Posted on January 27th, 2004 at 12:39 AM | Tags: Memoria | 20 Comments
Ci sono giorni che non smettono mai di gridare, anche quando il tempo tenta di soffocarli. Rimangono sospesi, come lame d’aria fredda che tagliano la pelle senza lasciar traccia visibile, ma penetrano fino all’osso. Per quelle persone, quel giorno non fu soltanto una data. Fu uno spartiacque tra la morte e il ritorno a qualcosa che somigliava alla vita. Un confine sottile, teso come il filo di un rasoio, tra l’incubo e la speranza. Eppure, il vento che tagliava il cielo e il gelo che scavava nella carne non li toccavano più. Il loro dolore aveva scavato un abisso troppo profondo, un’assenza troppo vasta per essere colmata da qualcosa di così banale come il freddo. Vedo il sole che si affaccia timido sopra un orizzonte che non conosce più confini. La sua luce è incerta, quasi esitante, come se temesse di toccare quella terra maledetta, di illuminare il passato che ancora trattiene il fiato. Dentro di me si muove un’eco lontana, un tremore sottile. Un’ombra che non si dissolve. Quel raggio, quel misero frammento di luce, sembra l’ultimo battito di un cuore dimenticato, l’ultima pulsazione di un’umanità che non dovrebbe esistere più. Ma loro, loro erano già oltre la luce....
Posted on January 5th, 2004 at 2:58 PM | Tags: Celebrazioni | 18 Comments
Il mondo gira, immobile nel suo caos, ed io, come un ingranaggio, mi trovo a cercare il mio posto senza trovarlo. È un tentativo futile, lo so. Un tentativo che non ha fine, perché forse il posto che cerco non esiste nemmeno. Ogni giorno ci svegliamo, compiamo i nostri gesti come automi, con la speranza di trovare un senso, una direzione. Ma il senso non è mai dove pensiamo. È nel vuoto che ci circonda, nel non sapere, nel non comprendere. È nell'assenza di certezza che viviamo davvero. Eppure ci ostiniamo a cercarlo, come se il caos potesse rivelarci qualcosa di più, come se la realtà fosse un puzzle che possiamo risolvere. Ma la realtà è solo un'altra farsa. E noi, a nostro modo, siamo spettatori che non sanno di esserlo. Viviamo una messa in scena che accettiamo senza opporci. Non ci chiediamo se ciò che vediamo è vero, se ciò che tocchiamo è tangibile. Siamo semplici attori in un dramma che non abbiamo scritto, ma che seguiamo, rapiti, incapaci di smettere di recitare. E così, mi trovo a pensare a un gesto che, all'apparenza, sembrava semplice, ma che mi ha lasciato un segno che non so cancellare. Un bacio....
Posted on January 3rd, 2004 at 2:41 PM | Tags: Poesia | 10 Comments
Sono ancora a Genova. Il gelo di gennaio avvolge la città come un sudario e ogni passo che compio è un atto di sfida contro il freddo che tenta di immobilizzarmi. Cammino senza una meta precisa, solo per il bisogno di sentire il ritmo dei miei passi sul selciato bagnato, di vedere il fiato trasformarsi in nuvole evanescenti che svaniscono prima ancora di poterle afferrare. La speranza esplode come una fiamma, ma la realtà è sempre lì, pronta a soffocarla, pronta a ricordarmi che nulla è eterno, nulla è garantito. Ma continuo a camminare. Le strade sembrano sospese nel tempo, congelate in una quiete che non è pace, ma attesa. Cosa aspettiamo tutti? Forse il disgelo, forse una risposta, forse il coraggio di smettere di aspettare. Ogni angolo di questa città racconta una storia che non si può ignorare, ogni muro ha visto più di quanto chiunque voglia ammettere. Le finestre illuminate di flebili luci sono come occhi socchiusi, testimoni silenziosi di sogni infranti e desideri sussurrati. E io cammino, con le mani affondate nelle tasche e il cuore che batte forte, ostinato, come se volesse imporsi sulla fredda indifferenza di questa notte. Mi fermo accanto a una panchina, rigida,...
Posted on January 1st, 2004 at 5:00 AM | Tags: Celebrazioni | 10 Comments
La notte ha il sapore del sale e del tempo che non si lascia afferrare. Genova respira nel buio, la sua pelle di pietra e mare si distende sotto il peso di un’aria che porta il sussurro di storie dimenticate, di promesse fatte e mai mantenute. C’è qualcosa che pulsa nel ventre della città, una corrente sotterranea che spinge le persone a cercarsi, a sfiorarsi, a perdersi senza sapere se vorranno ritrovarsi. L’inverno sembra un’illusione, eppure è lì, nei fiati sospesi nell’aria, nei passi che risuonano contro le facciate secolari, nei lampioni che disegnano ombre incerte sull’acciottolato umido. T. non ha detto una parola quando ha afferrato la mia mano. Un gesto deciso, senza esitazione. Un comando silenzioso che non ammetteva rifiuti. Le sue dita erano calde, solide, un’ancora nell’indefinito di quella notte. Il porto si estendeva davanti a noi, uno specchio d’acqua nero increspato dai riflessi delle luci lontane. Il brusio delle persone si mescolava al respiro della città, creando una sinfonia di vita che si muoveva all’unisono. Sapevo che stavamo per attraversare un confine invisibile, quello che separa il presente dal ricordo, il reale dal possibile. E non c’era più niente che potesse fermarci. I fuochi d’artificio squarciano...