Il Tempo che Dimentica +19

Il Tempo che Dimentica +19

Posted on July 7th, 2003 at 10:30 PM | Tags: | 0 Comments

Le ore scorrono e ci cambiano, ci rendono consapevoli del peso del tempo che non si ferma mai #

Cosa resta di un anno? Questo compleanno, l’ennesimo che la vita mi regala, è il primo in cui mi fermo a pensare davvero. E sono DICIANNOVE. Un numero che suona strano, diverso, come se entrassi in una nuova fase, ma senza sapere cosa mi aspetta. Mamma, come passa il tempo. Solo ieri avevo diciotto anni e credevo che nulla potesse cambiare. Oggi, guardandomi allo specchio, vedo una giovane donna che si è costruita, pezzo per pezzo, e che, nonostante tutto, non ha mai smesso di inseguire la propria libertà.

Ho pensato a come sono cambiata, a quanto il mondo che mi circonda è cambiato e a quanto anche io, con lui, abbia mutato pelle. Sono più forte, più sicura di me stessa, ma anche più consapevole di quanto sia importante godersi ogni istante. Non c’è più spazio per le cose banali, per le attese che non portano a nulla. Voglio vivere. Voglio respirare. Voglio che ogni respiro mi renda viva, nel senso più profondo. Ogni istante è un dono che non va sprecato.

Il mio compleanno, quest’anno, è stato qualcosa di straordinario. Ho deciso di trascorrerlo sulla spiaggia, come sempre, e non potevo fare scelta migliore. La mattina, appena sveglia, mi sono diretta verso la terrazza del mio appartamento. Il sole stava sorgendo all’orizzonte, colorando il cielo con sfumature di arancione e rosa. Mi sono sentita come parte di un dipinto, come se il mondo mi stesse dicendo: «Sii parte di questa bellezza, non semplicemente spettatrice». Il vento fresco sulla pelle, il rumore delle onde che accarezzavano la sabbia. Tutto sembrava perfetto.

Durante la giornata, mi sono tuffata nell’acqua cristallina, ho nuotato senza pensieri, come se il mare potesse purificarmi. Il sole sulla pelle, il caldo che penetra e ti fa sentire leggera. E poi c’era lui, M. Il bagnino. Un sorriso che mi ha fatto dimenticare per un attimo tutte le ansie del mondo. Non sapevo nemmeno perché mi piaceva tanto guardarlo. Forse era il suo modo di muoversi, sicuro e disinvolto. Ogni gesto aveva una sua danza.

Nel pomeriggio, i miei amici sono arrivati, e con loro il festeggiamento è diventato completo. Abbiamo mangiato il pesce più fresco che abbia mai assaggiato. Ogni morso era un’esplosione di sapori, come un piccolo miracolo che mi faceva sentire grata per la vita. Le risate, il vociare, le chiacchiere che non finivano mai. Per una volta, tutto era perfetto. Non c’era bisogno di chiedere altro. E poi, il tramonto. Un momento che non dimenticherò mai. Il cielo che cambiava colore, passando dal dorato all’azzurro scuro, mentre il mare brillava di luce riflessa dalla luna. Abbiamo acceso delle luci sulla spiaggia, piccole luci che tremolavano nel vento. Ci siamo seduti tutti insieme, raccontando storie sotto il cielo stellato. Era un momento magico, sospeso nel tempo. Non potevo chiedere di più. Eppure, dentro di me, sapevo che quel momento, come tutti, sarebbe passato.

Mi guardo attorno.
Cosa mi lascia questo compleanno?
Un semplice giorno che sfuma nel ricordo?
O è qualcosa di più profondo?

Guardando il mare, mi rendo conto che non c’è certezza. Solo una domanda: perché temiamo sempre che il tempo ci scivoli tra le dita, quando siamo noi stessi a non afferrarlo? Ogni minuto che passa è un frammento di qualcosa che non tornerà. La paura di perdere il controllo si fa sempre più forte, ma c’è una bellezza in questa impermanenza. Perché se il tempo non è nostro, lo possiamo vivere appieno, senza paura, senza fretta. La morte è un concetto troppo lontano quando siamo immersi nella vita. Il momento presente è tutto quello che abbiamo. Eppure, sembra che solo quando lo lasciamo andare, comprendiamo quanto fosse prezioso.

Siamo così presi dalla vita che dimentichiamo di fermarci e chiedere: Perché ci scivola tra le mani? Quante volte ci siamo chiesti se stiamo vivendo davvero o semplicemente esistiamo? Quante volte abbiamo lasciato che fosse il tempo a decidere per noi? Come sarebbe la nostra vita se ci fermassimo per un istante a respirare? Ma forse la risposta non c’è. Perché non importa quante volte chiediamo. La verità è che non dobbiamo sapere, dobbiamo solo vivere. E mentre il mondo continua a girare, noi continuiamo a essere qui, su questa sabbia che non ci appartiene, eppure ci accoglie. E forse, in quel non appartenerci, c’è la nostra libertà.

Remember me,
Eclipse


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