Milano, oggi, ha il profumo di una libertà che non si ferma. È nell’aria calda di questo pomeriggio, nel silenzio che precede la tempesta della sera. Il sole abbassa la testa, ma la città non smette mai di correre. Oggi è la giornata della liberazione, quella che ti entra dentro senza chiedere permesso. Una liberazione che sa di promessa, di speranza, di futuro. O forse, più che di futuro, di un passato che non vogliamo dimenticare. Camminiamo tra le strade, tra la gente che ride, che celebra, che spera. Ma io sono ferma. Non fuori, ma dentro. Non mi scosto dalla massa, ma una parte di me resta indietro, sospesa tra la folla che festeggia e un pensiero che mi scivola tra le mani. Non è solo festa, non è solo gioia. C’è un peso che non riesco a scacciare. Un dubbio, sottile, che mi fa sentire distante. La libertà… E’ mai veramente nostra? O ci sfugge, come un soffio di vento che non si riesce a tenere stretto?
Passiamo sotto i portici che ci sono familiari, ma oggi sembrano diversi. Ogni pietra sotto i nostri piedi racconta una storia che non vogliamo sentire. Eppure, mentre cammino, mi accorgo che c’è una forza che sale dentro di me. Forse è il tempo che scivola troppo in fretta, forse è il ricordo che oggi non ritornerà mai più. Ogni passo che facciamo sembra sollevarci da terra, ma con ogni passo cresce il peso della consapevolezza. Libertà, ci hanno detto, ma è mai libera la libertà? Ci fermiamo in un bar. Il caffè ha un sapore diverso oggi, come se ogni sorso fosse una riflessione. Le voci si sovrappongono, ma tra le risate sento una domanda che nessuno pronuncia. È il nostro antidoto alla solitudine, ma è anche il nostro modo di nascondere il dolore. Eppure, in mezzo a tutto, c’è una verità che non si può ignorare. Siamo vivi. Più vivi che mai. E questo, per un momento, basta. Il tramonto fuori è come un quadro che si stacca dalla tela e si fa carne. Milano è un fuoco, un’onda di luce che ci avvolge.
Saliamo sul tetto, dove tutto sembra lontano. Dove il mondo, improvvisamente, è solo un punto sotto di noi. Il vento ci sfiora e tutto diventa silenzioso. Un silenzio che pesa, ma che non fa paura. È il silenzio della speranza, di un futuro che non smette di sfiorarci, come una promessa che non può essere svelata. La giornata di oggi finirà, sì, ma lascerà qualcosa. Un ricordo che resterà nei giorni a venire. È come se la libertà avesse una scia che non si dissolve mai, ma che ci porta verso un altro inizio. Eppure, c’è qualcosa che ancora non riesco a spiegare. Un velo sottile di malinconia che si insinua tra i sorrisi, un respiro che si fa più pesante mentre guardiamo il cielo, che sembra staccarsi dal mondo. La libertà, davvero, è tale? O è solo il nostro desiderio di essere liberi che ci fa credere che lo siamo?
Forse la libertà non si misura, non si pesa, non si comprende. Ma il desiderio di viverla, quello sì. E lo portiamo con noi, ogni giorno. Ma la domanda rimane: cosa faremo quando smetteremo di chiedercelo? Ecco, la libertà è qui. Ma dove finisce, e dove cominciamo noi?
LIBERTY.
Remember me,
Eclipse