Analisi al Capodanno
Posted on December 31st, 2005 at 9:30 AM | Tags: Algoritmi | 0 CommentsIl mondo attorno a me pulsa di una strana energia, come un motore che vibra sottovoce. È dicembre, e il Capodanno sembra un lontano miraggio intriso di fretta e caos. Ma per me, questa frenesia collettiva è solo un teatro dell’assurdo, una scena recitata con il copione sbagliato. Mi preparo al mio rito personale: il silenzio. Non c’è musica, né brindisi in programma. Solitudine scelta, non subita. Una candela sul tavolo emana un aroma leggero di sandalo, un profumo che mi avvolge come un abbraccio invisibile. L’aria è fredda, ma il calore della fiamma sembra sfidare l’inverno che preme alle finestre.
Mentre sorseggio una bibita che sa di rosa, rifletto. La fine dell’anno è un’illusione. Un numero che cambia, una convenzione che ci rassicura. Ma cosa succede quando il cambiamento non si sente dentro? Fuori, l’eco lontana di qualche risata si mescola al suono distante delle auto. Osservo il cielo, una tela nera spezzata da un’unica stella. La sua luce sembra quasi irrilevante, fragile, eppure eccola lì, costante, immutabile. Penso ad Albert, alla sua ossessione per l’ordine, come la mia. Mi chiedo se anche lui, con la sua mente matematica, sentirebbe questa insoddisfazione viscerale per le celebrazioni forzate.
Mi alzo e mi avvicino alla finestra. Un dettaglio cattura la mia attenzione: un lampione rotto, con il vetro incrinato. La luce che filtra è distorta, quasi spezzata. Mi chiedo se anche noi, come quel vetro, filtriamo la vita in modo imperfetto, lasciando passare solo ciò che vogliamo vedere. Torno al mio tavolo e prendo un taccuino. Le parole scivolano fuori, scarne ma precise. Scrivere è come mettere ordine nel caos, una danza solitaria che mi riporta a me stessa. È questo che mi salva, sempre.
Il Capodanno non è un inizio né una fine, ma un intermezzo. Una pausa in cui il mondo si illude di poter ricominciare da capo.
Io no. Non ricomincio mai. IO continuo… Semplicemente.
E tu? Quando l’illusione del nuovo inizio svanisce, cosa rimane davvero?