La tempesta estiva
Posted on June 7th, 2003 at 4:16 PM | Tags: Poesia | 0 CommentsForse non è la pioggia a farci paura. Forse è il silenzio che c’è tra un tuono e l’altro.
Il cielo si apre in un caos di gocce. Un manto scuro si riversa su Milano, come se l’universo stesso fosse impazzito #
Mi trovo a Milano, mentre la pioggia infuria e il cielo si trasforma in un manto grigio che inghiotte ogni cosa. Un cielo che non sembra più esserlo. È una tela oscura, minacciosa, e in ogni goccia vedo un frammento di quel divino che forse è là fuori, ma che sfugge. Oggi, la città sembra un luogo di passaggio tra l’inferno e il cielo. Milano non è più quella che conoscevo, ma si è trasformata in un teatro di emozioni contrastanti.
Ogni lampo che attraversa il cielo è come un richiamo, un richiamo a una verità più profonda, quella che non vediamo ma che percepiamo nell’aria fredda che ci circonda. La pioggia, così forte da sembrare un grido, sembra volermi dire qualcosa. Ma cosa? Forse che siamo in balia di forze più grandi di noi? O è semplicemente il riflesso della nostra solitudine, quella solitudine che ci accompagna anche nelle ore più buie?
La città, ora sotto il peso di questo manto d’acqua, sembra essere in attesa. Che cosa aspetta? Forse una risposta? O forse una redenzione? A ogni passo, il rumore dei piedi che si mescolano al frastuono della pioggia mi fa pensare. Cosa ci siamo persi lungo il cammino? Ogni persona che cammina sotto il temporale ha una sua storia da raccontare, eppure tutti siamo uniti da questo cielo che ci sovrasta.
Le luci della città, riflettendosi sulle pozzanghere, diventano strane macchie di colore in un mondo che sta cercando di ricostruirsi. Milano non è mai stata così viva, così intensa, ma così lontana da noi. Cosa c’è dietro questa pioggia? Cosa c’è dietro il senso di paura che scorre come una corrente elettrica, da una strada all’altra, da un lampo all’altro?
Mentre cammino per le vie di Milano, ogni goccia che scende dal cielo sembra un segno, un messaggio che non so interpretare. Un messaggio che, forse, non voglio nemmeno capire. Non sono preparata a capire, non sono pronta a scoprire cosa c’è oltre il velo della realtà. Ma allora, cosa ci resta? L’attesa. Il non sapere. La paura di affrontare qualcosa di più grande di noi.
E mentre la pioggia scende incessante, il mio pensiero si ferma un istante. Dove sta andando il mondo? Dove siamo diretti? Siamo noi a muoverci, o siamo solo giocattoli nelle mani di un destino che non possiamo fermare?
Ma è davvero tutto nelle mani degli uomini? O forse c’è qualcosa, qualcosa di più grande, che ci osserva da lontano? La pioggia potrebbe essere una punizione, o potrebbe essere una benedizione. La verità è che non lo sappiamo, e forse non lo sapremo mai. Ma ci chiediamo mai se abbiamo davvero il controllo di ciò che ci circonda? E se fosse solo un’altra domanda senza risposta? Cosa fareste voi, di fronte a questo cielo che sembra volerci inghiottire?
Remember me,
Eclipse