Posted on August 31st, 2002 at 6:00 PM | Tags: Memoria | 0 Comments
Oggi, come ogni anno, il pensiero di Diana mi colpisce come un pugno. Non c'è giorno che passi senza che qualcuno non ricordi quel volto così familiare, la sua umanità. Un'ombra che rimane, eppure, mai dimenticata. È come se il tempo avesse fatto da scudo a una tristezza che non se ne va. È tutto ancora lì. Eppure, non ci siamo mai liberati davvero. Mi sembra impossibile dimenticare quella sera del 31 agosto 1997. Quel giorno in cui il mondo intero ha avuto un vuoto, un'inquietante mancanza. Diana non era solo una principessa. Era un simbolo, una donna che sapeva guardare oltre il suo status, oltre la vita dorata che il destino le aveva dato. Con uno sguardo penetrante, capace di vedere ciò che spesso nessuno vede, Diana ha lottato per chi non aveva voce. Per chi non poteva difendersi. E in qualche modo, quella sua fragilità è diventata una forza. Non era perfetta, lo sapevamo tutti. Ma chi può dire di esserlo davvero? Si è mostrata per quella che era: una madre, una donna, una persona che amava con tutto il cuore. Non c'è bisogno di idealizzare la sua figura, basta ricordare ciò che ha fatto. La sua lotta...
Posted on August 30th, 2002 at 5:51 PM | Tags: Esperienze | 0 Comments
Ogni storia ha una fine, anche quelle che non volevamo vedere arrivare # Ogni tanto mi chiedo se ho davvero bisogno di un’altra estate che si consuma senza lasciare traccia. Ma qui, nel mezzo di una serata che sembra non voler finire, mi rendo conto che il tempo non ha più importanza. Ho smesso di pensare a lui, ma continuo a vedere il suo volto come se fosse ancora presente nella mia mente. Eppure, non è più lui. Non è più niente. Lui mi ha detto che scherzava, che non voleva perdermi. «Per favore, non andare», mi ha supplicato. Che gioco meschino, che bugia ben recitata! «Non ti lascio mai», aveva promesso. Ma poi, come al solito, è sparito quando gli serviva qualcosa di più interessante. Era solo un'illusione di amore, un trucco ben riuscito. Nulla di più. Non ero la sua scelta. Non ero la sua priorità. E ora che l’estate se n’è andata, sono rimasta con il vuoto di una promessa mai mantenuta. Il mio errore è stato credere che potesse essere diverso. Che potessimo essere qualcosa di vero, qualcosa che non fosse solo un altro episodio da dimenticare. Ma sono stanca. Stanca di essere l’opzione di qualcun...
Posted on August 20th, 2002 at 7:00 AM | Tags: Rivoluzione | 0 Comments
La risata del carnefice è la stessa che scivola via dal cuore della vittima? E se fosse ora di mettere fine al gioco? Come si reagisce quando la maschera cade? Cosa diresti se il palco fosse tuo? Ho sempre detestato le risate che non sono mai veramente sincere. Quelle che sembrano innocenti, ma scavano come lame affilate. Quella forma di ironia che non è altro che un modo per smontare un’altra persona pezzo per pezzo, ma travestita da "scherzo". Ogni parola che esce da quelle bocche non è mai solo una battuta; è un affondo, un modo per dimostrare la propria superiorità sulle fragilità degli altri. La maschera del divertimento è solo un velo sottile che non riesce a nascondere il veleno che si nasconde dietro le sue parole. Mi trovo costantemente nel mirino, come se fosse un gioco per lui, un gioco che non vede mai la fine. Le mie insicurezze diventano la trama di una commedia che non volevo recitare. Ed io, in silenzio, resto lì, a sorridere, mentre il suo sarcasmo mi squarcia. Mi chiedo se ci sia un modo per fermarlo, per dirgli che ogni sua parola pesa, che non è tutto un gioco. Che non...
Posted on August 10th, 2002 at 5:10 PM | Tags: Memoria | 0 Comments
Ho sempre pensato che fare l'elenco dei ragazzi passati nella mia vita fosse qualcosa di impensabile. Un atto di smarrimento. Ogni nome una traccia che ti segna. È come mettere in mostra una parte di te che vorresti nascondere, nascosta nei recessi più oscuri della mente. Mi torna in mente quella scena di un film anni '90, in cui la protagonista elenca i suoi ex. La vedo, sorridente, con un'espressione maliziosa. Come se fosse qualcosa di piacevole, come se stesse rivelando un segreto dolce. Ma nella realtà, una ragazza non si comporterebbe così. È un tabù, una vergogna. Contare, ricordare, confrontare... Tre è già un numero troppo grande per ammettere. E poi, c'è sempre quella paura. La paura che le amiche abbiano un numero più basso, facendo sentire come se tu avessi vissuto di più, di troppo. Come se ogni esperienza fosse un fardello che ti appesantisce. Il numero cresce, e con esso cresce anche il giudizio altrui. Eppure, nonostante la vergogna, sono riuscita a farci qualcosa. Non per amore, ma per curiosità. Forse per ribellione. È incredibile cosa siamo disposti a fare per seguire il nostro desiderio più primitivo. Ci si stupisce persino di sé stessi, delle proprie azioni,...