L’infinito sopra di noi

L’infinito sopra di noi

Posted on March 1st, 2002 at 12:00 PM | Tags: | 0 Comments

Un satellite si stacca dalla Terra, portando con sé i nostri occhi e la nostra inquietudine.
Scruta il cielo. Scruta noi #

Ci siamo. Envisat è in orbita, un nuovo guardiano tecnologico che sfida la gravità e si posiziona nel vuoto immenso dello spazio. Da quassù, il mondo appare come un’immensa sfera blu e bianca, così bello da togliere il fiato, così fragile da spezzarlo. Mi chiedo se siamo consapevoli di ciò che significa essere osservati, non solo da occhi umani, ma da una macchina che vede oltre.

«Osservare è capire» dicevano i filosofi. Ma cosa cerchiamo davvero di comprendere? Questo satellite non è solo un pezzo di metallo che orbita intorno alla Terra. È il simbolo di un’umanità curiosa, ossessionata dall’idea di conoscere, di controllare, di anticipare. Guardiamo il cielo non solo per capire gli altri mondi, ma per capire noi stessi.

Envisat è un po’ come uno specchio. I suoi sensori non riflettono il nostro volto, ma i nostri effetti. Misurerà l’inquinamento, monitorerà il clima, osserverà i cambiamenti che abbiamo inflitto al nostro pianeta. Sarà testimone delle nostre decisioni, dei nostri errori, delle nostre ambizioni. Ci giudicherà in silenzio. Se il satellite potesse parlare, cosa direbbe? Osservando le polveri che offuscano l’atmosfera, i ghiacci che si sciolgono, le foreste che spariscono, ci chiederebbe forse: «Perché?». Oppure rimarrebbe in silenzio, come un giudice stanco di ripetere le stesse domande?

L’umanità ha sempre avuto bisogno di uno sguardo esterno per comprendere se stessa. Envisat è questo: un occhio che non dorme, un testimone che non dimentica. E mentre lui ci osserva dall’alto, noi continuiamo a muoverci in basso, divisi tra speranza e indifferenza, tra azione e inerzia.

Ci sarà un giorno in cui saremo all’altezza dello sguardo che ci scruta? O resteremo prigionieri delle nostre piccolezze, incapaci di agire per ciò che è giusto, ciò che è necessario?

«La Terra vista da lontano è perfetta», dice un astronauta intervistato. Ma la perfezione che vediamo da lassù è solo un’illusione. La realtà è un groviglio di complessità, una lotta costante tra progresso e distruzione.

Envisat non si fermerà. Continuerà a girare, instancabile, registrando tutto. Tocca a noi, ora, dare un senso ai dati che raccoglierà, trasformarli in azioni. O forse, più semplicemente, in consapevolezza.


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