Capodanno 03/04

Capodanno 03/04

Posted on January 1st, 2004 at 5:00 AM | Tags: | 0 Comments

Questa sera è stata davvero speciale. La città di Genova, immersa nel buio di febbraio, respirava di una vitalità che sembrava rifiutare l’inverno. T. mi ha preso per mano, senza esitazione, e mi ha trascinata lungo il porto. Il suono delle risate e delle voci si mescolava al rumore dei passi sulla pavimentazione di pietra, creando una melodia che solo una serata come questa può evocare. L’aria salmastra accarezzava il viso, carica di promesse, mentre la folla festante ci scivolava accanto, ignara della magia che stava per accadere. E poi i fuochi d’artificio. Esplosioni di luce che, in un attimo, illuminano il cielo e l’anima. Ogni scintilla era come un sogno che prendeva forma, ed era impossibile non restare ipnotizzati da quella danza di colori, così intensa da sembrare irreale. Eppure, in quel fragoroso silenzio che solo i fuochi possono creare, ho sentito una calma surreale.

Il momento più memorabile, però, è arrivato quando abbiamo deciso di fermarci. Lì, sotto il cielo stellato di Genova, con il porto alle spalle e il mare che sussurrava i suoi segreti. T. mi ha guardato negli occhi, in silenzio, con una dolcezza che non avrebbe potuto essere espressa a parole. Un sorriso che ha detto tutto. Poi, come se il mondo non esistesse più, si è avvicinato e mi ha baciata. Un bacio che ha trafitto ogni barriera, ogni paura, ogni dubbio. In quell’istante, ho sentito che il nostro legame si era rinforzato, che eravamo pronti a sfidare tutto insieme, perché in quel bacio c’era più di un semplice gesto d’affetto. C’era la certezza che avremmo affrontato qualsiasi cosa ci fosse in agguato nel nuovo anno, insieme.

Ho sentito il calore della sua pelle, il battito del suo cuore che risuonava forte nel silenzio. Una sensazione che mi ha riempito di vita e di speranza. Eppure, in qualche modo, c’era qualcosa che mancava, un vuoto sottile che non riuscivo a colmare del tutto. Ci siamo separati lentamente, ancora immersi nella nostra bolla di felicità. La gente ci scivolava accanto, ma niente sembrava toccarci. In quel momento, avrei voluto fermare il tempo, avrei voluto non uscire da quel rifugio segreto che ci eravamo costruiti. Eppure, la realtà è tornata, con la sua crudezza. Il porto, la folla, i fuochi… tutto è svanito nella notte.

Pensa. Quante volte nella vita sentiamo che un istante è tutto ciò di cui abbiamo bisogno per sentirci vivi, per sentirci completi? Eppure, subito dopo, il vuoto si insinua tra le pieghe del nostro cuore. È l’effimero a renderci consapevoli di quanto sia fragile la felicità. Cosa resta dopo il bacio? Forse, solo la sensazione di aver vissuto un attimo che non tornerà. Ma chi decide che l’istante deve finire?

Se ogni bacio è come una fiamma che si spegne, allora, forse, dobbiamo imparare a guardarne il fuoco e lasciarci bruciare, senza paura. Il resto, è solo silenzio.


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