Autocura intima

Posted on March 22nd, 2025 at 5:29 PM | Tags: | 0 Comments
Ci sono giorni che iniziano come un soffio appena accennato, un respiro trattenuto tra il cielo lattiginoso e l’odore del tram mattutino. Oggi Amsterdam sembra piegarsi in una calma che non ferisce, ma accoglie. Le strade umide brillano sotto una luce opaca, e nei miei passi c'è un ritmo che non ho scelto, ma che si muove dentro di me come se mi appartenesse da sempre. Ho bisogno di silenzio, ho bisogno di spazio, ho bisogno di me. La città mi guarda con occhi velati, e io la sfioro senza fretta, lasciando che ogni angolo mi parli nella sua lingua ruvida e tenera. Entro in libreria come si entra in una chiesa, in punta di piedi, senza fare rumore, con quella devozione che non ha bisogno di fede ma solo di ascolto. I libri mi respirano addosso, le pagine sussurrano storie che non conosco, formule che sembrano preghiere scritte da chi non ha mai smesso di cercare il significato del tempo. Sfioro le copertine come pelle viva, riconosco nella carta l’odore delle notti insonni, dei pensieri che non si lasciano addomesticare. Ne prendo uno. La voce di uno scienziato che scrive come se stesse morendo, come se ogni parola fosse...

La luce oltre l’ombra

Posted on April 11th, 2004 at 12:00 PM | Tags: | 38 Comments
Certe mattine arrivano come una ferita che non sanguina, ma pulsa. Ti svegli e non sai se sei ancora viva o solo intrappolata in un corpo che fa finta di esserlo. Il sole filtra piano tra le tende, disegna linee sottili sulla parete scrostata della cucina, e tu lo guardi senza sapere se lo odi o se ti salva. È così che comincia, ogni volta, il pensiero della rinascita. Non come un inno sacro, non come una preghiera sussurrata tra i banchi vuoti di una chiesa dimenticata. Ma come un urlo sommesso che si fa spazio tra il profumo del caffè e l’odore stanco delle arance tagliate a metà sul tavolo. Le arance, con quella loro carne umida e sanguigna, sembrano il cuore di qualcosa che ho perduto. Il coltello le ha divise come certe parole dividono la carne dall’anima. E io respiro quel profumo come se fosse un’esca, una via d’uscita dal gelo che mi porto addosso. Non so cosa significhi credere davvero, ma so cosa vuol dire doverlo fare per restare a galla. So cosa vuol dire cercare una resurrezione che non è promessa, ma necessità. Il cucchiaino sbatte contro la ceramica con una ripetizione stanca, quasi rituale....

Inaspettato Tradimento

Posted on August 1st, 2003 at 10:30 AM | Tags: | 18 Comments
La vita non ti avvisa mai. Ti attraversa, ti colpisce, ti lacera senza preavviso, senza un segnale. E quando accade, non c'è un modo per difendersi. Non puoi prevederlo, non puoi evitarlo. Ti scava dentro come una lama sottile e silenziosa, lasciando solo il vuoto e la consapevolezza di non essere mai davvero preparata. Ti guardi intorno, cerchi un appiglio, un indizio che possa spiegare il momento esatto in cui tutto è cambiato, ma non lo trovi. Perché non c'è. Ci camminiamo accanto ogni giorno, illudendoci che il controllo sia reale, che basti prevedere, pianificare, evitare gli ostacoli per restare in piedi. Ma poi accade. In un gesto. In una parola non detta. In un battito di ciglia. Quel giorno, con T., credevo di avere tutto sotto controllo. Le strade affollate, il frastuono del traffico, le voci confuse della città: tutto si dissolveva sullo sfondo, come una nebbia sottile che avvolge ogni cosa. E dentro di noi, solo la certezza di quel momento, la convinzione che nulla potesse spezzarlo. Ma il cielo grigio ci ha traditi. Ci ha lasciati esposti, fragili, impreparati. Non c'è stato un avviso, non c'è stato un presagio. Solo un istante che si spezza, un equilibrio...

