C’è un momento in cui il silenzio diventa più assordante delle parole. Quel momento in cui il passato smette di essere un rifugio e si trasforma in un’ombra. Lo senti dentro, come un respiro che non ti appartiene.
Rileggo le pagine del mio diario, cercando risposte che non ho mai avuto il coraggio di formulare. Sono qui, nella stessa stanza che mi ha visto crescere. Eppure, tutto sembra diverso. L’aria è più pesante, il sole filtra con meno forza, quasi esitante. È come se il tempo avesse lasciato solo le sue impronte, senza portare via nulla. Sono ferma, ma qualcosa si muove dentro di me. Le parole che ho scritto anni fa mi sembrano estranee, quasi appartenessero a qualcun’altra. Parole piene di certezze, di sogni che credevo invincibili. Dove sono finiti quei sogni? Che cosa resta di quel senso di onnipotenza, di quella luce che mi faceva credere di poter toccare il cielo?. Forse non era reale. Forse non lo è mai stato.
Ricordo i volti, le risate, gli sguardi. Ci sono immagini che non svaniscono, che restano incise come ferite. Ci sono odori che tornano all’improvviso, come fantasmi. Il profumo di una giornata d’estate, il suono di passi leggeri sul parquet, un raggio di sole che scalda la pelle. Momenti così piccoli, così insignificanti, eppure più vivi di ogni parola. Ma ciò che rimane sospeso, ciò che non ho mai osato dire, pesa più di tutto il resto. È come un sasso gettato in acqua: il rumore svanisce, ma le onde continuano a propagarsi. Mi chiedo perché non ho mai avuto il coraggio. Perché ho lasciato che il silenzio parlasse al posto mio. Forse avevo paura. Paura di non essere capita. Paura che le parole fossero lame troppo affilate per chi le avrebbe ascoltate. O forse, paura di guardarmi davvero, senza filtri. Il passato è una somma di scelte non fatte. Di strade che ho osservato senza percorrerle. Quante volte mi sono detta: «Non ora, non qui, non con loro»?. Eppure, quelle scelte mancate mi seguono come ombre, silenziose e inesorabili.
Se potessi tornare indietro… Lo dico spesso. Ma cosa farei, davvero?. Avrei il coraggio di dire tutto quello che ho taciuto?. Di guardare negli occhi chi ho amato e confessare le mie verità?. O resterei di nuovo ferma, intrappolata nei miei pensieri, incapace di muovermi?… E tu… Sai cosa mi spaventa di più? Il peso di quei silenzi. Il modo in cui si insinuano, si ancorano al cuore, rendendolo pesante. Avrei voluto dire molte cose. A chi mi ha amato, a chi mi ha ferito, a chi non ha mai saputo davvero chi fossi. Ma non l’ho fatto. E ora mi chiedo se quel silenzio abbia cambiato il corso della mia vita. Quella strada che ho scelto di percorrere. Mi tornano in mente le strade che non ho mai percorso. Scelte rimandate, parole ingoiate, emozioni soffocate. Che cosa sarei diventata, se avessi osato di più?. Eppure, c’è una parte di me che sa che il passato non si cambia. È lì, immobile, come uno specchio che riflette ciò che siamo stati.
Ma cosa siamo, oggi?. Frammenti di ciò che abbiamo scelto di essere, o di ciò che abbiamo avuto paura di diventare?. Mi chiedo se il tempo ci lasci mai davvero liberi, o se siamo solo prigionieri delle nostre omissioni. «Il passato ci insegna a essere ciò che siamo, ma non ci dice mai come essere ciò che dovremmo essere».
Vorrei tornare indietro.
Non per cambiare tutto, ma per dire quello che non ho mai avuto il coraggio di dire.
Per guardare negli occhi chi ho lasciato indietro e confessare: «Ho avuto paura. Ma ora ci voglio provare, ancora una volta».
Ma la vita non da seconde possibilita’, almeno, non sempre. È troppo tardi?. Forse, non lo so. Forse sì. Forse no.
Ma una cosa è certa: ogni silenzio ci separa un po’ di più da chi siamo davvero.
E tu? Cosa stai nascondendo al mondo? Quante parole non dette ti porti dentro?
Le risposte non arriveranno mai, se non proviamo a pronunciarle.
THE END.
• remember me
Eclipse •