Un Natale in Ombra

Un Natale in Ombra

Posted on December 9th, 2000 at 9:43 PM | Tags: | 0 Comments

Il Natale non è più quello di una volta, eppure ogni anno ci illudiamo che possa esserlo. #

La città è avvolta dal freddo e dalle luci di dicembre. Milano, quella Milano che ti mangia e ti spinge a correre senza tregua, ora è mutata, trasfigurata. Le strade, un tempo caotiche, sono diventate il palcoscenico di una scenografia surreale, una sfida alle leggi della quotidianità. I mercatini di Natale invadono ogni angolo, come un esercito di piccoli mondi pronti a lanciarti in una danza di luci, colori e ricordi.

Mi perdo tra le bancarelle, dove il vin brulé avvolge l’aria di un abbraccio caldo e familiare. Il profumo delle spezie mi cattura, mentre un coro di risate e chiacchiere mi avvolge come una coperta di emozioni non richieste. Un Natale che pare nuovo, ma che è sempre lo stesso. Ogni anno sembra portare con sé una magia che si consuma in fretta, per lasciare spazio a una nostalgia che diventa sempre più pesante.

Le decorazioni natalizie brillano come stelle in una notte senza luna. Vedo ogni oggetto, ogni ornamento, come un frammento di un sogno che non ha mai fine. Mi fermo e penso che il Natale sia un ricordo che scegliamo di rivivere ogni anno, come un rito di passaggio. C’è qualcosa di confortante in questa ripetizione. Non è solo il calore del vin brulé, non è solo l’incanto delle luci, ma un bisogno profondo di aggrapparsi a un’immagine di felicità che non sappiamo più afferrare.

Mentre cammino, il suono della musica mi arriva come un’eco lontana. Non sono più solo le voci degli altri, ma una melodia che sembra parlare a me. Non sono mai stata particolarmente religiosa, ma il Natale ha il potere di risvegliare in me una fede che non sapevo di avere. È come se ogni nota suonata in strada fosse un messaggio segreto, un invito a fermarsi e riflettere.

E poi c’è l’albero, il gigante che troneggia in piazza. Non è solo l’albero di Natale: è una promessa, un simbolo che ci ricorda che, nonostante tutto, possiamo ancora sperare. Mi avvicino, lo guardo negli occhi, e mi sembra di vederlo come se fosse il primo. È più grande di quanto immaginassi, ma anche più fragile. Come noi. Un faro nella tempesta, un simbolo che cede sotto il peso delle nostre aspettative.

Mentre mi allontano, con un sacchetto pieno di piccoli regali e una sensazione di vuoto che mi fa compagnia, non posso fare a meno di chiedermi: cos’è veramente il Natale? È un momento di felicità o solo un inganno per sopravvivere alla realtà? Il mercatino di Milano, le luci, la musica: tutto questo è un rifugio o una prigione? Ogni anno lo celebriamo, ma cosa rimane veramente?

Ogni Natale è una riflessione su ciò che ci manca. Una luce che si spegne. Un ricordo che si dissolve. Eppure, ogni anno, continuiamo a sperare che possa accadere qualcosa di miracolosamente nuovo. Ma cosa succederebbe se smettessimo di credere ai miracoli? E se il Natale fosse davvero solo quello che vediamo?

Siamo pronti a lasciar andare la nostra idea di felicità, per fare spazio a qualcosa di più autentico?


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