Archive for December, 2008


Thanks a billion!

Posted on December 20th, 2008 at 10:02 AM | Tags: | 0 Comments
La gratitudine che illumina il cuore # In un mondo che ci costringe a correre incessantemente, a rincorrere obiettivi sempre nuovi e inafferrabili, mi prendo un attimo per fermarmi e dire grazie. Grazie a coloro che hanno camminato al mio fianco, a chi mi ha sostenuto nei momenti bui e a chi ha condiviso con me risate e lacrime. La gratitudine è una forza potente, capace di mutare la nostra percezione della vita, di infonderci un calore profondo e una pace che ci avvolge come un abbraccio sincero. Osservo i volti delle persone che hanno reso questo anno speciale, e ogni sorriso, ogni gesto di gentilezza, ogni parola di incoraggiamento ha inciso un segno indelebile nel mio cuore. Sono grata per le lezioni apprese, per le esperienze vissute, per le sfide che ho affrontato e superato. Ogni istante ha contribuito a formare la persona che sono oggi, e per questo, il mio grazie va a voi e, inevitabilmente, anche a me stessa. Mentre rifletto, il pensiero vola a mia madre e ai sacrifici silenziosi che ha fatto per me. Ricordo le notti in cui restava sveglia per aiutarmi con i compiti, o i giorni in cui preparava il mio piatto...

Padri Assenti

Posted on December 10th, 2008 at 12:27 AM | Tags: | 0 Comments
Un’assenza non è mai silenziosa: parla con la voce del dolore, dell’attesa, del desiderio che resta sospeso # C’era una volta un padre, o forse no. Il vuoto che lascia una figura paterna assente è una melodia stonata, una nota che si ripete all’infinito, ogni giorno più stridente. Non è un’assenza che puoi ignorare, come un vecchio quadro che si sbiadisce sul muro; è più come un soffitto crollato, che ti costringe a guardare in alto e a chiederti quando avverrà il prossimo cedimento. Oggi il mio passo è lento, pesante, mentre cammino per il parco. L’aria è intrisa di quel profumo pungente che solo l’inverno sa regalare: terra bagnata e foglie marce, una fragranza che non consola ma che racconta storie di cicli che si chiudono. Un padre con il figlio gioca vicino a una fontana. Lo osservo: il bambino ride, le mani tese verso il cielo, mentre il padre lo solleva in alto. Non riesco a distogliere lo sguardo. È come se ogni loro gesto fosse un piccolo coltello che gira nella mia ferita più profonda. Mi fermo su una panchina fredda, le mani avvolte nelle tasche del cappotto. Lo faccio spesso, fissare qualcosa o qualcuno fino a...

Live, Laugh, Learn, Love

Posted on December 7th, 2008 at 9:52 AM | Tags: | 0 Comments
Risate, lezioni e amore nel viaggio della vita # Vivo in un costante equilibrio tra il silenzio e il frastuono. Ogni mattina, mentre la città si risveglia sotto un cielo che non promette nulla, cammino fino al parco. È un rituale semplice, quasi meccanico, ma nasconde una ricerca incessante: trovare la bellezza dove altri vedono solo il banale. Oggi, il gelo si insinua attraverso la lana del cappotto, ma non mi fermo. Il freddo è un promemoria: sono viva. Raccolgo una foglia caduta, ancora intrisa di rugiada. La tengo tra le mani come fosse un tesoro. Ogni dettaglio conta. I nervi sottili della foglia, la sua consistenza fragile, raccontano storie di autunni passati, di vento, di vita che si rinnova. Quanto spesso ignoriamo queste piccole meraviglie? Il parco è deserto, il silenzio interrotto solo dal fruscio degli alberi. Una panchina di legno, graffiata dal tempo, attira la mia attenzione. Mi siedo, chiudo gli occhi. Sento il respiro del mondo attorno a me. Una sensazione di incompletezza mi invade, come se qualcosa mi sfuggisse, qualcosa che non riesco a afferrare del tutto. «Perché la bellezza deve sempre essere così fugace?». Non c'è risposta, solo il peso di un pensiero che si...

Blah, blah, blah

Posted on December 6th, 2008 at 1:30 PM | Tags: | 0 Comments
C’è un ronzio che non lascia spazio # Oggi è una di quelle domeniche in cui tutto sembra pesare un po’ di più. L'aria è ferma, impregnata di un silenzio che non dà tregua, come se anche il mondo fuori stesse trattenendo il respiro. Mi siedo accanto alla finestra, il caffè ormai freddo accanto a me. Ma non è di lui che sento il profumo. Il legno della sedia emana un aroma antico, come se avesse assorbito ogni frammento di storia che il tempo ha lasciato dietro di sé. Mi appoggio allo schienale e chiudo gli occhi. La stanza è vuota, ma c'è qualcosa di vivo nell’odore della cera, nel lieve crepitio del parquet sotto i miei piedi. Apro un libro che non leggo da anni. Le pagine ingiallite hanno un profumo tutto loro, un misto di carta e polvere che sa di nostalgia. «Perché il tempo ci costringe sempre a scegliere cosa ricordare e cosa dimenticare?» mi domando, mentre le dita sfogliano lentamente quelle righe dense di storie. Fuori, un corvo si posa sul ramo di un albero spoglio. È immobile, come se il gelo gli avesse rubato ogni possibilità di movimento. Le sue piume brillano di una luce...

Luce tra le ombre

Posted on December 3rd, 2008 at 12:04 AM | Tags: | 0 Comments
Ci sono notti come questa in cui il silenzio si fa assordante. Fuori, la città è avvolta in un velo di umidità, il cielo è un'immensa tela grigia senza stelle. Eppure, dentro di me c'è un tumulto. Un piccolo gesto, apparentemente insignificante, mi ha spinta a fermarmi: ho acceso una candela. Non era una di quelle profumate, artefatte, ma una semplice candela bianca che giaceva dimenticata in un cassetto. Mentre il suo bagliore cresceva, il profumo di cera calda si è insinuato nell'aria. Era un aroma sottile, quasi impercettibile, ma capace di evocare ricordi di notti lontane, passate a leggere alla luce fioca, quando la corrente mancava e il tempo sembrava rallentare. Quell'odore è diventato la mia ancora, un ponte tra passato e presente. Mi siedo accanto alla finestra. La candela vacilla, e il suo tremolio proietta ombre danzanti sulle pareti. Guardo fuori: le luci della città riflettono sull'asfalto bagnato, un mosaico di colori spenti e indefiniti. Mi chiedo: è possibile vedere la propria essenza con la stessa chiarezza con cui osservo queste ombre? Mentre la cera si scioglie lentamente, mi lascio avvolgere da questo pensiero. Riscoprire la propria essenza è come osservare una candela consumarsi: non è immediato, richiede...