Archive for the ‘Reti & Codici’ Category
Posted on December 31st, 2005 at 9:30 AM | Tags: Algoritmi | 0 Comments
Il mondo attorno a me pulsa di una strana energia, come un motore che vibra sottovoce. È dicembre, e il Capodanno sembra un lontano miraggio intriso di fretta e caos. Ma per me, questa frenesia collettiva è solo un teatro dell'assurdo, una scena recitata con il copione sbagliato. Mi preparo al mio rito personale: il silenzio. Non c’è musica, né brindisi in programma. Solitudine scelta, non subita. Una candela sul tavolo emana un aroma leggero di sandalo, un profumo che mi avvolge come un abbraccio invisibile. L'aria è fredda, ma il calore della fiamma sembra sfidare l’inverno che preme alle finestre. Mentre sorseggio una bibita che sa di rosa, rifletto. La fine dell’anno è un’illusione. Un numero che cambia, una convenzione che ci rassicura. Ma cosa succede quando il cambiamento non si sente dentro? Fuori, l’eco lontana di qualche risata si mescola al suono distante delle auto. Osservo il cielo, una tela nera spezzata da un’unica stella. La sua luce sembra quasi irrilevante, fragile, eppure eccola lì, costante, immutabile. Penso ad Albert, alla sua ossessione per l’ordine, come la mia. Mi chiedo se anche lui, con la sua mente matematica, sentirebbe questa insoddisfazione viscerale per le celebrazioni forzate. Mi alzo...
Posted on August 10th, 2005 at 4:00 PM | Tags: Algoritmi | 0 Comments
Sono sveglia da qualche ora, eppure il silenzio pesa come una cappa sul mio corpo. Non è il solito silenzio, quello che ti accompagna nei giorni vuoti, ma uno di quei silenzi che fanno male, che ti ricordano che c'è qualcosa che non va. O forse è il silenzio che viene dopo il fragore, quando tutto tace ma le cicatrici restano. Oggi, agosto 2005, eppure sembra essere passato un secolo dal 7 luglio, giorno che non dimenticherò mai. Non si può dimenticare, no, perché qualcosa è cambiato. La sensazione di vivere in un mondo sospeso è diventata più forte. Il terrorismo non è una parola astratta o lontana, è una presenza concreta. È quel battito d'ali di un destino che non sai mai dove ti condurrà. È il buio che s’insinua nei margini della quotidianità, nelle pieghe di un momento che, fino a ieri, era banale, come il cucinare una zuppa. A volte, il profumo di una cipolla che sfrigola in padella ti porta con sé in un altro tempo, in un’altra vita. Oggi, mentre sbuccio l'aglio, il suo odore pungente mi fa venire in mente le strade vuote di Londra, il calore soffocante di una città che è diventata...
Posted on February 3rd, 2005 at 10:30 PM | Tags: Algoritmi | 0 Comments
Esistono sguardi che non vediamo mai, ma che osservano ogni passo. Ci scrutano, ci giudicano, ci clonano. E noi, possiamo davvero sfuggire al loro riflesso? # Oggi è una giornata che scivola tra le mani, come acqua che cerca di sfuggire alle dita. La pelle trattiene una sensazione di gelo, ma non è il freddo a tormentarmi, è il pensiero di essere osservata. Qualcuno, da qualche parte, sta raccogliendo pezzi di me. Fotografie che non ho scelto di condividere, descrizioni della mia vita scritte da una mano che non è la mia. «Chi sei, tu, che mi rubi l'identità?» mi chiedo, guardando lo schermo davanti a me. Ho provato a capire. Ho cercato di accedere al forum, ma ogni volta il mio IP viene bloccato. Come se volessero negarmi l'accesso alla mia stessa immagine. È ironico, no? Io sono il soggetto, eppure non ho il controllo. Questa sera, accendo una candela sul tavolo. La sua fiamma ondeggia in una danza fragile. Il profumo di cera calda si mescola a un vago sentore di arancia e cannella, un retaggio del Natale appena passato. Eppure, non c'è calore nella stanza. Mi sento osservata anche qui, protetta solo da una sottile barriera di...
