Il Nome Incompleto
Posted on June 10th, 2000 at 6:30 PM | Tags: Poesia | 0 CommentsNel Paese delle Meraviglie, il mio nome è un sussurro #
Mi presento a voi. Mi chiamo Alice, e no, non sono quella del paese delle meraviglie. Non mi piacciono i paragoni facili, non mi nascondo dietro metafore. Questo nome è stato scelto per me prima ancora che potessi capire cosa significasse. Un nome semplice, comune, che però porto come una bandiera silenziosa. L’ho portato attraverso momenti di confusione, domandandomi spesso se rappresentasse davvero ciò che sono. «Alice» è un nome breve, ma ha un peso che senti solo quando lo dici più volte a te stessa. Sembra quasi incompleto.
Mi chiamo Alice perché mia madre amava la semplicità, e mio padre diceva che le cose semplici sono le più difficili da capire. Ed è vero, ora lo vedo. Mi osservo nello specchio e vedo una ragazzina che ha cercato di definire se stessa attraverso quel nome, quasi fosse una battaglia quotidiana. Non c’è nulla di meraviglioso o fiabesco in questo. Solo io, qui, in piedi davanti alla realtà. Cosa significa davvero essere Alice?
Forse è solo un nome, una maschera che porto senza accorgermene. O forse è la mia essenza, quella parte di me che ancora non riesco a completare. Ci sono giorni in cui vorrei cambiarlo, come si cambia un vestito che non ti sta più bene. Ma poi ci sono giorni in cui lo pronuncio con orgoglio, perché so che è la mia storia, il mio percorso.
«Alice», ripeto piano, quasi sottovoce. Ogni volta che lo dico, spero di sentirne il significato, di scoprirne il segreto. Forse è nascosto tra le lettere, tra quegli attimi di vita che ancora non conosco. O forse è un enigma che resterà irrisolto, come molti altri aspetti di me stessa. Ma non mi arrendo, non mi fermo qui. Voglio andare oltre, scoprire cosa si cela dietro questo nome. a dire il vero la gente mi chiama «Elis», in inglese. Nella mia classe ci sono tre ragazze con il mio stesso nome, percui per cercare di non confondersi, a me chiamano nel modo inglese, non che mi dispiaccia. In fondo, ogni nome ha un significato diverso per chi lo porta. Non siamo mai quello che sembriamo agli altri. Siamo l’insieme di esperienze, scelte, sogni non detti. E il mio nome è solo l’inizio di una storia che scrivo ogni giorno, anche se non so ancora come finirà.
Alice. Un nome che evoca nobiltà e grazia, dicono. Ma io mi chiedo: che nobiltà c’è nel dubbio costante? Che grazia nel sentirsi perennemente inadeguata? Eppure, forse è proprio in questa lotta che si nasconde la vera essenza del mio nome. Non nella perfezione, ma nella ricerca continua. Mi hanno detto che Alice significa «di nobile stirpe». Che ironia. Io, che mi sento spesso l’ultima della classe, la meno nobile tra le nobili. Ma forse è proprio questa la mia nobiltà: il coraggio di mettere in discussione tutto, anche me stessa.
Mi hanno anche detto che le le bambine e ragazze con il nome Alice, spesso, sono stravaganti e creative. Io mi sento più come un libro ancora da scrivere, con pagine bianche che aspettano di essere riempite. La mia creatività? È nel modo in cui affronto ogni giorno, cercando di dare un senso a questo nome che porto. «Le persone che si chiamano Alice risultano essere piuttosto testarde», ho letto anche questo. E forse è vero. Sono testarda nel mio rifiuto di accettare definizioni preconfezionate, nel mio desiderio di scoprire chi sono veramente, al di là del nome che mi è stato dato.
Allora, chi sono io veramente? Alice, un nome, un’idea, o semplicemente una ragazza in cerca di se stessa? E tu, che leggi queste parole, hai mai pensato a quanto il tuo nome influenzi la tua vita, le tue scelte, il tuo modo di essere? Forse è tempo di guardare oltre le etichette, di scavare più a fondo nella nostra essenza. Perché, alla fine, non siamo solo il nostro nome, ma tutto ciò che scegliamo di essere, giorno dopo giorno.
E poi chi se ne importa, tanto non mi chiamo io, mi chiamano gli altri.