Il prezzo dell’infinito
Posted on February 2nd, 2003 at 5:30 PM | Tags: Relatività | 0 CommentsOgni conquista ha un costo, e nell’eco del silenzio siderale giace il tributo più alto #
[Febbraio, 01.]
Il cielo, oggi, è di un azzurro impeccabile, come se il mondo non volesse ricordare ciò che è accaduto ieri. Il Columbia, simbolo di sogni, ambizioni e audacia, è diventato cenere. Sette vite spezzate. Sette promesse non mantenute.
Ogni volta che guardo il cielo, mi chiedo: «Ne vale davvero la pena?»
Raggiungere le stelle sembra un atto eroico, ma c’è sempre un prezzo da pagare. L’universo, indifferente, ci osserva mentre tentiamo di piegare le sue leggi. Ci sfida e ci spezza.
Penso ai volti di quegli astronauti. Cosa hanno provato in quei minuti? Paura? Orgoglio? La consapevolezza di aver dato tutto per qualcosa di più grande di loro? Mi paralizza il pensiero della loro ultima consapevolezza.
«Non siamo invincibili.» Eppure, continuiamo a dimenticarlo. Ogni errore, ogni cedimento ci rammenta che siamo fragili, che la perfezione è un’illusione. Ma è proprio questa consapevolezza che ci rende umani.
Rifletto sul perché ci spingiamo oltre i limiti. È per arroganza? O forse perché il nostro spirito non accetta confini? Non riusciamo a stare fermi, ad accontentarci. La Terra è troppo piccola, troppo prevedibile.
Esplorare è un atto di ribellione contro ciò che conosciamo, una sfida al nostro destino. Ma quando perdiamo qualcuno, ci chiediamo se valga ancora la pena tentare. Eppure, la risposta è sempre sì.
Ricordo una frase letta da bambina: «Non ci sono fallimenti, solo passi verso la scoperta.» Allora perché, oggi, il cuore sembra pesare così tanto?
Penso a me stessa, ai miei sogni. Ogni decisione ha un rischio. Ogni viaggio un punto di non ritorno. Ma non possiamo smettere di andare avanti.
Il Columbia non è solo un pezzo di storia. È una lezione, un monito. Non fermarti, ma sii consapevole. È un invito a ripensare il modo in cui affrontiamo l’ignoto. E mentre il sole tramonta, mi rendo conto che è nelle nostre mani decidere cosa fare con ciò che ci viene tolto.