Addio Dio. Benvenuto Zero.

Posted on May 19th, 2003 at 1:33 PM | Tags: | 20 Comments
Inizia tutto da qui, da un pensiero che mi tormenta da giorni, che brucia come una ferita che non trova mai sollievo. La religione è una costruzione, una forza che plasma, ma che allo stesso tempo incatena. Quante volte mi sono trovata a interrogarmi, a tentare di trovare un senso nel silenzio delle preghiere, nel rituale di un Dio che, in fondo, non sembra mai rispondere. C’è una voce che mi dice, in modo silenzioso ma incisivo: «Addio, Dio.» E lo scrivo come se fosse un addio che si fa definitivo, una chiusura che non lascia spazio a ripensamenti. Quello che rimane è solo un vuoto, un vuoto che si riempie di qualcosa che non ha forma, ma che c’è. Il mio respiro diventa l’unico Dio che riconosco, l’unico che sento. Mi guardo intorno e vedo un mondo che continua a chiedere, che continua a cercare risposte. Ma quelle risposte non esistono più, o forse non sono mai esistite. La verità è che non serve un Dio che ti dica cosa fare, non serve una fede che ti porti su strade di certezza che non conducono a nulla. Io sono quella risposta, io sono il cammino che continuo a percorrere....

Notti di silenzio eterno

Posted on April 16th, 2001 at 1:45 AM | Tags: | 10 Comments
Non c’è rumore, se non il battito del mio cuore che si mescola al respiro, leggero, quasi impercettibile. La notte è immobile, il mondo sembra essersi fermato, eppure dentro di me tutto si muove. La lampada accanto al letto proietta una luce fioca, gialla, abbastanza da dare vita a ombre che si rincorrono sulle pareti. Le pagine della Bibbia sono aperte sulle mie ginocchia, pesanti come un macigno e leggere come piume al tempo stesso. Ogni parola incide, penetra, come una lama che non lascia ferite visibili, ma scava in profondità, lì dove neanche io pensavo di poter arrivare. «Non preoccuparti per il domani.» Questa frase mi colpisce come un pugno. Non preoccuparti. Ma come posso non preoccuparmi? Il domani è una promessa non mantenuta, un’incertezza che si allarga davanti a me come un mare in tempesta. È il respiro che trattengo ogni volta che penso al futuro, al peso delle decisioni che ancora non ho preso. È il timore di sbagliare, di fallire, di non essere abbastanza. L’orologio segna quasi le due. Fuori, la città dorme. Ogni tanto il rumore di un’auto lontana si trascina nell’aria, spezzando la quiete solo per un istante, prima di dissolversi di nuovo nel...

V.1 Resurrezione: La pasqua

Posted on April 15th, 2001 at 1:18 PM | Tags: | 46 Comments
Le vetrate del Duomo catturano la luce del mattino, frammentandola in fasci di colori che sembrano dipingere l’aria. Il silenzio qui dentro ha un peso diverso, quasi sacro, eppure non opprimente. Mi sento osservata dalle statue di marmo, dai santi che sembrano custodire storie troppo grandi per essere sussurrate. Il suono delle mie scarpe sul pavimento sembra un eco che non si dissolve, un ricordo che cammina accanto a me. Respiro a fondo. Il profumo della cera consumata e dell’incenso si insinua nei miei pensieri, come se potesse colmare spazi vuoti dentro di me. Mi siedo su una panca laterale, le mani fredde intrecciate sul grembo. Il sacerdote si alza, lento, come se ogni movimento fosse intriso di una solennità che non lascia spazio alla fretta. La sua voce riecheggia, ferma ma non severa, quando pronuncia: «Oggi celebriamo la vittoria della vita sulla morte, il miracolo della resurrezione. Gesù è risorto per noi, per insegnarci che nulla finisce davvero». Mi soffermo su quelle parole, le lascio cadere come pietre nell’acqua ferma dei miei pensieri. Nulla finisce davvero. Parla della croce, della sofferenza, del dolore che precede la luce. Racconta di un amore che si dona senza chiedere, senza misurare, un...

