Archive for August, 2000


L’ultima Luce di una Principessa

Posted on August 31st, 2000 at 12:52 AM | Tags: | 16 Comments
È forse questo il destino di chi osa essere veramente diverso, veramente umano? # Era il 31 agosto 1997. La luce di Parigi si spegneva senza preavviso, e con essa, la vita di Lady Diana. La notizia giungeva come un fulmine, un colpo secco che scuoteva il mondo. Un incidente, dicono. Ma quale incidente è capace di silenziare la speranza? La morte di Diana non ha semplicemente interrotto il corso della sua vita. Ha infranto una visione di bellezza che si faceva carico del mondo. Eppure, quel giorno, l’universo sembrava più fragile che mai. La sua morte ha lasciato un vuoto che nessuno avrebbe potuto riempire. Non parlo della sua assenza fisica. Quella è semplice. È il vuoto che ci lascia dentro, quello che si fa più profondo con il passare del tempo. Diana non era solo un volto angelico dietro sorrisi perfetti, ma un’anima che camminava tra le ombre, che toccava il dolore senza paura. Era la speranza in un mondo che si dimenticava di essere umano. Non aveva paura di guardare negli occhi le cicatrici di chi soffriva, di chi lottava. Le sue mani, tese verso il mondo, avevano il potere di trasformare, di curare. Ma non hanno...

Il Crollo dell’Umanità

Posted on August 2nd, 2000 at 9:29 PM | Tags: | 30 Comments
I volti dei giornalisti si alternano come ombre su uno schermo che ora sembra quasi irriconoscibile. Le immagini della Sinagoga di Gerusalemme sotto attacco mi colpiscono come una mazzata in pieno volto, un respiro rubato, un colpo che lacera. Il telegiornale, quella routine di notizie che scivola via come una corrente troppo familiare, diventa improvvisamente un quadro di dolore e disperazione, un’urgenza che nessuna parola può colmare. Ed io, io che mi trovo qui, lontana, in un angolo del mondo dove tutto sembra più sicuro, sento che il mio mondo sta crollando insieme a quello di chi vive questa tragedia. «È solo un attacco», dicono. Eppure non è solo questo. No. Non si tratta di un gesto isolato. È l’infamia fatta carne, è la violenza che sputa in faccia alla nostra umanità. Gli attaccanti non mirano solo a un edificio, ma a ciò che rappresenta: la sacralità di una comunità, la purezza della preghiera, l’intimità di un atto spirituale. L’odio non ha più parole, solo il sangue che infetta l’aria. Vedo i corpi delle vittime. Vedo le mani che si allungano verso il cielo, cercando un rifugio che non arriva mai. Quelle persone, che pregano, che invocano pace e speranza,...