Scomparire senza traccia

Scomparire senza traccia

Posted on October 15th, 2003 at 1:35 PM | Tags: | 0 Comments

Non sono scomparsa. Ma a volte vorrei tanto che fosse così… #

La luce del tramonto filtra debole attraverso la finestra. Una giornata che sta morendo, come tutte le altre. Ma io no, io non mi sento morire. Mi sento come un’ombra che si fa largo tra i ricordi, un residuo di una realtà che scivola via senza che nessuno se ne accorga. Scomparire… quanto sarebbe semplice. Lasciare tutto, sparire nel nulla, senza nessuna traccia. No, non sono scomparsa. Ma a volte vorrei tanto che fosse così.

Cammino, ogni passo sembra più pesante del precedente, come se il mio corpo fosse appesantito dal peso di pensieri che non so più gestire. Mi fermo a guardare il cielo. Il cielo è vasto, immenso, eppure io mi sento così piccola, quasi insignificante. Come se fossi invisibile. Come se la mia esistenza non avesse importanza.

Mi giro verso la cucina, l’odore del caffè si mescola con quello del pane tostato. Un aroma caldo, che ha il potere di risvegliare i sensi. Ma non riesco a concentrarmi su quel momento, non riesco a farmi avvolgere da quel profumo familiare. C’è una sensazione di vuoto che non se ne va. Come se il mondo continuasse a girare, ma io fossi intrappolata in un angolo, dimenticata da tutti, anche da me stessa. “Non sono scomparsa. Ma a volte vorrei tanto che fosse così…” – Albert Camus, Il mito di Sisifo

Mi siedo al tavolo, guardando il mio riflesso nello specchio appannato dalla condensa. È un volto che conosco, ma che mi sembra estraneo. Come se appartenesse a qualcun altro. Ma non posso sfuggirgli. Non posso scappare da me stessa. Eppure, ogni tanto, lo desidero. Scomparire e sparire, non lasciare niente dietro di me, nessun segno, nessuna traccia. Solo il silenzio che avvolge tutto.

Il caffè mi scotta le labbra mentre lo bevo, ma non sento il dolore. Il mondo si è fatto sfocato. C’è un senso di straniamento che mi avvolge, come se fossi in un sogno, ma senza poterne svegliarmi. Il suono della mia voce mi sembra lontano, come un eco che rimbalza contro le pareti vuote di una casa che non ha più vita. Poi, in mezzo a tutto questo, un pensiero mi attraversa la mente. Non sono scomparsa. Sono qui, sono viva. E ho una voce, anche se a volte sembra che non serva a niente. Ma non importa. La mia voce esiste, ed è abbastanza. Forse non posso cambiare il mondo, ma posso cambiare qualcosa dentro di me.

Il rumore del mio respiro si fa più forte, quasi un tamburo che batte dentro la mia testa. Il caffè mi ha scaldato l’anima, ma la domanda rimane. Perché non posso semplicemente sparire? Quella domanda mi frulla nella mente, rimbalza contro le pareti del mio pensiero. La risposta non viene, e forse non arriverà mai. Eppure continuo a chiedermelo. Perché scomparire sembra così semplice, mentre vivere… vivere è così complicato.

Ma se scomparissi, cosa accadrebbe? Dove andrei? Chi sarei senza questa vita che mi trattiene? Il mondo continuerebbe a girare, senza di me, come se niente fosse. Ma io non voglio essere solo un’ombra che passa. Non voglio che la mia vita scivoli via senza un significato. La riflessione continua. C’è una parte di me che vuole scomparire, ma c’è anche una parte che lotta contro quella tentazione. Una parte che sa che non è giusto lasciarsi sopraffare dal buio. E allora, che fare? Scomparire nel nulla o restare e lottare?

Ma cosa succede quando il corpo è vivo, ma l’anima è in bilico? Sono qui. Vivo. Non sono scomparsa. Ma lo sono in qualche modo? La risposta non è semplice. E forse non c’è risposta.
Mi alzo, ma il peso non sparisce. È dentro di me, come una parte del mio essere che non posso ignorare. Ma in fondo, sono viva. E forse è proprio per questo che non posso sparire.
E tu, dove ti troveresti se fossi invisibile, senza traccia?


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