Archive for March, 2007


Un cuore dietro scudi fragili

Posted on March 27th, 2007 at 11:54 AM | Tags: | 0 Comments
Un cuore che non sa mai amare, silenzi che raccontano le sue guerre # C’è una fragilità sottile nella mia esistenza, qualcosa che gli altri non riescono a decifrare, ma che io conosco fin troppo bene. Sono quella ragazza complicata, con i pensieri che si intrecciano come un groviglio impossibile da districare. Diversa. Questo mi dicono. E sai che c’è? Non me ne vergogno. Le persone guardano il mio cuore e vedono una corazza. Io invece ci vedo una protezione necessaria. Ogni cicatrice ha una storia, ogni silenzio una battaglia. È la mia natura: sopravvivere, anche quando il mondo sembra sfaldarsi sotto i piedi. Oggi il cielo è grigio, il vento porta con sé l’odore di asfalto bagnato e ruggine. Cammino per la strada con una tazza di tè ormai freddo tra le mani. L’aroma amarognolo si mescola al profumo pungente del metallo, un contrasto che mi fa pensare a quanto siamo fragili e forti allo stesso tempo. Mi fermo un momento, osservo una foglia incastrata in una grata. Quante cose restano intrappolate, incapaci di andare avanti? Poi continuo. Chi mi conosce sostiene che non sono mai stata innamorata. Probabilmente è vero. Ma che cos’è l’amore, se non una serie...

Oltre il vetro rotto

Posted on March 13th, 2007 at 3:32 PM | Tags: | 0 Comments
Ogni immagine è un riflesso di ciò che siamo disposti a vedere. E se il vetro fosse sempre rotto? Da qualche settimana mi sono immersa nel mondo della fotografia. Non è stato un passo casuale, ma un’esigenza, una ribellione silenziosa contro la monotonia dei giorni. Ho acquistato una vecchia Polaroid, una di quelle che trovi dimenticate nei mercatini, e l’ho trasformata nella mia alleata. Non sapevo cosa aspettarmi, ma la macchina fotografica non è solo un oggetto: è un portale. Cammino per le vie della città con uno scopo nuovo, come un’esploratrice urbana alla ricerca di tracce invisibili. Prima, tutto mi sembrava insignificante: un muro sporco, una finestra socchiusa, una pozzanghera riflettente. Ora, ogni dettaglio si anima, carico di significati che non avevo mai notato. Oggi sono passata davanti a una bottega abbandonata. Il legno della porta era scheggiato, e dal vetro rotto entrava un fascio di luce polverosa. Mi sono fermata, come se il luogo mi stesse chiamando. Ho avvicinato la Polaroid e ho scattato. Il rumore del click ha risuonato nell’aria come una nota stonata, un piccolo ruggito contro il silenzio circostante. L’odore della città mi ha invaso: polvere mista a una pioggia recente, ferro arrugginito e, da...