Nomi Perduti, Volti Confusi
Posted on June 3rd, 2002 at 9:20 AM | Tags: Esperienze | 0 CommentsCi sono momenti in cui la memoria tradisce.
Soprattutto quando siamo più fragili, o forse quando siamo più forti #
C’è un momento in cui la mente inizia a confondersi. E non è mai bello. Ho sempre pensato che il nostro cervello fosse un’archivio perfetto, che separasse ogni cosa con ordine. Poi però, ad un tratto, non ricordiamo più il nome di qualcuno che conosciamo da anni. O peggio, mescoliamo i volti con altre immagini, quelle che non appartengono più a nessuno. Le persone che si intrecciano nel flusso della vita, quasi come fantasmi che si sovrappongono, si mescolano, e ci lasciano sospese tra il passato e il presente.
Non c’è nulla di più imbarazzante. Sorridi a una persona, e mentre il tuo sorriso si fissa, una parte di te cerca di ricordare chi sia, da dove viene. È come un gioco crudele, uno scherzo che il destino ti fa giocare senza averti chiesto permesso. Ma tu continui a sorridere, perché non hai altra scelta. Non puoi essere vulnerabile, non puoi mostrare il panico che ti stringe dentro. E allora speri che il nome arrivi da solo, che il collegamento si faccia da sé, che la tua mente ritorni alla sua calma naturale.
Però, ogni volta, non accade. La tua mente si ferma. Non c’è niente di più disarmante. Ti senti persa in un labirinto di ricordi che non riesci a decifrare. Ti sforzi, ma il risultato è sempre lo stesso. E quando riesci finalmente a recuperare il nome di una persona, quel nome ha il sapore della vittoria. Ma è anche una vittoria amara, perché sai che la prossima volta, quel nome potrebbe non arrivare in tempo.
Ma che cos’è che rende i nomi così difficili da afferrare? Cos’è che li rende così sfuggenti? Non è forse che, a volte, il nostro cuore è troppo pieno di altre cose per fare posto a loro? Ci sono emozioni, ricordi, pezzi di vita che ci assorbono, e il resto si dissolve nel caos che ne rimane. Eppure, ogni nome è un legame, un filo sottile che ci collega al mondo.
Quante volte abbiamo dimenticato qualcosa di importante? Eppure, ciò che ricordiamo rimane impresso in noi come cicatrici. Ogni volto che non riesci a nominare è come un segreto che non puoi svelare. Non basta un sorriso per risolvere la questione. Ecco la sensazione di incompletezza, il fatto che non riusciremo mai a mettere insieme tutte le tessere del puzzle. Forse, è solo la nostra umanità che emerge, una debolezza che ci rende più veri. Eppure, continuano a esserci quelle persone che ti chiedono di ricordare, e tu ti chiedi se loro ricordano davvero te, o solo la versione che hai deciso di mostrare loro.
Ma chi è che può giudicare la memoria di un essere umano? Chi può dire quando è il momento giusto per dimenticare e quando è quello giusto per ricordare? La verità è che dimentichiamo perché non possiamo portare con noi tutto. Non possiamo. E quando qualcuno ci chiede di ricordare, lo facciamo, ma a metà.
Non è forse che ci arrendiamo quando il nostro cervello ci tradisce? O forse è solo un segno che la vita non è fatta di certezze. Quello che dimentichiamo è forse l’unica cosa che ci salva. Siamo pronti a fare spazio per ciò che conta davvero?
Ti sei mai chiesta quanto è fragile il nostro legame con la memoria? Quando dimentichi qualcuno, dimentichi davvero o lo lasci andare?