Magia e Speranza, Siamo Qui

Magia e Speranza, Siamo Qui

Posted on January 1st, 2001 at 3:30 AM | Tags: | 0 Comments

Un nuovo anno. Eppure, tutto sembra fermo.
La promessa del tempo che avanza è una finzione,
come un sogno che non smette mai di dissolversi #

Quattro ore. È così che seguiamo la danza del calendario, aspettando che un istante simbolico ci separi da ciò che è stato e ci porti verso ciò che sarà. Ma è davvero così? Il 31 dicembre, quella notte, la trasformazione è solo apparente, una traccia di polvere dorata su una realtà che non cambia mai veramente. Abbiamo celebrato il passaggio con gli occhi pieni di stelle, gli abbracci stretti e i brindisi che segnavano il confine invisibile tra ieri e domani. Le risate risuonavano nell’aria come una promessa di felicità che non chiedeva niente in cambio. La musica ci ha avvolti, siamo diventati parte di una sinfonia collettiva, un’illusione di serenità che ci ha reso tutti uguali, tutti pronti a sognare. Eppure, sotto la superficie scintillante, qualcosa non tornava.

Ho visto nei volti degli altri una speranza mai davvero raggiunta,
come se ciascuno di noi si nascondesse dietro i sorrisi forzati,
troppo consapevoli che l’anno nuovo non avrebbe cambiato nulla,
se non il numero che scriviamo alla fine delle date
.

Ma non è vero che qualcosa si muove? Ogni inizio, anche il più piccolo, ha il suo valore. Non possiamo fermare la ruota del tempo, ma possiamo decidere di essere parte della sua corsa. Nel silenzio delle ore notturne, mentre il mondo dorme o festeggia, ognuno di noi tiene strette le sue speranze. I bigliettini scritti e infilati in un barattolo, con i sogni chiusi dentro, sono più di un semplice rito. Sono il nostro bisogno di credere, il nostro desiderio di lasciare un segno, di non dimenticare che c’è sempre un futuro da cui aspettarsi qualcosa.

Ma che cos’è il futuro, davvero?
Una promessa? Una trappola?
O semplicemente un altro anno da vivere senza mai sapere cosa accadrà?

La cena, semplice eppure perfetta, era il nostro omaggio alla vita. Ogni piatto preparato con amore, ogni gesto, ogni parola condivisa. Quello che mangiavamo non era solo cibo, ma anche il nostro modo di dire grazie, di celebrare ciò che siamo. Quando l’orologio ha segnato la mezzanotte, siamo esplosi in un abbraccio collettivo.

Un abbraccio che, per un attimo, ha messo da parte tutto:
le preoccupazioni, le tensioni, i fallimenti del passato.
E io mi sono chiesta: che cosa sono veramente questi momenti,
se non un’illusione di felicità che ci nega il contatto con la realtà?

Ma la risposta è semplice: la felicità, in quel frangente, è ciò che decidiamo di viverla. In quell’istante, il mondo intero è solo un desiderio di gioia. Siamo ancora qui, e questo è abbastanza. E ora, passate le ore, il sorriso sbiadito dal sonno, che rimane di quella notte? Che cosa resta di un brindisi che non fermò davvero il mondo? È vero che ogni anno arriva con la sua promessa, ma siamo pronti a vederla per ciò che è davvero?

Ho paura che molti di noi siano troppo impegnati a cercare il significato nei momenti,
dimenticando che il significato si costruisce giorno dopo giorno.

Quello che è accaduto ieri, quello che stiamo vivendo oggi, sono tracce invisibili nel fiume del tempo. La notte di Capodanno non è un miracolo, è solo un altro giorno. Ma è un giorno che abbiamo scelto di vivere insieme, ed è questo che conta. E noi? Siamo pronti ad affrontare il nuovo anno per ciò che è? Oppure continueremo a rimandare tutto, aspettando che il futuro faccia il primo passo al posto nostro?

L’anno nuovo ci spaventa. Ma chi è davvero pronto per affrontare la realtà del cambiamento?

Remember me,
Eclipse


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