuse, quasi timide, e trasformano il salotto in un universo parallelo. Le tende sono socchiuse, lasciando entrare quella luce gialla dei lampioni che dipinge ombre tremolanti sulle pareti. Fuori, l'inverno bussa con la sua prepotenza, ma qui dentro c’è un calore che nessun termosifone potrebbe mai replicare. È il calore dei sogni intrecciati, condivisi. «Allora, cosa facciamo quest’anno? Ma sul serio, niente cose scontate!» esclamo, incrociando le gambe e fissando gli altri. Gli occhi brillano di una sfida sottile, un gioco che conosciamo bene. Mi piace questo momento: il silenzio carico di promesse non dette, che aspetta solo di essere spezzato. M. alza la mano, come se fosse un bambino al primo banco. Il suo sorriso ha quella sfacciataggine che riesce sempre a spiazzarci. «Io lo so già: costruirò una nave pirata! Una vera, con vele nere e cannoni. E navigherò fino ai confini del mondo, alla ricerca di tesori che nessuno ha mai trovato.» La stanza esplode in una risata che ci scuote tutti. Mi piego in avanti, le mani sullo stomaco, cercando...
Posted on December 9th, 2000 at 9:43 PM | Tags: Celebrazioni | 26 Comments
Il Natale non è più quello di una volta, eppure ogni anno ci illudiamo che possa esserlo. # Le luci di dicembre si stagliano nette nel cielo di Milano, ma la città sembra più silenziosa. Un silenzio che urla nelle sue strade strette, tra vetrine illuminate da decorazioni che si riflettono su un pavimento di pioggia. Un Natale senza neve, senza quella magia che tutti aspettano, ma che non arriva mai, se non nei sogni. Mi fermo. Non riesco a scorgere il confine tra il Natale che vorrei e quello che è diventato. Mi perdo nel caotico abbraccio dei mercatini, dove il vin brulé fluttua nell’aria come una promessa, una promessa che non sa mai mantenere. Il calore è solo apparente, una finta carezza che ti fa sentire meno freddo ma non meno solo. Il profumo delle spezie, quello stesso profumo che ormai mi sembra distante, mi avvolge come una coperta troppo stretta. Risate e parole che si mescolano in un linguaggio che non comprendo più. È un Natale che si consuma nel momento stesso in cui viene vissuto. La magia svanisce, lasciando dietro sé il peso di una nostalgia che cresce ogni anno, come una fitta che non riesco...
Posted on November 18th, 2000 at 9:26 PM | Tags: Celebrazioni | 24 Comments
Immagina di vivere in un istante che non dura mai, un presente che si dissolve prima che tu possa comprenderlo veramente. Eppure, continuiamo a cercare di afferrare qualcosa… qualcosa che, alla fine, non ci appartiene. È forse il momento di abbandonare quella costante ricerca della memoria, di guardare al futuro con occhi finalmente liberi, liberi da tutto ciò che ci incatena? Ma riusciremo davvero a farlo, o siamo già troppo legati a ciò che è stato, in attesa che il tempo ci consumi?. Ogni azione che compiamo, ogni respiro, ogni pensiero, risuona nei secoli a venire. Un suono che non si spegne, ma che si propaga, come una crepa nella roccia che, lentamente, si fa strada. Noi siamo quel suono. Ogni attimo vissuto è un'eco di qualcosa che non tornerà mai più. Eppure continuiamo a correre, pensando che ci sarà un domani, che possiamo fare qualcosa di più, che possiamo avere il controllo. Ma mentre guardo, mentre respiro, mi rendo conto che il tempo scivola via… fra le dita, inesorabilmente. Eppure siamo ancora qui, a piantare semi in un terreno che non vedremo mai crescere. Ma la domanda è: che seme stiamo piantando? Oggi, più che mai, mi sento intrappolata...