Il Perdono, un Sogno Impossibile

Posted on March 18th, 2001 at 2:16 PM | Tags: | 10 Comments
Domenica mattina. L'aria è umida, la luce filtra tra le tende, ma non riesce a spezzare il grigio che copre tutto. Sento il rumore dei passi di qualcuno che si avvicina, la porta che si chiude dietro di me. Il profumo di cera bruciata, l’odore di incenso che avvolge il corpo. Mi siedo, il banco duro contro la schiena. La voce del sacerdote si fa sentire, leggera, ma decisa, quasi come una melodia che non riesce a risuonare fino in fondo. Parla di perdono. Non lo sento subito, non mi arriva subito. C’è qualcosa che mi sfugge, come se le sue parole fossero fatte di una sostanza che non mi appartiene. Forse il perdono è una cosa troppo grande per essere compresa senza il dolore giusto, o forse non c'è niente da capire. Il suo viso è serio, ma i suoi occhi non brillano. È come se ogni parola fosse pesata, come se ne avesse parlato già troppe volte, come se avesse dato tutto di sé senza ricevere nulla in cambio. Ed io, seduta lì, non so se il perdono esiste davvero o se è solo un concetto che si aggira nell'aria, come una nuvola di fumo che non lascia...

Sotto la pelle della fede

Posted on November 19th, 2000 at 9:35 PM | Tags: | 28 Comments
C'è un silenzio che precede ogni passo. È il respiro trattenuto, l’attimo in cui il cuore sembra fermarsi, in attesa di qualcosa che non arriva mai, ma che sempre ci promette di arrivare. Ogni mattina è un cammino, un altro passo verso qualcosa che non vediamo, ma che sentiamo, che abitiamo. La fede è quella sensazione, quella fitta nel petto che ti dice: «Prosegui». Ma quale è il prossimo passo? Qual è il cammino che dobbiamo ancora percorrere? Non siamo mai veramente arrivati. La domanda rimane, sempre. La risposta, forse, è solo un altro passo da fare. Ogni domenica mattina mi sveglio presto, e la casa è ancora avvolta nel buio di una quiete che non ha fretta. Il suono della mia voce che rompe il silenzio è una preghiera che mi guida. Non c'è altro da fare. La luce del giorno non è ancora arrivata, ma io sono già in cammino. La chiesa, quel rifugio senza confini, è lì, ad aspettarmi, sotto il peso di un cielo grigio che non promette nulla, ma tutto. Arrivo, come sempre, in anticipo. La porta che si chiude dietro di me è un inizio che mi tocca nel profondo. Qui, nel silenzio, tutto...

Luminosa Essenza

Posted on December 26th, 1999 at 9:59 PM | Tags: | 20 Comments
Un attimo di luce spezza l’oscurità: è davvero solo il Natale? # C'è qualcosa nell'aria stasera. Non so se sia l'odore di neve che si mescola all'aria gelida, o quella sensazione di sospensione, come se il tempo si fosse fermato. Mi trovo a camminare sotto le luci dorate che decorano la città, mentre il freddo morde la pelle e il cuore. Ogni passo su questo pavé riflette una luce che non posso ignorare, una luce che mi fa pensare: forse davvero, per un attimo, il mondo è migliore. Ma è solo un'illusione, o davvero c'è qualcosa che sfugge alla nostra comprensione? Il Natale. Per molti è una festa di tradizioni, una celebrazione che ci riporta a un passato che ci fa sentire leggeri, quasi sollevati. Ma per me è qualcosa di diverso: è un esperimento umano. Un momento in cui le persone si permettono di credere in qualcosa di più grande, più luminoso. Per un giorno, le persone si fermano, si guardano, si sorridono. E ci si chiede: perché solo in questo giorno? Perché abbiamo bisogno di una scadenza, di una data, per mostrarci più gentili, più sinceri?. Guardo le luci, quelle stesse luci che un tempo erano magia pura....