Il latte acido

Il latte acido

Posted on December 17th, 2003 at 11:10 PM | Tags: | 0 Comments

Accendere il TG a dicembre dovrebbe portare con sé il calore delle festività, il frastuono dei preparativi natalizi e le inevitabili risate dei maglioni brutti. Ma quello che arriva è solo un latte acido, un colpo al cuore.

Un cocktail di drammi finanziari con un pizzico di latte Parmalat #

Un bicchiere di latte caldo, la schiuma che sale dolcemente, l’aroma che invade la stanza. È il segno di un giorno che comincia, il ricordo di una routine che sembrava così solida, così certa. Ogni mattina, un piccolo rito di serenità, un abbraccio di sapore, un conforto. E ora? Cosa rimane di quel gesto semplice, ormai distrutto dalla verità che ha schiacciato il marchio che lo rendeva un simbolo di casa?

C’è qualcosa di inquietante nel ricordare quei giorni. Il latte, che per anni ha fatto parte della mia vita, ora è solo un simbolo di inganno. Il buio che ha avvolto Parmalat è diventato un’ombra nella mia mente, un’interrogazione che non ha risposte. Ho bevuto quel latte, credevo in ciò che rappresentava. Ma ora? Come posso separare ciò che era un gesto quotidiano da ciò che è diventato il volto di una crisi che ha cambiato il corso della storia economica italiana?

Ogni mattina, in silenzio, guardo il fondo del mio bicchiere. Non più il latte, ma una domanda che mi brucia nella mente. Come è stato possibile non vedere? Come è stato possibile ignorare il fragore di un sistema che crollava sotto il peso delle menzogne? Il latte, bianco e innocente, ora è carico di un’amara consapevolezza. È solo un liquido, sì, ma quel liquido ha contenuto una menzogna che si è allargata come un fiume, travolgendo chiunque l’avesse bevuto senza chiedersi il perché.

Nel mio silenzio, mi chiedo cosa sarà di noi. Di quel marchio che ormai non ha più il volto rassicurante del passato. Il latte, che un tempo rappresentava sicurezza, ora è solo un simbolo vuoto. Un altro fallimento, un’altra cicatrice su un corpo economico che non sa più come risollevarsi. Ma il vero dubbio che mi assale non è il destino del marchio. È la fragilità della nostra fiducia, di come cadiamo in trappole che sembrano così innocenti, così quotidiane. Ci è mai davvero dato sapere cosa c’è dietro ogni angolo della nostra vita?

Cosa resterà di tutto questo? Il latte è finito, e con lui il sogno di un’Italia che sembrava poter tenere insieme le sue rovine con un filo di speranza. Cos’altro nascondiamo sotto la superficie della normalità? Siamo davvero così disposti ad accettare ciò che ci viene dato senza mai chiederci: «Cosa c’è dentro?». Forse è solo il prezzo da pagare per credere nella bellezza di ciò che non possiamo più afferrare. Forse la verità non si trova mai nel bicchiere, ma in ciò che ci rimane in bocca, quando tutto è stato bevuto e il sapore si è dissolto.

E tu? Hai mai pensato a cosa c’è davvero dietro ciò che bevi ogni giorno?

remember me,
Eclipse


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