La paura che cresce silenziosa
Posted on March 14th, 2003 at 11:32 PM | Tags: Algoritmi | 0 CommentsUn virus che si insinua tra le crepe del mondo. Come un ladro nella notte, senza fare rumore, ma portando via tutto ciò che consideravamo certo. La paura è diventata la nostra compagna quotidiana. Un’ombra che non ci lascia più, nemmeno per un istante.
Il mondo è scosso dalla SARS, un nuovo nemico invisibile che ci sta mettendo alla prova, come mai prima d’ora. Non è solo un virus: è una lezione. Un monito a tutti noi. Come se l’universo avesse deciso di scuoterci, di farci rendere conto di quanto fragile sia l’equilibrio in cui viviamo.
Ogni giorno sento crescere il peso dell’incertezza. Le notizie sono un continuo bombardamento, le cifre salgono e non si fermano. Ogni paese, ogni città, ogni casa è presa d’assalto dalla stessa domanda: «Quando finirà?» Ma chi può prevedere quando finirà? Nessuno. L’incertezza è la nostra nuova condizione. E non c’è rifugio. Le strade si svuotano, i negozi chiudono, la vita si rallenta come se fosse stata messa in pausa, come se ogni respiro fosse una minaccia.
Mi trovo a pensare a quanto siamo vulnerabili. Non siamo invincibili. Non abbiamo il controllo su tutto. Eppure, il nostro bisogno di sicurezza ci fa credere di poter affrontare qualsiasi cosa. Ci dimentichiamo che la vita è una continua sfida contro l’imprevedibile. Ora, questa sfida ha un volto che non vediamo, ma che sentiamo arrivare, giorno dopo giorno.
La paura cresce, ma non è solo il virus a spaventarci. È il fatto che non possiamo fare nulla per fermarlo. Ci dicono di lavarci le mani, di evitare le folle, di rimanere a casa, ma è davvero sufficiente? Non possiamo ignorare il silenzio che ci circonda, il peso di una realtà che ci sfugge di mano.
Ogni tosse è un campanello d’allarme. Ogni starnuto è un potenziale segnale di pericolo. Non è solo il corpo a lottare, ma anche la mente. La paura di ammalarsi è solo un aspetto di ciò che viviamo. La paura di non sapere cosa ci riserva il futuro è la vera minaccia. Quella che non possiamo controllare.
Le città si fermano, le persone si rifugiano nelle loro case, ma dentro di noi? Dentro di noi il tempo non si ferma. E il pensiero che ci assilla è sempre lo stesso: quando potremo tornare alla normalità? Quando smetteremo di guardare il mondo con sospetto? Questa situazione ci sta cambiando, e non in meglio. La nostra quotidianità è stata sradicata. La nostra sicurezza è stata scossa. La verità è che non sappiamo cosa fare, non sappiamo come reagire. La nostra vita è diventata una lunga attesa, fatta di piccoli gesti di prudenza, di speranze nascoste nel buio della paura.
Ma sarà mai la stessa? Una volta che il virus si sarà ritirato, una volta che tutto sarà finito, come saremo noi? Cos’è che ci rimarrà di questa esperienza? Il mondo non tornerà mai come prima, non possiamo pensarlo. La domanda che dobbiamo farci non è «quando finirà?» ma «come ci cambierà?»
Remember me,
Eclipse