Archive for June, 2009


Michael Jackson

Posted on June 25th, 2009 at 10:56 AM | Tags: | 14 Comments
L’ombra danza, l’eco canta, la musica svanisce # Scrivo da una piccola scrivania, la luce fioca di una lampada accesa illumina appena i tasti del mio computer. Fuori, Milano è immersa in un tramonto che sembra urlare di non andare via. L’aria è densa, carica di quella malinconia inspiegabile che solo certe notizie sanno portare. Michael Jackson è morto. Il Re del Pop. La leggenda che ci ha insegnato a ballare anche senza sapere come. L’uomo che trasformava ogni movimento in un capolavoro, ogni nota in un ricordo indelebile. Come si fa a descrivere l’assenza di qualcuno che sembrava eterno? Ricordo il primo vinile che mi regalarono. Avevo dieci anni. La copertina di Thriller mi guardava con una promessa di rivoluzione musicale che ancora non comprendevo. Quella sera lo misi sul giradischi, e qualcosa cambiò per sempre. La sua voce riempiva la stanza, e io, una bambina qualsiasi, mi sentivo parte di qualcosa di straordinario. Oggi quella voce tace. Eppure, mentre le notizie si accavallano, mentre il mondo discute su cause, scandali e ricordi, io non riesco a pensare a tutto questo. Penso a un uomo che ha dato tutto sé stesso a un pubblico che lo adorava e che,...

La doppia verità dentro

Posted on June 14th, 2009 at 10:43 AM | Tags: | 14 Comments
Il gioco di luci e ombre rivela una verità che non vogliamo vedere # Oggi è uno di quei giorni in cui la luce sembra giungere da un angolo nascosto del mio cuore. Un angolo che non posso, e non voglio, rivelare completamente. Eppure, ogni gesto, ogni passo che faccio nel negozio di lampade mi costringe a vivere quella doppia vita che ho imparato a indossare come una seconda pelle. Lì, tra lampadari scintillanti e luci soffuse, mi perdo. Mi perdo volentieri. Come se ogni riflesso fosse una possibilità di fuga, di nascondiglio. E in fondo, è ciò che faccio da sempre. Nascondo chi sono veramente. Sembra strano, non è vero? Lavoro tra luci e riflessi, mentre la mia vita si fa ombra. Ma dentro quella contraddizione trovo una realtà più complessa, più inquietante. Perché la verità è che non voglio davvero mostrarmi. Voglio solo esistere nel mio spazio, nel mio tempo, senza essere giudicata o, peggio ancora, etichettata. Mi osservo nello specchio del negozio, ma l'immagine che vedo non è mai quella che sento dentro. C'è sempre qualcosa di nascosto, una parte di me che urla di venire fuori, ma non lo fa mai. Il mio “two-timing” è il...