Posted on January 11th, 2005 at 10:30 PM | Tags: Equazioni | 0 Comments
La notte non è solo buia. È il momento in cui il mondo si rivela nella sua forma più cruda. Ma cosa accade quando il volto che vediamo non è il nostro? # Mi trovo qui, nel cuore della notte. Il mondo intorno è fermo, ma lo schermo davanti a me pulsa, una sequenza infinita di numeri e lettere, pixel che danzano senza mai fermarsi. Non mi sembra di essere sveglia. Non è più il giorno, non è più la notte. È solo il tempo che scivola via, ed io sono lì, in bilico, in quel limbo di codici e connessioni. Ma poi, in questa distesa vuota di immagini e parole, c'è qualcosa che mi colpisce come un pugno nello stomaco. Un nome. Il mio nome. No, non è proprio il mio nome, ma è abbastanza simile da farmi rabbrividire. Quella maschera, quel profilo falso, quell'illusione digitale mi stava fissando. Una ragazza che si spaccia per me, un fantasma che si nasconde dietro la facciata di Bambolina_Fashion. Si è registrata pochi giorni fa, una copia incollata della mia esistenza. Milano e Genova, dice. Dicono. Non so nemmeno se sia reale. Ma non importa. È solo un’altra bugia che si nasconde...
Posted on January 6th, 2005 at 11:00 AM | Tags: Algoritmi | 0 Comments
La penombra del mio angolo, dove Bambola.altervista.org è nato, si riempie del fruscio delle dita sulla tastiera. Ogni click è come un battito del mio cuore che si fonde con le onde invisibili della rete. Non è solo un sito, è me stessa, in pezzi sparsi. Ogni parola che scrivo è una piccola creatura che cresce dentro di me, alimentata da emozioni non sempre riconosciute. Questa è la mia forma di ribellione. Non mi limito a raccontare, sono io che costruisco un rifugio dove posso respirare, senza paura. È il cuore della notte e il mondo sembra addormentato. Il silenzio è totale, quasi asfissiante. In questa solitudine, posso sentire la mia mente esplorare terre sconosciute. Parlo con M., un amico che ha trovato il coraggio di entrare nel mio mondo, senza prevaricare, senza forzare. Con lui non ci sono muri, solo una reciproca curiosità che cresce a dismisura. In lui c’è qualcosa che non riesco a spiegare, un abisso che mi chiama e non posso fare a meno di cadere. M. mi ascolta senza giudicarmi. Eppure, io sono sempre stata una che tiene tutto sotto controllo, che costruisce barriere tra sé e gli altri. È strano, ma con lui qualcosa...
Posted on June 23rd, 2004 at 10:48 PM | Tags: Algoritmi | 0 Comments
Sono qui, davanti allo schermo, come un soldato che torna a calpestare il campo di battaglia. Mi siedo, appoggio le mani sulla tastiera, e sento la tensione di chi è stata lontana per troppo tempo. Questo blog non è solo un angolo virtuale; è un pezzo di me, uno spazio dove la mia anima si intreccia con la rete, dove ogni parola è un frammento di qualcosa di più grande, di qualcosa che urla per essere espresso. Sono tornata. La pausa è stata lunga, più di quanto avessi immaginato. Mi sono concessa di fuggire, di perdermi nella vita reale, di scoprire chi sono senza l’eco delle mie stesse parole. Le vacanze ad Alassio sono state un balsamo per la mente: sabbia calda sotto i piedi, il profumo di mare che si mischiava a quello delle creme solari, e il vento che portava via ogni pensiero pesante. Ma una voce dentro di me continuava a sussurrare: «Non puoi restare lontana per sempre.» E così, eccomi qui. Mentre la musica di Ray Charles mi accompagna: «Hit the Road Jack» risuona nelle cuffie, una promessa a me stessa, sistemo l’ultimo dettaglio. Ogni riga di codice, ogni impostazione, ogni pixel è il risultato di...
Posted on April 3rd, 2004 at 1:23 PM | Tags: Algoritmi | 0 Comments
Oggi è il grande giorno # Oggi, la macchina mi parla. Non con le parole, non con le frasi fatte che leggo nelle guide, ma con il suo respiro stanco. Il mio iMac blu, il primo della sua specie, non è più il giovanotto brillante che un tempo splendeva sulla mia scrivania. No, ora è una carcassa che ha visto troppo, che ha memorizzato troppi sogni, troppi dati, troppi fallimenti. La sua lentezza è la sua confessione silenziosa, la sua sofferenza, eppure c'è qualcosa di profondo e misterioso in questo suo sussurro. La finestra è aperta e il vento entra, ma non porta freschezza. Porta solo un'aria calda che mescola odori di polvere, di vecchi libri e di caffè ormai freddo. Il mio iMac sembra riconoscerlo, sembra sentire lo stesso respiro in questa stanza vuota. Lo guardo con attenzione: il vetro del monitor è segnato da impronte che non riuscirò mai a pulire del tutto. Ogni angolo è un riflesso di ciò che è stato. Ogni segno sulla sua superficie mi parla di ieri. E io, che non sono mai stata brava a dimenticare, lo sento come un peso. Ogni click è un atto di liberazione. Un atto di ribellione...