Posted on October 14th, 2000 at 1:05 PM | Tags: Celebrazioni | 16 Comments
Un vento sottile mi sfiora il viso mentre cammino per le vie di Milano. È un respiro freddo, ma non pungente. Un respiro che sa di foglie, di pioggia che si prepara a cadere. L’autunno è arrivato, e con lui la bellezza che mi avvolge come una carezza sottile, quasi impercettibile, ma intensa, che mi cattura senza preavviso. Lo so, lo sento: è una stagione che non ha bisogno di spiegazioni, è una stagione che semplicemente accade. Il cielo è grigio, ma non triste, è il grigio che avvolge senza schiacciare, che accoglie. Ogni passo che faccio mi sembra più leggero, quasi come se l’autunno mi stesse invitando a una danza che non voglio fermare. Le foglie cambiano e tutto si tinge di mille sfumature: l'arancione, il rosso, il giallo bruciato. Ogni angolo di Milano sembra illuminarsi con un riflesso caldo, morbido, che in qualche modo spezza il grigiore di un cielo che non vuole decidersi. La città diventa un quadro dipinto con colori che non puoi ignorare. È come se, per un istante, tutto ciò che è stato verde ora si arrende, si abbandona ad un colore che è più intenso, più maturo. È la bellezza della fine, che...
Posted on September 26th, 2000 at 8:00 PM | Tags: Esperienze | 30 Comments
Ogni tanto, la vita ti colpisce senza preavviso, come un'onda che ti sommerge mentre pensi di essere al sicuro sulla riva. Oggi è successo. La notizia del naufragio del traghetto M/S Express Samina mi ha spezzato. E non è solo la morte che mi ferisce. È il dolore vivo, quello che sfiora l'anima come una mano gelida, che ti spinge ad affrontare la tua mortalità con un pugno allo stomaco. Le immagini sullo schermo scorrono rapide, ma la loro scia resta dentro di me. Quella paura, quella disperazione che non posso ignorare. C'è qualcosa di intangibile in questo dolore che mi trapassa, come se il destino stesso avesse deciso di inchiodarmi in questo momento, in questa angoscia. Non conoscevo nessuna delle vittime, eppure li vedo. Li vedo come se fossero parte di me, come se un filo invisibile mi unisse a loro. Forse è il dolore stesso a fare da legame, perché quando vedi qualcuno soffrire, un pezzo di te si spezza con lui. La vita non è mai solo la tua. È di tutti, e ogni respiro è condiviso, per quanto non lo vogliamo. Ogni dettaglio che mi arriva, ogni testimonianza, è un eco che rimbalza dentro di me....
Posted on June 28th, 2000 at 10:30 AM | Tags: Celebrazioni | 14 Comments
A Milano, da quando la scuola è finita, si sente solo un rumore. Un rumore che non è un suono qualsiasi, ma un ruggito costante, un’eco che rimbalza tra le strade vuote. Non è un motore qualsiasi, ma il Malaguti Phantom, uno scooter che ormai è il padrone della città. Da giorni, ogni angolo, ogni vicolo, ogni piazza è invaso da questo suono, come una traccia che il destino si è deciso a lasciare in questo luogo. Una traccia che, inevitabilmente, mi risucchia. Come se quella scia di rumore fosse una porta che si apre nel mio passato. E mi chiedo: perché proprio ora? Perché proprio questo scooter? Il Malaguti Phantom non è solo uno scooter, è un fantasma. Lo vedo ovunque, nelle ore calde del pomeriggio, quando le strade sono inondate di luce. Il suo ruggito arriva come un battito di cuore, un suono che sfida il silenzio, che si insinua nelle pieghe della mia memoria. Un’emozione che non trovo più, ma che è ancora lì, dentro di me, pronta a risvegliarsi ogni volta che quel motore ruggisce. E mentre il Phantom sfreccia accanto, mi trovo a pensare: «Questo è il rumore del passato. E sono io che lo...
