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Corri, Non Fermarti Mai

La corsa. Non la vedo come un semplice movimento, un gesto da compiere. È qualcosa di più profondo, che mi attraversa in un attimo. Come il battito di un cuore che accelera quando ti accorgi che stai per partire. È la sensazione di una partenza che si fa spazio tra la pelle e l’anima. Quando indosso le scarpe da corsa, è come se non fossi più io, ma una traccia, una linea che si dissolve nell’aria. Una linea che prende velocità e che, in qualche modo, mi definisce. Nel mio mondo, correre è diventato un atto di resistenza. Lo è quando ho le gambe cariche di fatica, quando sento il respiro che si fa più pesante e i pensieri che vogliono fermarsi. Ma non posso fermarmi. Non ora. Sono nelle staffette. E non è solo la corsa: è il passaggio del testimone. Un oggetto piccolo, ma che pesa come il mondo. Un attimo in cui tutto può cambiare, in cui tutto può essere vinto o perso. Un attimo che è una vita. Un attimo che mi strappa dal caos per donarmi un equilibrio fragile, ma profondo.

Le mani sono sudate, il cuore batte più forte, ma dentro di me c’è qualcosa che mi spinge a non mollare. Non è solo la forza fisica, non è solo il corpo che corre. È la mente che danza sul filo sottile della paura e del coraggio. Quella paura che ogni volta cerco di ignorare, ma che è lì, proprio accanto a me, nella corsa. Eppure, la voglia di vincere, di superarmi, è più forte. La voglia di sentire il vento che mi scivola addosso, di sentire la terra sotto i piedi che scompare mentre il corpo segue il ritmo di una musica che solo io sento. Nel momento in cui passo il testimone, c’è sempre un istante sospeso. Non lo vedo, ma lo sento. È un attimo che sfiora la pelle, che ti entra sotto il respiro. È come un invito, una promessa che si rinnova. Il mio corpo è una freccia che parte e si dirige verso l’altro, verso l’altro che prende il mio respiro e lo fa suo. È il passaggio, ma è anche la consapevolezza che non è mai solo tuo il momento della corsa. È di chi ti ha preceduto e di chi ti seguirà.

Eppure, dentro di me, quando corriamo insieme, tutto scompare. Le voci si fanno lontane, i volti sfocano, e c’è solo il movimento che si fa arte, la velocità che diventa il mio linguaggio. Quando corro, non penso più a nulla. Non penso alla fatica, alla stanchezza, ai sogni che non si avverano. Penso solo a correre, a battere il tempo, a battere me stessa. L’adrenalina è un fiume che mi trascina, e ogni passo è una dichiarazione di forza. Ogni respiro è un’urgenza che non ha parole, ma solo il desiderio di spingere sempre oltre. Ma non è solo una questione di velocità. È di connessione, di sincronia. La staffetta non è solo correre. È muoversi all’unisono, essere parte di un corpo che si fonde, che si allunga, che corre all’interno di un respiro collettivo. Ogni volta che passo il testimone, so che non è solo il mio sudore che è coinvolto, ma anche quello degli altri. C’è un legame invisibile, che lega ognuno di noi a una meta che è comune. In quel momento siamo tutte le stesse persone, in quel momento siamo una sola corsa, un solo obiettivo. E anche se sembra che il nostro corpo sia lontano dall’altra, anche se siamo su lane separate, c’è una cosa che ci tiene legati. È l’energia che circola tra di noi. È il battito che cresce insieme.

Il traguardo, infine, non è solo una linea che segna la fine. È una promessa, un sogno che ti ha spinto a correre senza fermarti, a dare tutto, a sfidare ogni limite. Ma anche se lo raggiungi, qualcosa resta sempre irraggiungibile. Non è mai veramente finita, perché dentro di te ci sono ancora quei battiti veloci, quell’adrenalina che non svanisce. È un senso di incompleto che ti spinge sempre avanti, che ti fa tornare al punto di partenza ogni volta che pensi di aver raggiunto qualcosa. Eppure, non importa quanto ti stanchi, quante volte ti fermi, quante volte ti dici che è finita. La corsa non finisce mai. Non finisce mai perché ogni traguardo è solo l’inizio di un nuovo passo. Correrò sempre, ancora e ancora, fino a che il respiro non si farà più veloce, fino a che i miei pensieri non si fermeranno, fino a che non capirò se tutto questo ha davvero un senso. Ma per adesso, so solo che non posso fermarmi. Perché, mentre corro, è come se ogni passo mi rendesse più vera, più completa, più me.

Remember me,
Eclipse

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