Ritorno al Passato Perduto
Posted on October 9th, 2003 at 9:07 PM | Tags: | 0 CommentsC’è una bellezza nascosta nella consapevolezza che nulla dura per sempre. Le cose, le persone, i momenti… Sono destinati a cambiare. Ma è proprio questa fragilità che dà valore a tutto ciò che tocchiamo. Se ogni cosa fosse eterna, non avremmo mai il coraggio di viverla appieno. Non è la permanenza a darci la forza, ma la consapevolezza della sua fine.
C’è qualcosa di profondamente umano nel desiderio di tornare indietro, di rivivere le sensazioni di un tempo che pensavi perduto. Oggi mi ritrovo a fare una visita speciale, un pellegrinaggio al mio passato. Non è un segreto che i ricordi più preziosi siano proprio quelli che con il tempo acquisiscono il valore che non avevano allora. Sono tornata in quel luogo, il nostro luogo, dove le risate riecheggiavano nei corridoi e l’amore per la vita sembrava il filo invisibile che ci teneva uniti.
Appena arrivata, la porta si è aperta con un cigolio familiare e mi sono trovata avvolta da quell’aria di casa che pensavo fosse svanita per sempre. I volti sono cambiati, certo, ma la sensazione di essere al sicuro, di essere accolta, era la stessa. E. e T. mi hanno accolto con un abbraccio che sapeva di passato e di affetto, proprio quello che mi mancava. La sala giochi era ancora lì, immutata, testimone di giorni spensierati che ora sembrano lontani anni luce. Le scritte sui muri, quelle tracce di noi, erano ancora lì. Non c’era più il frastuono della nostra gioventù, ma ogni angolo parlava di chi eravamo e di quello che avevamo vissuto.
Quando ho visto A. e A., è stato come tornare nel mio vecchio mondo. I loro sorrisi, nonostante il tempo che ci ha separato, hanno riportato alla luce quella sensazione di unione che pensavo fosse svanita. E poi c’era J. La sua presenza, il suo sorriso contagioso, mi ha scosso più di quanto avrei mai immaginato. Ma non era solo la sua allegria a colpirmi. Era il ricordo di S., il mio vecchio amore, che in qualche modo aleggiava nell’aria. Mi hanno parlato di lui, di come la sua vita si fosse trasformata in qualcosa di buio, di come avesse perso la sua strada. Il S. che conoscevo non c’era più. Mi è sembrato di toccare una ferita che pensavo fosse guarita, di sentire il dolore che solo un amore perduto sa dare.
Quella ferita che non guarisce mai. Eppure, il mio cuore è ancora lì, con lui, con tutti noi.
Ogni risata, ogni segreto, ogni promessa fatta. Non riesco a dimenticarlo.
Come si fa a dimenticare qualcosa che ti ha fatto sentire viva?
È un paradosso, davvero. Il tempo ci separa, ma il cuore sa riconoscere i legami, anche quelli che pensavi di aver spezzato. Quelli che ti hanno definito, ti hanno plasmato. S., con la sua luce che ora sembra affievolirsi, è parte di quel passato che non voglio dimenticare. E non posso fare a meno di chiedermi se, dopo tutto questo, ci sia davvero un modo per tornare indietro, per recuperare ciò che è stato perso. Ma forse la domanda è un’altra: è davvero possibile tornare indietro, o siamo condannati a portare sempre con noi ciò che non possiamo cambiare?
Guardando fuori dalla finestra del vecchio posto, vedo la luce del tramonto che filtra attraverso le tende. Una luce calda, quasi dorata, che sembra promettere qualcosa di eterno. Ma poi, quella stessa luce svanisce, lasciando spazio alla notte che avanza. Così è la vita. Noi possiamo vedere solo un attimo, ma il tempo, come la luce, scivola via inesorabilmente.
Perché ci ostiniamo a cercare di fermare qualcosa che è destinato a scivolare via?
Siamo davvero in grado di trattenere un momento, o è il momento che trattiene noi?
Background musicale: Ricky Le Roy e Franchino – I will find you. La canzone che ha accompagnato il mio arrivo in quel luogo che ancora chiama a sé la mia memoria. Un ricordo che resterà sospeso, come la musica che non finisce mai di suonare nella mia testa.
Remember me,
Eclipse