Posted on June 16th, 2003 at 1:59 PM | Tags: Algoritmi | 0 Comments
Ogni battito del cuore è un codice, ogni respiro una connessione invisibile. Eppure, tra tanta connessione, siamo più soli che mai. # Sono seduta davanti allo schermo, il rumore della tastiera che mi accompagna, come un battito frenetico che non smette mai. La luce blu che emana dal monitor è la mia unica compagnia, il mio unico rifugio in questa realtà digitale che cresce e si espande, sempre più intrusiva, sempre più vorace. Non riesco a smettere di scrivere, di connettermi, di essere sempre connessa, come se l'unica cosa che davvero conta fosse questa linea invisibile che mi lega al resto del mondo. Cosa succede quando tutto ciò che conosciamo diventa digitale? È il grande paradosso del nostro tempo. Viviamo nella più grande rete mai concepita, ma quanto di noi rimane intatto? Quanto di noi rimane umano in un mondo che ci impone di essere sempre connessi, sempre a portata di clic? Perché, nonostante tutto, mi sento più lontana che mai da chi mi circonda? Più mi immergo nel cyberspazio, più mi rendo conto che non è un luogo di libertà, ma una prigione invisibile che ci tiene legati in modo sottile e subdolo. Ogni notifica, ogni messaggio, ogni post...
Posted on June 2nd, 2003 at 9:30 PM | Tags: Equazioni | 0 Comments
Siamo appena usciti dal cinema. Lo schermo ancora vibra nella mente, le luci della sala si mescolano con l’eco di quelle immagini potenti. Il film era Una settimana da Dio, e come sempre, non si trattava solo di una commedia. C’era qualcosa di più profondo che ti penetrava, come una verità scomoda che non avevi mai davvero considerato. Jim Carrey era il protagonista, e lo conosciamo tutti, ma qui, in questa storia, è diverso. Non è il solito personaggio sopra le righe, ma un uomo che scopre di avere il potere di fare ciò che vuole. Ma non è questo che mi ha colpito di più. È la sua evoluzione, la sua consapevolezza che la vera potenza non sta nel cambiare il mondo a proprio piacimento, ma nell’accettarlo per ciò che è. E questa è una lezione che pochi sanno insegnare, ma che dovremmo tutti imparare. Lo guardi e pensi: «Se avessi il potere di cambiare tutto, cosa farei?» La tentazione è forte, ma la verità è che non sempre possiamo essere i creatori della nostra realtà. La domanda che ci pone il film non è se possiamo avere potere, ma cosa facciamo con quello che già abbiamo. Così mi...
Posted on September 4th, 2002 at 11:40 AM | Tags: Algoritmi | 0 Comments
Ho usato Napster per quasi due anni. Due anni di ricerca, di canzoni scaricate, di scoperte musicali che avrebbero segnato la mia adolescenza. Tutto a portata di clic. La promessa di un mondo senza barriere, senza confini. Ma oggi, 4 settembre 2002, tutto è finito. Napster non è più quello che conoscevo, e io non sono più la stessa. Mi sveglio con una sensazione di vuoto. Un mondo di possibilità che sparisce. Eppure, mi chiedo se qualcuno si rendesse conto di ciò che stava perdendo. Era una rivoluzione. Non c'era niente di simile. Mi ricordo le ore passate a cercare canzoni, a scaricare album interi. Ogni giorno, una nuova sorpresa. Un brivido di libertà, la possibilità di avere la musica che volevo senza doverla comprare. Era come rubare, lo ammetto. Ma in fondo, chi non lo faceva? Oggi, però, non c’è più niente. I server sono giù, i sogni si sono infranti contro la legge. La musica è tornata a essere ciò che era prima: una merce. Eppure, io mi sento ancora connessa a quell’idea di infinito, a quella possibilità che sembrava così vicina. Napster non era solo un programma. Era un simbolo. Un atto di ribellione. Una sfida a...