Foglie, memorie, passi persi

Foglie, memorie, passi persi

Posted on September 23rd, 2001 at 2:30 PM | Tags: | 0 Comments

Settembre è una soglia. Mi ritrovo in mezzo a un’aria che sa di cambiamento, come se ogni respiro portasse con sé un frammento di passato. La luce si addolcisce, quasi timida, e il calore scivola via, lasciando spazio a brividi leggeri. Passeggiare in questi giorni è come sfiorare una memoria che non appartiene solo a me.

Le foglie si piegano al tempo. Non muoiono, no. Si trasformano, diventano arte: dipinti viventi di rosso, oro e ambra. Il vento le accompagna, come in una danza solitaria, e ogni loro caduta sembra raccontare storie che solo la terra comprende. «Cammino tra questi tappeti di ricordi, e ogni passo scricchiola di stagioni perdute.»

La luce del giorno si accorcia. È un dettaglio che non posso ignorare, come un orologio invisibile che scandisce il ritmo della vita. Ogni tramonto, acceso di fuoco e malinconia, sembra parlare di qualcosa che sta finendo. Eppure, c’è una bellezza crudele in tutto questo: un invito a osservare ciò che sfugge.

Raccolgo mele in un piccolo frutteto vicino casa. Ogni frutto che stringo tra le mani ha un peso diverso, una promessa di dolcezza nascosta. Mentre lo faccio, la mente torna indietro. Mi vedo bambina, con mani troppo piccole per afferrare il mondo, ma già pronte a custodirlo. «Non è forse questo il senso del tempo? Tenere tra le dita ciò che conta, anche se sappiamo che scivolerà via?»

Le serate diventano rifugi. Sciarpe morbide, tazze fumanti, e il crepitio del camino mi avvolgono. Non è nostalgia, è un abbraccio. Ma mi chiedo se tutto questo basterà a fermare il freddo che arriva, fuori e dentro. C’è un peso nell’autunno che non so spiegare, come se portasse con sé una verità che non voglio affrontare.

Camminare nei boschi, tra foglie e rami spogli, è un rito che ripeto ogni anno. Ogni scricchiolio sotto i miei piedi è una nota in una melodia antica. La natura non dimentica. Io, invece, mi sforzo di ricordare. Ricordare chi ero, chi sono e chi potrei diventare.

E ora, guardando il cielo che si tinge di un arancione irreale, mi chiedo: «Quanto di noi si perde in queste stagioni? Quanto di noi si ritrova?» Non ho risposte. Ho solo foglie che cadono, giorni che passano e una promessa che forse non verrà mai mantenuta.


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