Sospesa tra due mondi

Sospesa tra due mondi

Posted on January 24th, 2002 at 6:00 PM | Tags: | 0 Comments

Vivo in un continuo movimento, come se le radici non potessero mai affondare davvero,
costantemente tra due città, tra due stili di vita, tra due mondi.

Mi chiamo Alice. Milano è la mia casa durante la settimana, il cuore pulsante che non si ferma mai. Ma quando il fine settimana arriva, trovo rifugio a Genova. Un altro mondo, fatto di suoni più lenti, di mari che raccontano storie e di una solitudine che non ti lascia mai davvero.

Questa separazione, questa continua transizione, mi rende forse più fragile, ma anche più forte. Chi vive così, tra l’irrequietezza del cambiamento e la costante ricerca di qualcosa di stabile, capisce l’inquietudine che nasce dalla divisione. La mia vita è un viaggio tra questi due luoghi, come se il mio cuore avesse due case, ma nessuna davvero casa.

Sono una tifosa della Sampdoria. E so che sembra assurdo dirlo, che una squadra di calcio possa essere il mio porto sicuro. Ma lo è. Perché in un mondo che cambia, in una vita che non smette mai di chiedermi di adattarmi, ci sono cose che non cambiano mai. Il mio amore per quella squadra. L’unica cosa che mi ricorda che c’è qualcosa di immutabile, di eterno, nella passione. La stessa passione che mi fa vivere mille emozioni ogni domenica.

Ma ci sono giorni in cui mi sento vuota, in cui mi manca il respiro. Mi rifugio nei libri, nelle parole che altre persone hanno scritto, nei mondi che qualcun altro ha creato. Non bastano mai però, queste storie. Non mi danno mai la risposta. Perché ogni storia è un’altra via di fuga. Un altro modo per non affrontare la realtà. Eppure, non posso fare a meno della musica. Come posso non immergermi nei suoi ritmi, nelle parole che raccontano ciò che non posso dire? Ogni canzone è una finestra che si apre in un altro mondo, un mondo che è più mio di quello reale. Ma è anche un rifugio, e so che ogni rifugio ti rende più debole.

Ci sono cose che non possiamo toccare. Nonostante tutti i viaggi, tutte le fughe, ci sono emozioni che mi accompagnano e che non troveranno mai una via di fuga. Sono parte di me, come il mare di Genova, che cambia continuamente ma rimane uguale, sempre uguale. E io, tra il mare e le parole, tra la mia vita divisa in due, non so più chi sono davvero.

Mi sento come un quadro impressionista, fatto di pennellate che si sovrappongono, senza mai trovare una forma definitiva. Non so se è tristezza o bellezza. Ma so che è la mia verità. E non c’è nessuna verità più grande di questa.

C’è qualcosa di magico nel vecchio e nel nuovo, nel resistere e nel lasciarsi andare. Ma come posso spiegare questa ricerca costante di bellezza, quando la bellezza è solo un’illusione?

Non c’è mai una risposta definitiva. Solo un continuo cercare, un continuo viaggiare, un continuo sforzo di capire. Ma alla fine, non è la ricerca che ci salva, è la consapevolezza che la risposta non arriverà mai.

Allora, cosa resta? In fondo, rimane solo una domanda: Fuggiamo per paura o per speranza?
E se non fossimo mai pronti a fermarci davvero?


Leave a Reply