Accoglienza Silenziosa, Italia Scomparsa

Accoglienza Silenziosa, Italia Scomparsa

Posted on September 18th, 2024 / / 6 Comments
Storia & Luoghi / Feeling at 12:56 pm

Italia terra di contrasti e di passioni

Non mi manchi, Italia.
Non mi è mai mancata la tua lingua, il tuo caos, la tua bellezza sfacciata.
Sono stata abbracciata da un’altra terra e in quella distanza ho trovato la pace.

Il coltello scivola sulla cipolla, l’acciaio che penetra nella polpa umida, la lama che striscia via come se sapesse cosa sta facendo, come se conoscesse la mia anima in modo più profondo di quanto io stessa ne sappia. Il profumo pungente mi graffia gli occhi. Quello che resta è una scia di lacrime, il cuore che batte più forte, l’odore che si mescola alla pioggia che batte contro i vetri. È strano come il tempo sembri fermarsi quando si affonda in un gesto così semplice. Una cipolla. Un coltello. Un attimo che potrebbe essere passato inosservato, ma che invece mi scuote come un pugno dritto allo stomaco. Il coltello è sospeso, l’aria si ferma. Non c’è spazio per nient’altro in quel momento, solo il silenzio di una riflessione che mi afferra, potente, e mi costringe a sentire: l’Italia non mi manca. Non mi è mai mancata. I miei piedi si muovono lentamente tra le stanze di questa casa che ora è mia, una casa che non è più solo un posto dove dormire, ma una casa che respira con me. La luce della sera filtra attraverso le finestre, tintinnando tra le ombre delle cose, mentre il suono dei passi si mescola a quello delle gocce di pioggia che cadono fuori. Ogni dettaglio mi parla: la lucentezza dell’acqua sui canali, il calore che sale dalla zuppa, il silenzio che mi avvolge come una coperta. C’è qualcosa in questo paesaggio che non mi ha mai dato l’Italia. Qui, dove tutto sembra essere sotto controllo, dove l’aria ha un sapore che non urla, ma sussurra, ho trovato la calma che cercavo.

Sono qui, davanti alla finestra, e mi sorprendo a toccarla con un dito. La condensa si mescola alla mia traccia, e la linea che lascio dietro di me sembra una domanda, un’incertezza. Le luci dei lampioni si riflettono nei canali, tremolano come piccole candele che non hanno mai avuto un vero scopo, se non quello di illuminare la solitudine. E mentre guardo, la domanda mi nasce, silenziosa, dentro di me: «Può un luogo diventare parte di te più di quanto non lo sia mai stato quello in cui sei nata?» Il pensiero mi affonda nel petto. La verità è che non sento più il peso della nostalgia. Non ne sento più la gravità, quella fitta che mi ha legata per anni a una terra che non ha mai saputo guardarmi come mi guardo io ora. L’Olanda mi ha accolto senza chiedere chi fossi, senza mettere etichette su di me, senza giudicarmi. Mi ha dato quello che non avevo mai avuto prima: uno spazio per respirare. Per pensare. Per vivere senza dover spiegare ogni mio passo.

Mentre la zuppa continua a bollire, il profumo di spezie orientali si mescola con il caldo che invade la cucina. Ogni cucchiaio che aggiungo sembra un atto di rito, un atto che parla di casa, ma non una casa che ho mai conosciuto prima. È un sapore nuovo, un incontro tra mondi che non si incontrano mai, ma che qui, in questo angolo di mondo, sono diventati uno. È una casa che non mi appartiene, ma che è diventata mia, senza preavviso, senza domande. Mentre la fiamma cuoce lento il mio piatto, mi ritrovo a pensare: Italia, sai cosa? La voce dentro di me risuona forte. La distanza che ci separa è diventata più di una semplice geografia. «Non mi manchi. Non mi sei mai mancata.» Il pensiero arriva come un’esplosione che sfonda l’aria, ma non è più rabbia, non è più sofferenza. È solo la verità, nuda, che si fa spazio in un angolo che non avevo mai visto prima. Qui ho trovato il mio spazio, un’eco che non urla, ma che si fa sentire, dolce, come una melodia che si lascia ascoltare. Ho trovato un posto dove non devo fare altro che respirare e lasciarmi andare. Non c’è bisogno di spiegare niente. Non c’è bisogno di giustificare il mio essere. Qui, semplicemente, sono.

Ho imparato ad ascoltarmi in questo silenzio che mi circonda. Ho imparato a prendere tempo per me stessa, a vivere senza correre. Ad apprezzare la bellezza di ciò che mi circonda, senza fretta, senza il bisogno di avere sempre una risposta. Ho imparato ad ascoltare la musica, a guardare l’arte come se ogni opera fosse una lettera che mi parla, e a ricordare quei momenti in cui la scienza ci ha spiegato il mondo senza farci sentire lontani. Ogni passo che faccio qui è diverso, ma è diventato parte di me. Cosa definisce davvero un luogo? Cos’è che ti fa sentire a casa? Non è la terra su cui cammini. Non è la lingua che parli. Non è il caos che ti circonda. È ciò che trovi dentro di te quando sei solo con te stesso. Quando finalmente hai il coraggio di ascoltarti.

E tu, che cos’è che ti definisce? Cos’è che ti fa sentire a casa?

HISTORY.
Remember me,
Eclipse

6 Responses


  1. Francesca

    Che bellissimo post! Riesci a trasmettere quel sentimento di nostalgia che solo chi vive lontano dalla propria terra può capire. Anch’io, vivendo fuori dall’Italia da tanti anni, mi ritrovo spesso a riflettere su cosa significhi davvero tornare. A volte mi chiedo se il ritorno sia più nei ricordi che nei luoghi stessi.

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  2. Ginaluca M.

    L’Italia è davvero un paese di contrasti, come dici tu. È difficile distaccarsi completamente, anche quando pensi di aver trovato un’altra casa. Anch’io vivo all’estero, e nonostante le frustrazioni che provo pensando a certe cose dell’Italia, c’è sempre qualcosa che mi chiama indietro. Non è tanto la voglia di tornare a vivere lì, ma è come se fosse una parte di me che non può essere separata.

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  3. Mary

    Non sono mai stata lontana dall’Italia, ma trovo le tue riflessioni molto profonde. A volte penso che conoscere un posto significhi più affrontare le sue ombre che ammirare solo le sue bellezze. E forse è proprio questo che rende così difficile distaccarsene.

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  4. Lucax

    Anch’io sono partito, ma per me è stato più un sollievo che una nostalgia. L’Italia mi ha deluso sotto molti aspetti, e anche se ogni tanto ci torno per trovare famiglia e amici, non sento quel richiamo che descrivi. Forse siamo diversi o forse ho semplicemente vissuto esperienze diverse, ma per me il ritorno è solo temporaneo, senza quel significato più profondo che hai espresso.

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  5. Ele

    È strano come un luogo possa far parte di te anche quando non ci sei più. Ho vissuto in Inghilterra per quasi dieci anni e ogni tanto mi manca l’Italia, ma non per la sua perfezione. Forse proprio per le sue imperfezioni e quel senso di caos che mi fa sentire viva. È un rapporto di amore e odio, come dici tu, pieno di contraddizioni.

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  6. Federico

    Ho trovato questo post molto sincero e pieno di emozioni. Anche io ho lasciato l’Italia anni fa e, nonostante tutto, sento ancora un legame forte con il mio paese. Ma è cambiato, proprio come sono cambiato io. È difficile descrivere questa sensazione, ma penso che tu ci sia riuscita perfettamente.

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