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Magia e Speranza, Siamo Qui

Quattro ore. Quattro ore che ci separano dalla fine di un ciclo, dal tramonto di un anno che si è consumato tra le nostre mani come sabbia, come polvere dorata che si disperde nell’aria. Ma cosa cambia davvero? Ogni minuto che scorre non è altro che un battito di cuore, eppure sembriamo credere che il tempo abbia un potere magico proprio quella notte. Un respiro, un momento simbolico, e il mondo cambia, nonostante tutto resti uguale. Il cielo sopra Milano è pregno di promesse, illuminate da una città che non dorme mai. Eppure, in tutto questo splendore, c’è un’ombra. C’è una sensazione che si insinua tra le risate, che si mescola ai brindisi, che ci fa sentire per un attimo come se fossimo solo attori in una recita. La magia di quel passaggio non è mai come sembra. Si tinge di un’ironia che non voglio vedere, ma che è lì, sotto la superficie lucida dei fuochi d’artificio e dei sorrisi.

In fondo, cosa cambia davvero? È un gioco di specchi, un inganno che abbiamo accettato. Quattro ore che si dissolvono nell’aria come una bolla di sapone, e mentre il contatore dei secondi ci batte sul petto, il cuore di Milano batte lo stesso. Siamo in piedi su una giostra che gira da secoli, e non importa quanto velocemente giriamo, ci troviamo sempre nel medesimo punto. Quattro ore. E poi il 2001 arriva, e noi siamo ancora gli stessi. Non siamo mai davvero pronti.La felicità, quella vera, non arriva con il suono di un bicchiere che si infrange contro il pavimento. È nel silenzio che seguiamo i sogni degli altri, aspettando qualcosa che ci faccia sentire che il cambiamento è reale. Non è nel brindisi, ma nella quiete, che si cela la vera rivoluzione. Perché, sì, il cuore batte forte, ma batte sempre per le stesse cose: la paura, la speranza, l’incertezza.

Milano è un cuore che pulsa senza fermarsi, e io sono qui, circondata da centinaia di persone, ma la solitudine è la mia compagna di viaggio. La stessa solitudine che affiora in ogni angolo della città, mentre la folla si disperde e i pensieri diventano nubi. Milano, città di sussurri e rumori, di amori fugaci e di storie interrotte. Ogni angolo mi racconta di qualcosa che non ho mai compreso. Forse non si tratta di sapere, ma di sentire. È la sensazione che rimane, anche dopo che la musica smette di suonare, dopo che la luce si spegne e la notte si fa più buia. Il 31 dicembre è solo una parentesi di illusioni. Quello che succede dopo non cambia la verità di un attimo sospeso. Ho visto gli occhi pieni di speranza, di sogni, ma anche di paura. Siamo tutti qui, insieme, eppure siamo lontani. La distanza non è mai solo fisica. È nel cuore, nelle parole non dette, nelle emozioni che non trovano spazio. Eppure, continuiamo a festeggiare, a brindare, a sorridere, come se quella fosse la risposta, come se quel bicchiere alzato fosse un sigillo su un futuro che non possiamo controllare.

La bellezza di una notte così è il suo essere effimera. L’illusione che tutto possa cambiare, che la vita possa essere diversa. Quella sensazione che qualcosa di magico stia accadendo proprio in questo momento, che il futuro sia nelle nostre mani. Ma è un’illusione. Quello che rimane, alla fine, è solo il silenzio che segue la festa, quel silenzio che ci riporta alla realtà. Ma sarà mai possibile fermare il tempo?. Il nuovo anno porta con sé solo un numero, una data, un altro giro sulla giostra. E io, che mi aggrappo a questo pensiero come se fosse un’ancora, mi chiedo: cosa cambia davvero? Non basta un brindisi, non basta una festa, non basta una speranza a cambiare ciò che siamo. La città è ancora la stessa, la vita è ancora la stessa, e io sono ancora la stessa. La promessa di cambiamento è il cuore stesso di ogni inizio, ma dietro la promessa c’è la realtà. E in questa realtà, in questo tempo sospeso, noi siamo sempre qui, a cercare, a sperare, a vivere il nostro sogno. Siamo davvero pronti a vedere cosa c’è oltre?

Cin Cin.
Remember me,
Eclipse

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