
Lingua, Sangue, Silenzio, Onore
Posted on April 9th, 2025 at 8:51 PM | Tags: Memoria | 0 Comments
Certi giorni bastano poche parole, eppure sembrano portarsi dietro il peso di secoli. Mi è bastato sentire la voce di un re attraversare l’eco della Camera dei Deputati, scandire parole nella lingua che mi brucia dentro fin dall’infanzia, per sentirmi attraversata da una scossa silenziosa. “Spero di non rovinare la lingua di Dante.” Ha detto così. E in quella frase c’era tutto. C’era la distanza colmata, la deferenza gentile, l’eleganza antica che non chiede mai di essere notata ma resta incisa come il profilo in un cammeo. Non è idolatria, la mia. Non è il fascino cieco per corone e rituali. È piuttosto un’attrazione che nasce nei luoghi in cui la storia si piega alla grazia, dove la tradizione non è solo abitudine ma rito condiviso, gesti tramandati che danno forma all’invisibile. Ho sempre guardato la famiglia reale come si osserva una costellazione: da lontano, senza pretese, ma con la certezza che in quel disegno, in quelle traiettorie luminose, c’è qualcosa che parla di permanenza in un mondo che tutto consuma. E poi, sentire Carlo, perdonatemi, RE Carlo, pronunciare l’italiano con quella cura, con quell’umiltà che profuma di rispetto, è stato come vedere una vecchia tela restaurata con mani leggere,...