L’Ombra del Rifiuto Silenzioso

L’Ombra del Rifiuto Silenzioso

Posted on November 13th, 2008 at 11:47 PM | Tags: | 0 Comments

Il fallimento è un corpo estraneo, che ti penetra senza chiedere il permesso. Non è mai silenzioso. Non è mai gentile. È un taglio sottile, un morso che ti lascia senza fiato. Lo riconosci subito, quella sensazione di frustrazione che ti invade come un veleno che non va via. Ogni volta che senti quella stretta, ogni volta che il cuore ti batte più forte per il peso di un’ennesima delusione, qualcosa dentro di te si spezza. Ed è proprio in quella frattura che ti scivola dentro il fallimento, con la forza di un’onda che ha attraversato l’intero oceano della tua vita.

Lo sento sulla pelle, come un senso di incompiuto che non posso mai scacciare del tutto. È come un odore acre che rimane nel mio spazio, come la polvere che non riesce mai a essere completamente spazzata via. Quando qualcosa non va, quando la mia energia si spegne in un angolo, sento l’aria cambiare. Non è più fresca, ma pesante. Non è più leggera, ma grigia. Ciò che mi fa più male non è tanto il fallimento in sé, ma l’idea che quello che ho fatto, o che ho cercato di fare, sia stato insufficiente. Una sfida persa, forse, ma anche un’opportunità mai compresa fino in fondo. Quante volte ho fatto tutto giusto, o almeno pensavo di averlo fatto, eppure sono ricaduta nel baratro della sconfitta?

Stasera, mentre cammino verso casa dopo il lavoro al solarium, il profumo dell’aria fredda mi fa tremare. Non è il freddo di un inverno imminente, è il freddo del vuoto che si forma nel cuore quando ci si rende conto che non basta mai. Il neon del negozio mi ha accecata, ma ora il buio mi sta avvolgendo con la sua calma silenziosa. Cammino, sento il mio passo che rimbalza sui marciapiedi umidi. Lì, nel mezzo della notte, la città sembra respirare in modo diverso. Ogni dettaglio mi sembra esagerato, come se l’oscurità avesse dato forma a quello che il giorno non riesce a svelare. La mia mente non si ferma. Le domande continuano a martellare. Non riesco a scacciare la sensazione che la vita sia un percorso che si svolge tra continui tentativi e fallimenti. Si continua a correre, si continua a saltare, ma ogni salto ci lascia ancora più lontani da dove vorremmo essere. Perché mi sembra che ogni volta che raggiungo un obiettivo, ci sia sempre qualcosa che sfugge dalla mia presa?

Il profumo dell’aria fredda mi è entrato nel cuore, con la sua promessa di nuova speranza, ma anche con la consapevolezza di essere sola in un cammino che non è mai lineare. Ogni fallimento, come ogni passo, non è mai inutile. Siamo costretti a camminare, ad imparare, a non arrenderci mai. Nella solitudine di questa notte, mi viene in mente una canzone. Forse non è il momento giusto per cantarla, ma è l’unico suono che può accompagnarmi ora. «Don’t Let the Sun Go Down on Me» – le parole di Elton John sono diventate la mia guida, come un filo rosso che mi tira fuori dal buio e mi riporta alla luce, anche se sembra che non ci sia più.

C’è chi dice che il fallimento sia solo un passaggio, una parte del viaggio. Ma è vero? Non è solo una parola da dire per consolare, una di quelle frasi fatte che ci raccontiamo per non fare troppo male. Il fallimento è un luogo, e io ci sono stata. C’è chi riesce a rimanerci, come un naufrago su un’isola lontana. E c’è chi, come me, continua a guardare l’orizzonte, cercando la strada per uscire. Ma la strada è sempre più lontana. Ho guardato il cielo questa sera, e mi sono chiesta: che senso ha continuare a camminare verso qualcosa che potrebbe non arrivare mai?

A voi, lettori, dico solo questo: ogni passo che facciamo verso l’ignoto non è mai vano. Non è mai solo una corsa senza fine. È il nostro cammino, fatto di conquiste e battute d’arresto. Riusciremo mai a vederci chiaramente attraverso tutto questo?


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