Posted on June 9th, 2000 at 4:39 PM | Tags: Memoria | 30 Comments
L’alba si insinua tra i grattacieli, un rosa che svuota il grigio di ieri, come un respiro che si fa largo nell'aria. La città, sempre così inafferrabile, si sveglia. Un risveglio che non è mai uguale al giorno prima. In piedi, sulla mia terrazza, come ogni mattina. Ma oggi, non è una mattina come le altre. Il freddo mi morde la pelle, un morso che sembra arrivare da lontano, da un posto che non so nemmeno dove sia. Ma non mi importa. Lo sento come se fossi una parte di questa città che pulsa e respira, nonostante tutto. I grattacieli, le strade, il traffico, la solitudine che mi avvolge mentre il mondo si agita intorno a me, sono tutto uno. Eppure, non riesco a definire questa sensazione. È come se qualcosa, nell’aria, stesse per succedere. Una vibrazione che mi percorre, che cresce dentro, mentre il sole fa capolino e tinge tutto di una luce che sa di inizio e di fine. L’uomo che corre, il ragazzo in bicicletta, la signora anziana che apre la sua edicola. La città è un movimento perpetuo, una danza senza regole. Quante vite si sfiorano senza mai conoscersi? Quante storie vengono vissute e consumate dietro...
Posted on January 31st, 2000 at 10:33 PM | Tags: Rivelazioni | 24 Comments
Ogni volta che ascolto notizie come queste, c’è una fitta che mi travolge, come se un pezzo di me stesso cadesse nel vuoto insieme a quella notizia. L’aereo. Ancora un aereo. Il volo 261 della Alaska Airlines. Ogni parola del giornalista è un colpo secco che mi fa tremare, un taglio profondo. "Un incidente aereo, al largo delle coste della California." Ottantotto vite. Ottantotto destini bruciati nell’inferno di un istante. Un battito di ciglia e il mondo si spezza. Mi sembra impossibile non sentire quel peso, non pensare a chi si è trovato a bordo. Non posso non immaginare le loro ultime ore, le loro speranze e sogni che volavano insieme a loro, puri e immacolati, prima di essere strappati via. Quell’innocenza del volo, come se il cielo fosse uno scrigno di possibilità, ma oggi quel cielo è diventato il carnefice. Il pensiero corre subito a chi resta. Ai familiari che non avranno mai più i loro cari, ai cuori spezzati che non troveranno mai una pace vera. Perché, mi chiedo, perché? Perché proprio loro? Ricordo quel volo che ho fatto anni fa. Un piccolo velivolo, l’aria gelida e il cielo che sembrava minacciarci da ogni parte. La tempesta che...
Posted on September 13th, 1999 at 7:00 AM | Tags: Memoria | 14 Comments
« Cammino in un tempo che non appartiene a nessuno, come se ogni passo fosse un eco di vite già vissute # » Mi fermo. Sento l’aria che mi scivola addosso, una brezza sottile che mi accarezza il volto. È diversa questa mattina, più fredda, più distante. Mi trovo davanti alla porta di un luogo che ho chiamato casa per anni, ma oggi mi sembra estraneo. La sensazione è strana, come se avessi visto troppe cose in un solo respiro. Il cuore batte un po’ più forte. Le scarpe, con il loro rumore, spezzano il silenzio mentre percorro il corridoio. Ogni passo un eco. Ogni passo una promessa di qualcosa che devo ancora capire. La campanella suona, e l’immagine della porta si dissolve in un attimo. Non sono più davanti a quel varco che separa me dal mondo. Ora sono dentro. Sento il peso dell’attesa, il battito del cuore che non ha mai smesso di accelerare. I volti intorno a me, nuovi eppure familiari. Ogni sguardo è un mistero. Le parole non dette scorrono nell’aria, sussurrate nei movimenti degli occhi. C’è una domanda che non mi lascerà per tutto il giorno: chi diventerò quest’anno? Mi siedo al banco. Il legno...